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Attila Csörgo
Un’occasione espositiva assai rara quella con cui riapre a metà settembre la Galleria Contemporaneo: una personale dell’artista ungherese Attila Csörgo (Budapest, 1965). Assai rara perché si tratta della prima personale in Italia
Comunicato stampa
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Un’occasione espositiva assai rara quella con cui riapre a metà settembre la Galleria Contemporaneo: una personale dell’artista ungherese Attila Csörgő (Budapest, 1965). Assai rara perché si tratta della prima personale in Italia che permette uno sguardo esaustivo su una complessa e particolarissima ricerca artistica nella quale si fondono aspetti cardinali della modernità (la geometria, la percezione, la rappresentazione) con l’ invenzione di dispositivi atti a coniugare e a reinterpretare quegli aspetti medesimi.
Attila Csörgő è un esempio di artista-inventore che letteralmente crea nuove ‘macchinerie’ grazie alle quali, ad esempio, si può vedere come un icosaedro si componga dalla scomposizione e ricomposizione di un tetraedro, di un cubo e di un octaedro. Platonic love, questo il titolo del lavoro, è una ‘macchineria’ che anima le forme solide della geometria classica, le trasforma in un lieve e complesso gioco combinatorio fatto di precisione e ironia, nel quale si fondono elementi ‘iperuranici’ con abilissime soluzioni meccaniche, a bassa tecnologia, che ci parlano allo stesso tempo della condizione materiale di un paese prima della caduta del muro di Berlino, e di una odierna posizione artistica (non solo individuale) nella quale si reagisce in controtendenza alla pervasività ubiquitaria delle soluzioni ad alta tecnologia.
In Spherical Vortex e in Hemisphere, il movimento continuo di una piccolissima lampadina impressiona il negativo fotografico tracciando una figura geometrica fatta di luce, in diverse varianti di completezza. Forse è proprio la trasformazione, cioè il punto in cui una forma si genera e muta in un’altra, quel che preme all’artista ungherese, e il modo attraverso cui l’arte può ‘catturare’ questo momento, riproponendo la continuità, senza interruzioni, del movimento di trasformazione. In questo senso uno degli aspetti più originali del lavoro di Csörgő è certamente l’invenzione di nuovi apparati fotografici in grado di rendere la situazione nel quale viviamo, rappresentando l’intera semisfera nella quale siamo immersi, oppure ricostruendola mediante una restituzione continua, a spirale, simile a quanto potrebbe avvenire con una cartografia ‘a buccia di arancia’: How to construct an orange? In sostanza Attila Csörgő muove dai paradossi della geometria: “Ciò che all’inizio mi interessava era la incompatibilità a priori fra due sistemi che sembravano in relazione: le geometria piana e la geometria solida”. Da cui la difficoltà, ben conosciuta dai cartografi, di tradurre una sfera nel piano. E di tradurre viceversa un piano in una sfera, come egli prova a concretizzare mediante una serie di imperfette quanto affascinanti ‘approssimazioni’ alla forma perfetta per eccellenza.
Peeled City, fra volume e superficie, concretizzato nella sua problematicità, si traduce anche nel tentativo di ‘sbucciare’ letteralmente la forma degli edifici urbani, trasformandoli in forme piane continue in grado di mostrare come i progetti sviluppati bidimensionalmente per la costruzione di un edificio, divergano molto dalla superficie di quel medesimo edificio, una volta sia stato attivato il processo inverso: cioè ritornando dal volume compiuto alla superficie piana. Si tratta di una serie di lavori, (Peeled City) che mostrano con efficacia i paradossi - il processo di trasformazione interpretato nella sua reversibilità - a cui l’artista cerca di dare forma concreta. Fra le partecipazioni internazionali di Csörgő vanno almeno ricordate la Biennale veneziana del 1999 (Padiglione ungherese), la Biennale di Istanbul del 2003 e la recentissima 'Und es bewegt sich doch..." a Bochum (fino al 3 settembre).
Durante il periodo espositivo sono previsti un laboratorio con le scuole superiori nonché due incontri sulla relazione fra arte e geometria, fra arte e tecnica. Un terzo incontro sarà dedicato alla presentazione del catalogo che conterrà le opere elaborate appositamente per l’esposizione.
La mostra alla Galleria Contemporaneo è organizzata in collaborazione con la Galerija Gregor Podnar di Lubiana. Si ringrazia inoltre l’Associazione Culturale Italo-Ungherese del Triveneto.
Attila Csörgő è un esempio di artista-inventore che letteralmente crea nuove ‘macchinerie’ grazie alle quali, ad esempio, si può vedere come un icosaedro si componga dalla scomposizione e ricomposizione di un tetraedro, di un cubo e di un octaedro. Platonic love, questo il titolo del lavoro, è una ‘macchineria’ che anima le forme solide della geometria classica, le trasforma in un lieve e complesso gioco combinatorio fatto di precisione e ironia, nel quale si fondono elementi ‘iperuranici’ con abilissime soluzioni meccaniche, a bassa tecnologia, che ci parlano allo stesso tempo della condizione materiale di un paese prima della caduta del muro di Berlino, e di una odierna posizione artistica (non solo individuale) nella quale si reagisce in controtendenza alla pervasività ubiquitaria delle soluzioni ad alta tecnologia.
In Spherical Vortex e in Hemisphere, il movimento continuo di una piccolissima lampadina impressiona il negativo fotografico tracciando una figura geometrica fatta di luce, in diverse varianti di completezza. Forse è proprio la trasformazione, cioè il punto in cui una forma si genera e muta in un’altra, quel che preme all’artista ungherese, e il modo attraverso cui l’arte può ‘catturare’ questo momento, riproponendo la continuità, senza interruzioni, del movimento di trasformazione. In questo senso uno degli aspetti più originali del lavoro di Csörgő è certamente l’invenzione di nuovi apparati fotografici in grado di rendere la situazione nel quale viviamo, rappresentando l’intera semisfera nella quale siamo immersi, oppure ricostruendola mediante una restituzione continua, a spirale, simile a quanto potrebbe avvenire con una cartografia ‘a buccia di arancia’: How to construct an orange? In sostanza Attila Csörgő muove dai paradossi della geometria: “Ciò che all’inizio mi interessava era la incompatibilità a priori fra due sistemi che sembravano in relazione: le geometria piana e la geometria solida”. Da cui la difficoltà, ben conosciuta dai cartografi, di tradurre una sfera nel piano. E di tradurre viceversa un piano in una sfera, come egli prova a concretizzare mediante una serie di imperfette quanto affascinanti ‘approssimazioni’ alla forma perfetta per eccellenza.
Peeled City, fra volume e superficie, concretizzato nella sua problematicità, si traduce anche nel tentativo di ‘sbucciare’ letteralmente la forma degli edifici urbani, trasformandoli in forme piane continue in grado di mostrare come i progetti sviluppati bidimensionalmente per la costruzione di un edificio, divergano molto dalla superficie di quel medesimo edificio, una volta sia stato attivato il processo inverso: cioè ritornando dal volume compiuto alla superficie piana. Si tratta di una serie di lavori, (Peeled City) che mostrano con efficacia i paradossi - il processo di trasformazione interpretato nella sua reversibilità - a cui l’artista cerca di dare forma concreta. Fra le partecipazioni internazionali di Csörgő vanno almeno ricordate la Biennale veneziana del 1999 (Padiglione ungherese), la Biennale di Istanbul del 2003 e la recentissima 'Und es bewegt sich doch..." a Bochum (fino al 3 settembre).
Durante il periodo espositivo sono previsti un laboratorio con le scuole superiori nonché due incontri sulla relazione fra arte e geometria, fra arte e tecnica. Un terzo incontro sarà dedicato alla presentazione del catalogo che conterrà le opere elaborate appositamente per l’esposizione.
La mostra alla Galleria Contemporaneo è organizzata in collaborazione con la Galerija Gregor Podnar di Lubiana. Si ringrazia inoltre l’Associazione Culturale Italo-Ungherese del Triveneto.
15
settembre 2006
Attila Csörgo
Dal 15 settembre al 28 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTEMPORANEO
Venezia, Piazzetta Monsignor Giuseppe Olivotti, 2, (Venezia)
Venezia, Piazzetta Monsignor Giuseppe Olivotti, 2, (Venezia)
Vernissage
15 Settembre 2006, ore 18
Autore