Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Espace vivant
La mostra analizza il tema dell’ambiente domestico, in relazione ai suoi valori strutturali e ai caratteri decorativi, per sfatare ogni ovvio presupposto “affettivo” e dimostrarne così “l’inabitabilità”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra analizza il tema dell’ambiente domestico, in relazione ai suoi valori strutturali e ai caratteri decorativi, per sfatare ogni ovvio presupposto “affettivo” e dimostrarne così “l’inabitabilità”.
Nella prima sala verranno collocati i dipinti di Guido Bagini (ambienti individuati mediante un tratto scarno sui generi dell’interior design in cui i dripping e le tache del colore prendono franchigia dalle forme) e, quali logici suppellettili, le piccole sculture di Andrea Salvatori (ceramiche di un bianco perlaceo che, dietro la loro innocente banalità, nascondono un esacerbato cinismo).
Limitata alle gamme del b/n, la seconda stanza intende considerare l’involucro della casa, un suo particolare architettonico e alcuni motivi esornativi (Luca Piovaccari ricrea l’assetto di un edificio con poche essenziali linee di demarcazione, ottenute attraverso la tensione di un filo che segue gli snodi dei chiodini infissi a parete; Pino Falcone abolisce il colore e individua solo i contorni degli oggetti/arredi, riducendoli a un tratto grafico, a
una forma che diventa vestigia della cosa stessa; Elisabetta Novello prende a modello degli ornati che riproduce con la cenere, e ne ottiene delle teche in cui il dettaglio ornamentale diventa cimelio).
Nel piano interrato ritroviamo una metonimia domestica, ovvero il passaggio dalla destrutturazione di oggetti quotidiani (le serigrafie digitali su vetro degli Interno3 rendono impalpabile l’immagine che, in trasparenza, proietta un riverbero di sé) alla percezione di uno spazio vitale che è puramente mentale (le sculture di Vincenzo Rusciano ironizzano sull’architettura seriale delle case popolari intendendo dare loro nobiltà attraverso materiali pregiati).
Nella prima sala verranno collocati i dipinti di Guido Bagini (ambienti individuati mediante un tratto scarno sui generi dell’interior design in cui i dripping e le tache del colore prendono franchigia dalle forme) e, quali logici suppellettili, le piccole sculture di Andrea Salvatori (ceramiche di un bianco perlaceo che, dietro la loro innocente banalità, nascondono un esacerbato cinismo).
Limitata alle gamme del b/n, la seconda stanza intende considerare l’involucro della casa, un suo particolare architettonico e alcuni motivi esornativi (Luca Piovaccari ricrea l’assetto di un edificio con poche essenziali linee di demarcazione, ottenute attraverso la tensione di un filo che segue gli snodi dei chiodini infissi a parete; Pino Falcone abolisce il colore e individua solo i contorni degli oggetti/arredi, riducendoli a un tratto grafico, a
una forma che diventa vestigia della cosa stessa; Elisabetta Novello prende a modello degli ornati che riproduce con la cenere, e ne ottiene delle teche in cui il dettaglio ornamentale diventa cimelio).
Nel piano interrato ritroviamo una metonimia domestica, ovvero il passaggio dalla destrutturazione di oggetti quotidiani (le serigrafie digitali su vetro degli Interno3 rendono impalpabile l’immagine che, in trasparenza, proietta un riverbero di sé) alla percezione di uno spazio vitale che è puramente mentale (le sculture di Vincenzo Rusciano ironizzano sull’architettura seriale delle case popolari intendendo dare loro nobiltà attraverso materiali pregiati).
23
settembre 2006
Espace vivant
Dal 23 settembre al 31 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
NT ART GALLERY
Bologna, Via Michelino, 33, (Bologna)
Bologna, Via Michelino, 33, (Bologna)
Orario di apertura
dal Martedì al Sabato 11-13 e 16-20
Domenica e Lunedì su appuntamento
Vernissage
23 Settembre 2006, ore 19
Ufficio stampa
EQUIPE
Autore
Curatore