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Imperfect Realities. Over the genre
Realtà imperfette, realtà alternative, universi paralleli, frutto non solo di decontestualizzazioni ma d’alterazioni dell’immaginario collettivo e popolare, sono le elaborazioni visive degli artisti selezionati per questa esposizione
Comunicato stampa
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Realtà imperfette, realtà alternative, universi paralleli, frutto non solo di decontestualizzazioni ma d’alterazioni dell’immaginario collettivo e popolare, sono le elaborazioni visive degli artisti selezionati per questa esposizione.
Karin Andersen, Massimo Giacon, Veronica Montanino ed Adrian Tranquilli “forzano” i confini dell’arte figurativa al fine di farla interagire con forme espressive della cultura “popolare” come il fumetto, la fantascienza ed altri generi considerati “bassi”.
Vi è, in comune a questi artisti, una motivazione concettuale tesa ad usare il corpo e la fisicità per mettere in discussione la retorica ed alcuni stilemi della nostra società. E’ un immaginario di generi interconnessi in senso diacronico e sincronico in grado di relativizzare ogni iconografia riducendola a codice interscambiabile. Ognuno di questi universi è un connubio di contemporaneità e fantasia, di fiction e di mito, realtà impossibile e fantasia possibile.
Immagini visionarie vengono elaborate dalla tedesca Karin Andersen in una direttiva antropomorfa tesa a ricordare il lato animale ed irrazionale dell’uomo. Tale immaginario, alimentato dallo sviluppo scientifico della biotecnologia, deforma ed altera il canone estetico della contemporaneità vittima del marketing e della moda.
L’artista attraverso le sue opere pittoriche, fotografiche, digitali e video cerca di visualizzare una biosfera immaginaria, tramite la connessione ed interazione di differenti forme di vita, unendo valenze di cultura artistica, scientifica, tecnologica, filosofica e di “cultura pop” in generale.
Nel lavoro eclettico e multiforme di Massimo Giacon la trasgressione a volte si fa apparentemente più marcata. L’erotismo, la filosofia, la religione, l’arte perdono la loro valenza e diventano solo “asteroidi nell’universo Giacon”.
Un grande Luna Park in cui viene risucchiata la realtà contemporanea nelle sue molteplici sfaccettature e, grazie alle “lenti colorate e deformanti” dell’artista, diviene parte di un onirico festival delirante e gioioso.
Sagome umane e galassie puntiformi sono le cifre distintive del linguaggio pittorico di Veronica Montanino.
Il corpo, nel lavoro dell’artista romana, diviene un’ombra che si sposta fugace in un universo psichedelico e coloratissimo.
La presenza umana è azzerata nelle valenze espressive e plastiche: un repertorio iconografico che va dai gesti semplici della vita quotidiana a quelli degli atleti fino ad attingere all’iconografia artistica del passato.
Una popolazione d’ombre, simulacri umani, sintesi estetica “logo-morfica”, che si muove in un universo che è al contempo un microcosmo visualizzato da un fantastico microscopio.
L’opera di Adrian Tranquilli si rapporta al corpo, alla fisicità dell’esistenza, attraverso un corto circuito espressivo giocato sull’interazione tra l’universo mediatico del cinema e del fumetto con i miti delle religioni.
La connessione alla contemporaneità è di stampo postmoderno, nel senso di rielaborazione e di citazione d’immagini altre.
Trapela in questo artista il desiderio di rallentare la velocità dell’ universo mediatico mass mediale (cinema, fumetto popolare, video clip) impossessandosi di alcune icone e facendole rivivere nella dimensione lenta dello spazio-tempo dell’arte contemporanea e dei suoi sistemi di elite.
Karin Andersen, Massimo Giacon, Veronica Montanino ed Adrian Tranquilli “forzano” i confini dell’arte figurativa al fine di farla interagire con forme espressive della cultura “popolare” come il fumetto, la fantascienza ed altri generi considerati “bassi”.
Vi è, in comune a questi artisti, una motivazione concettuale tesa ad usare il corpo e la fisicità per mettere in discussione la retorica ed alcuni stilemi della nostra società. E’ un immaginario di generi interconnessi in senso diacronico e sincronico in grado di relativizzare ogni iconografia riducendola a codice interscambiabile. Ognuno di questi universi è un connubio di contemporaneità e fantasia, di fiction e di mito, realtà impossibile e fantasia possibile.
Immagini visionarie vengono elaborate dalla tedesca Karin Andersen in una direttiva antropomorfa tesa a ricordare il lato animale ed irrazionale dell’uomo. Tale immaginario, alimentato dallo sviluppo scientifico della biotecnologia, deforma ed altera il canone estetico della contemporaneità vittima del marketing e della moda.
L’artista attraverso le sue opere pittoriche, fotografiche, digitali e video cerca di visualizzare una biosfera immaginaria, tramite la connessione ed interazione di differenti forme di vita, unendo valenze di cultura artistica, scientifica, tecnologica, filosofica e di “cultura pop” in generale.
Nel lavoro eclettico e multiforme di Massimo Giacon la trasgressione a volte si fa apparentemente più marcata. L’erotismo, la filosofia, la religione, l’arte perdono la loro valenza e diventano solo “asteroidi nell’universo Giacon”.
Un grande Luna Park in cui viene risucchiata la realtà contemporanea nelle sue molteplici sfaccettature e, grazie alle “lenti colorate e deformanti” dell’artista, diviene parte di un onirico festival delirante e gioioso.
Sagome umane e galassie puntiformi sono le cifre distintive del linguaggio pittorico di Veronica Montanino.
Il corpo, nel lavoro dell’artista romana, diviene un’ombra che si sposta fugace in un universo psichedelico e coloratissimo.
La presenza umana è azzerata nelle valenze espressive e plastiche: un repertorio iconografico che va dai gesti semplici della vita quotidiana a quelli degli atleti fino ad attingere all’iconografia artistica del passato.
Una popolazione d’ombre, simulacri umani, sintesi estetica “logo-morfica”, che si muove in un universo che è al contempo un microcosmo visualizzato da un fantastico microscopio.
L’opera di Adrian Tranquilli si rapporta al corpo, alla fisicità dell’esistenza, attraverso un corto circuito espressivo giocato sull’interazione tra l’universo mediatico del cinema e del fumetto con i miti delle religioni.
La connessione alla contemporaneità è di stampo postmoderno, nel senso di rielaborazione e di citazione d’immagini altre.
Trapela in questo artista il desiderio di rallentare la velocità dell’ universo mediatico mass mediale (cinema, fumetto popolare, video clip) impossessandosi di alcune icone e facendole rivivere nella dimensione lenta dello spazio-tempo dell’arte contemporanea e dei suoi sistemi di elite.
16
settembre 2006
Imperfect Realities. Over the genre
Dal 16 settembre al 20 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTSINERGY
Bologna, Via San Giorgio, 3, (Bologna)
Bologna, Via San Giorgio, 3, (Bologna)
Orario di apertura
Martedì – Sabato 16.30 / 20.00
Vernissage
16 Settembre 2006, ore 18.30
Autore
Curatore