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Paolo Conti – Frammenti e Cerchi: il punto di non ritorno
In trent’anni anche attraverso gli strumenti della pittura, Conti allinea in parallelo scienza e arte
Comunicato stampa
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Paolo Conti ricerca la dimensione di uno “spazio nuovo”.
Lo crea e lo pensa come un oggetto reale,
un prodotto dell’uomo ma, a-storico e astratto.
Ogni oggetto creato è di natura industriale, rottami
di acciaio o ferro, che subiscono dei passaggi ripetibili,
dei processi che stabiliscono la scientificità
dell’operazione. Così nasce il “pezzo utile”.
E il resto? Ha subito gli stessi procedimenti!
Non è rottame.
E’ lo spazio.
In trent’anni anche attraverso gli strumenti della pittura, Conti allinea in parallelo scienza e arte.
Il suo linguaggio non sviluppa solamente prospettiva e regole di proporzione, anche entropia, quarta dimensione, quasar, caos, termodinamica e la fisica delle particelle.
Ogni opera diviene un’infinita combinazione di struttura e concetti: una nuova prospettiva dove l’infinito è punto di riferimento per cercare una riconoscibilità. Per Paolo la scienza deve avere un volto umano e leggibile, così come l’arte avere valenze scientifiche. Sia la scienza che la pittura esprimono un’indagine della realtà.
Come negli astri dell’universo avvertiamo un equilibrio superiore che li regola anche se ne intuiamo soltanto la grande forza, così le opere di Paolo Conti appaiono come infinite cosmologie.
A metà degli anni Ottanta nascono i frammenti e i cerchi, strutture aperte libere di seguire molteplici dinamiche e configurazioni sulla superficie; pezzi che penetrando lo spazio frantumano i tradizionali limiti lineari del quadro. E’ così che l’opera diviene un organismo che abita la superficie intera: il punto di non ritorno.
Ilenia Zane
Lo crea e lo pensa come un oggetto reale,
un prodotto dell’uomo ma, a-storico e astratto.
Ogni oggetto creato è di natura industriale, rottami
di acciaio o ferro, che subiscono dei passaggi ripetibili,
dei processi che stabiliscono la scientificità
dell’operazione. Così nasce il “pezzo utile”.
E il resto? Ha subito gli stessi procedimenti!
Non è rottame.
E’ lo spazio.
In trent’anni anche attraverso gli strumenti della pittura, Conti allinea in parallelo scienza e arte.
Il suo linguaggio non sviluppa solamente prospettiva e regole di proporzione, anche entropia, quarta dimensione, quasar, caos, termodinamica e la fisica delle particelle.
Ogni opera diviene un’infinita combinazione di struttura e concetti: una nuova prospettiva dove l’infinito è punto di riferimento per cercare una riconoscibilità. Per Paolo la scienza deve avere un volto umano e leggibile, così come l’arte avere valenze scientifiche. Sia la scienza che la pittura esprimono un’indagine della realtà.
Come negli astri dell’universo avvertiamo un equilibrio superiore che li regola anche se ne intuiamo soltanto la grande forza, così le opere di Paolo Conti appaiono come infinite cosmologie.
A metà degli anni Ottanta nascono i frammenti e i cerchi, strutture aperte libere di seguire molteplici dinamiche e configurazioni sulla superficie; pezzi che penetrando lo spazio frantumano i tradizionali limiti lineari del quadro. E’ così che l’opera diviene un organismo che abita la superficie intera: il punto di non ritorno.
Ilenia Zane
23
settembre 2006
Paolo Conti – Frammenti e Cerchi: il punto di non ritorno
Dal 23 settembre al 30 novembre 2006
arte contemporanea
Location
PACI CONTEMPORARY
Brescia, Via Borgo Pietro Wuhrer, 53, (Brescia)
Brescia, Via Borgo Pietro Wuhrer, 53, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10-13 e 16-20
Vernissage
23 Settembre 2006, ore 18-21
Autore