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Balla futurista
Uno sperimentalista del XX secolo: antologica
Comunicato stampa
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Giacomo Balla nasce a Torino il 18 luglio 1871. Trasferitosi a Roma nel 1895, espone alla Promotrice di Torino come agli Amatori e Cultori di Roma; una sola presenza a Venezia (1903). Sottoscrive, insieme a Boccioni, Carra, Russolo e Severini nel 1910 il Manifesto delta Pittura Futurista e il Manifesto tecnico della Pittura Futurista.
Nel 1915, insieme a Depero, Balla si firma Astrattista Futurista nel manifesto Ricostruzione Futurista dell'Universo; nel 1916 sottoscrive il Manifesto della Cinematografia Futurista.
Dal 1920 apre al pubblico la sua casa per esporre (e vendere) il suo arredamento corredato da suppellettili.
Tra i primi, Balla si e posto il problema di una pittura astratta, anzi "ottica" (il 1912 e l'anno delle Compenetrazioni iridescenti); ha costruito una scultura cinetica (i Complessi plastici del 1915) e rinnovato la moda: con le parole in libertà anticipa l'odierna poesia concreta.
In pieno momento bellico, arriva alla sintesi di geometria-luce-movimento sulla ribalta del Teatro Costanzi (Roma 12 aprile 1917).
L'intento di Balla, e insomma, la "ricostruzione futurista dell'universo", come lo dichiara lui stesso gia nel 1915: rinnovare l'arte per rinnovare la vita, e viceversa, in un pirandelliano "gioco delle parti". BALLA FUTURISTA / IDEALISMO / OTTIMISMO / FORME PENSIERO / TRICOLORIRIDISMO / ZERO PASSATO - TUTTO AWENIRE si legge nella cartolina inviata nel 1925 al suo amico Fillia.
E' lo stesso Balla a dirci cosa bisogna fare per sentirsi futurista: "bisogna essere permeato di sensibilità intuitivo e passare furtivamente tra gli attimi impercettibili dell'evoluzione per scoprire le nuove vie che portano all'arte futurista, nella quale nessun concetto, nessuna linea, nessuna forma, nessun colore, nessuna sagoma, nessuna frase, nessuna nota musicale ricorderà il minimo, dico minimassimo segno dell'arte passata" (Torino 1927).
Ha mezzo secolo Balla quando si guarda dentro per soffermarsi su quella arte che lui stesso chiama idealismo ottimismo: dal fiore della primavera nasce l'idea, I'ottimismo viene a trionfare sul pessimismo, tre lettere vicino ai numeri costituiscono un quadro... un incanto si rompe.
E una costante dell'arte di Balla quella di restare fedele - per quanto gli sia possibile - al suo sperimentalismo (divisionista prima, futurista poi, idealista ora, realista poi) - al punto che nella sua abitazione permangano opere diverse tra loro sempre in prima fila. Giacomo Balla muore il 1° marzo 1958 nella sua casa a Roma, assistito dalle figlie.
Nel 1915, insieme a Depero, Balla si firma Astrattista Futurista nel manifesto Ricostruzione Futurista dell'Universo; nel 1916 sottoscrive il Manifesto della Cinematografia Futurista.
Dal 1920 apre al pubblico la sua casa per esporre (e vendere) il suo arredamento corredato da suppellettili.
Tra i primi, Balla si e posto il problema di una pittura astratta, anzi "ottica" (il 1912 e l'anno delle Compenetrazioni iridescenti); ha costruito una scultura cinetica (i Complessi plastici del 1915) e rinnovato la moda: con le parole in libertà anticipa l'odierna poesia concreta.
In pieno momento bellico, arriva alla sintesi di geometria-luce-movimento sulla ribalta del Teatro Costanzi (Roma 12 aprile 1917).
L'intento di Balla, e insomma, la "ricostruzione futurista dell'universo", come lo dichiara lui stesso gia nel 1915: rinnovare l'arte per rinnovare la vita, e viceversa, in un pirandelliano "gioco delle parti". BALLA FUTURISTA / IDEALISMO / OTTIMISMO / FORME PENSIERO / TRICOLORIRIDISMO / ZERO PASSATO - TUTTO AWENIRE si legge nella cartolina inviata nel 1925 al suo amico Fillia.
E' lo stesso Balla a dirci cosa bisogna fare per sentirsi futurista: "bisogna essere permeato di sensibilità intuitivo e passare furtivamente tra gli attimi impercettibili dell'evoluzione per scoprire le nuove vie che portano all'arte futurista, nella quale nessun concetto, nessuna linea, nessuna forma, nessun colore, nessuna sagoma, nessuna frase, nessuna nota musicale ricorderà il minimo, dico minimassimo segno dell'arte passata" (Torino 1927).
Ha mezzo secolo Balla quando si guarda dentro per soffermarsi su quella arte che lui stesso chiama idealismo ottimismo: dal fiore della primavera nasce l'idea, I'ottimismo viene a trionfare sul pessimismo, tre lettere vicino ai numeri costituiscono un quadro... un incanto si rompe.
E una costante dell'arte di Balla quella di restare fedele - per quanto gli sia possibile - al suo sperimentalismo (divisionista prima, futurista poi, idealista ora, realista poi) - al punto che nella sua abitazione permangano opere diverse tra loro sempre in prima fila. Giacomo Balla muore il 1° marzo 1958 nella sua casa a Roma, assistito dalle figlie.
01
luglio 2006
Balla futurista
Dal primo luglio al 03 settembre 2006
arte contemporanea
Location
PALAZZO LICEO SARACCO
Acqui Terme, Corso Bagni, 1, (Alessandria)
Acqui Terme, Corso Bagni, 1, (Alessandria)
Biglietti
intero € 7; ridotto € 4
Orario di apertura
tutti i giorni 10 / 12.30 - 15,30 / 19,30
Lunedì chiuso
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