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Marco Fedele Di Catrano – APT.1
l’artista espone il nuovo lavoro fotografico dislocato negli ambienti dell’appartamento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
All’interno del nostro occhio esiste una lente, il cristallino, che
aumentando o diminuendo la propria curvatura tramite i muscoli ciliari ci
permette di mettere a fuoco nella retina “oggetti” posti a diverse distanze.
Le fotografie di Marco Fedele Di Catrano ci permettono una messa a fuoco del
reale attraverso oggetti “di scarto”. Scarti tratti da un interno
quotidiano: una lampadina, una scala, un termosifone, un secchio. Oggetti
discreti e la predilezione dell’artista per alcuni luoghi ricorrenti - Roma,
Vienna, Paliano - già paesaggi del proprio quotidiano, per esibire
un’impercettibile modificazione dello sguardo. Ogni scatto “sembra”
immobile. La composizione dell’immagine, in equilibrio tra i pochi oggetti
messi a fuoco, raggiunge la chiarezza di un autonomo ritaglio. Il fenomeno
“lampadina” occhieggia, ci restituisce lo sguardo e si distingue
chiaramente. Spazio che lascia spazio ad altro. Esibizione pura. Istantanea
invece la presa di un transito; informale perché già materia che fuoriesce
da tutti i luoghi. La materia non è amorfa; invero, la materia rivela la sua
autonomia formale nel movimento astratto. La materia si organizza e
contraddice lo spazio che si fa piano. Geometrie di un tempo sottratto:
l’oggetto si fa vedere, emerge in quanto fenomeno di “autoritratto”. Così
l’evento fotografico di primo piano è un “evento informale”, un “pieno di
vuoto” che si dispiega mediante il dettaglio – ritaglio. Poiché in ogni
scatto, l’artista trattiene l’asciutta contingenza che sorveglia chi o che
cosa “si fa osservare”. Un duplice vigilare che espande la gamma di
possibilità di generare strutture compatibili con la natura cristallina
dell’immagine. (Ilari Valbonesi)
aumentando o diminuendo la propria curvatura tramite i muscoli ciliari ci
permette di mettere a fuoco nella retina “oggetti” posti a diverse distanze.
Le fotografie di Marco Fedele Di Catrano ci permettono una messa a fuoco del
reale attraverso oggetti “di scarto”. Scarti tratti da un interno
quotidiano: una lampadina, una scala, un termosifone, un secchio. Oggetti
discreti e la predilezione dell’artista per alcuni luoghi ricorrenti - Roma,
Vienna, Paliano - già paesaggi del proprio quotidiano, per esibire
un’impercettibile modificazione dello sguardo. Ogni scatto “sembra”
immobile. La composizione dell’immagine, in equilibrio tra i pochi oggetti
messi a fuoco, raggiunge la chiarezza di un autonomo ritaglio. Il fenomeno
“lampadina” occhieggia, ci restituisce lo sguardo e si distingue
chiaramente. Spazio che lascia spazio ad altro. Esibizione pura. Istantanea
invece la presa di un transito; informale perché già materia che fuoriesce
da tutti i luoghi. La materia non è amorfa; invero, la materia rivela la sua
autonomia formale nel movimento astratto. La materia si organizza e
contraddice lo spazio che si fa piano. Geometrie di un tempo sottratto:
l’oggetto si fa vedere, emerge in quanto fenomeno di “autoritratto”. Così
l’evento fotografico di primo piano è un “evento informale”, un “pieno di
vuoto” che si dispiega mediante il dettaglio – ritaglio. Poiché in ogni
scatto, l’artista trattiene l’asciutta contingenza che sorveglia chi o che
cosa “si fa osservare”. Un duplice vigilare che espande la gamma di
possibilità di generare strutture compatibili con la natura cristallina
dell’immagine. (Ilari Valbonesi)
17
settembre 2006
Marco Fedele Di Catrano – APT.1
17 settembre 2006
fotografia
arte contemporanea
serata - evento
arte contemporanea
serata - evento
Location
APPARTAMENTO PRIVATO – VIA PRINCIPE AMEDEO
Roma, Via Principe Amedeo, 168, (Roma)
Roma, Via Principe Amedeo, 168, (Roma)
Vernissage
17 Settembre 2006, ore 19
Autore