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Harding Meyer
L’artista, tedesco e brasiliano per parte di madre, presenta, nella sua prima mostra personale italiana, circa venti lavori realizzati appositamente per questa esposizione, opere che ben esemplificano la sua ricerca pittorica da sempre incentrata sul ritratto
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 14 ottobre 2006, dalle ore 18.30, la galleria Roberta Lietti Arte Contemporanea inaugura la mostra personale di Harding Meyer (Porto Alegre, Brasile, 1964), a cura di Emma Gravagnuolo e Licia Spagnesi.
L’artista, tedesco e brasiliano per parte di madre, presenta, nella sua prima mostra personale italiana, circa venti lavori realizzati appositamente per questa esposizione, opere che ben esemplificano la sua ricerca pittorica da sempre incentrata sul ritratto.
Con una tecnica pittorica fatta di larghe pennellate a cui si sovrappongono ripetuti interventi di spatola, Meyer traccia sulla tela enormi, bellissimi volti maschili e femminili quasi sempre in primo o primissimo piano secondo tagli cinematografici o fermo-immagine video.
Volti per lo più giovani e attraenti che riempiono tele di largo formato (in quelle di medio e piccolo formato, soggetti privilegiati sono i bambini), oppure eseguiti su sfondi neutri in modo da concentrare l’attenzione dell’osservatore interamente sui lineamenti del viso. Soggetti tratti dai media, da foto pubblicitarie o riviste di moda, che però non sono meramente presentati dall’artista secondo una tecnica ‘realistica’ ma, nel passaggio dall’immediatezza fotografica del modello al risultato finale sulla tela, vengono da Meyer reinterpretati, in un certo senso ‘tradotti’ in qualcosa di non compiuto o inespresso che non lascia indifferente l’osservatore. Si crea quindi un lavoro di ‘traduzione’: viene perso l’effetto ‘duplicazione’ tipico della pittura realista per raggiungere invece un risultato di modificazione altamente espressivo in cui gli occhi dei personaggi diventano il fulcro magnetico, il punto focale di un tacito dialogo tra osservatore e soggetto osservato.
Harding Meyer, nato a Porto Alegre, Brasile, nel 1964, vive e lavora in Germania. Tra il 1987 e il 1993 ha studiato presso la Kunstakademie di Karlsruhe con il prof. Kaminski e il prof. Dorner. Si diploma nel 1993. Nel 1999 vince il premio Helmut Stober.
Principali mostre personali: 2005 (in)direct, Galerie Voss, Dusseldorf; 2004 Bildstorung, Galerie Voss, Dusseldorf; Face to face, Galerie Judith Walker, Weizelsdorf, Rosental; 2003 Heads, James Coleman Gallery, London; 2002 Tete a tete, Galerie Voss, Dusseldorf; Harding Meyer. Malerei, Galerie Jahn, Landshut; Wharnehmung des Anderen, Galerie fur Zeigenossische Kunst, Krefeld; 2001 Headhunter, Kunstkraum 34, Stuttgart; Galerie Burger, Munchen; 2000 Malerei, Badischer Kunstverein, Karlsruhe; TVpaintings, Galerie Voss, Dusseldorf.
L’artista, tedesco e brasiliano per parte di madre, presenta, nella sua prima mostra personale italiana, circa venti lavori realizzati appositamente per questa esposizione, opere che ben esemplificano la sua ricerca pittorica da sempre incentrata sul ritratto.
Con una tecnica pittorica fatta di larghe pennellate a cui si sovrappongono ripetuti interventi di spatola, Meyer traccia sulla tela enormi, bellissimi volti maschili e femminili quasi sempre in primo o primissimo piano secondo tagli cinematografici o fermo-immagine video.
Volti per lo più giovani e attraenti che riempiono tele di largo formato (in quelle di medio e piccolo formato, soggetti privilegiati sono i bambini), oppure eseguiti su sfondi neutri in modo da concentrare l’attenzione dell’osservatore interamente sui lineamenti del viso. Soggetti tratti dai media, da foto pubblicitarie o riviste di moda, che però non sono meramente presentati dall’artista secondo una tecnica ‘realistica’ ma, nel passaggio dall’immediatezza fotografica del modello al risultato finale sulla tela, vengono da Meyer reinterpretati, in un certo senso ‘tradotti’ in qualcosa di non compiuto o inespresso che non lascia indifferente l’osservatore. Si crea quindi un lavoro di ‘traduzione’: viene perso l’effetto ‘duplicazione’ tipico della pittura realista per raggiungere invece un risultato di modificazione altamente espressivo in cui gli occhi dei personaggi diventano il fulcro magnetico, il punto focale di un tacito dialogo tra osservatore e soggetto osservato.
Harding Meyer, nato a Porto Alegre, Brasile, nel 1964, vive e lavora in Germania. Tra il 1987 e il 1993 ha studiato presso la Kunstakademie di Karlsruhe con il prof. Kaminski e il prof. Dorner. Si diploma nel 1993. Nel 1999 vince il premio Helmut Stober.
Principali mostre personali: 2005 (in)direct, Galerie Voss, Dusseldorf; 2004 Bildstorung, Galerie Voss, Dusseldorf; Face to face, Galerie Judith Walker, Weizelsdorf, Rosental; 2003 Heads, James Coleman Gallery, London; 2002 Tete a tete, Galerie Voss, Dusseldorf; Harding Meyer. Malerei, Galerie Jahn, Landshut; Wharnehmung des Anderen, Galerie fur Zeigenossische Kunst, Krefeld; 2001 Headhunter, Kunstkraum 34, Stuttgart; Galerie Burger, Munchen; 2000 Malerei, Badischer Kunstverein, Karlsruhe; TVpaintings, Galerie Voss, Dusseldorf.
14
ottobre 2006
Harding Meyer
Dal 14 ottobre al 25 novembre 2006
arte contemporanea
Location
ROBERTA LIETTI ARTE CONTEMPORANEA
Como, Via Armando Diaz, 3, (Como)
Como, Via Armando Diaz, 3, (Como)
Orario di apertura
10,30 – 12; 15,30 – 19 Chiuso lunedì e festivi
Vernissage
14 Ottobre 2006, ore 18,30
Autore
Curatore