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Effetti Contemporanei 2006 – Robert Gschwantner
Anche quest¹anno, in occasione di Effetto Venezia, l¹associazione culturale React ha voluto organizzare una mostra-evento di arte contemporanea utilizzando l¹affascinante spazio della ex Chiesa del Luogo Pio
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L' Associazione React , in collaborazione con Tossi Art Consulting Firenze
presenta
Effetti Contemporanei 2006: ³Prestige Landscape Paintings² installazione di Robert Gschwantner.
Anche quest¹anno, in occasione di Effetto Venezia, l¹associazione culturale React ha voluto organizzare una mostra-evento di arte contemporanea utilizzando l¹affascinante spazio della ex Chiesa del Luogo Pio. L¹artista invitato a presentare il suo lavoro, è l¹austriaco Robert Gschwantner (vedi biografia), che sta ottenendo grande successo sia in Italia che all¹estero. Solo negli ultimi due anni, ha tenuto personali in importanti gallerie di Colonia, Berlino, Vienna, Firenze, Rovereto e Sidney. L¹installazione, intitolata ³Prestige Landscape Paintings² sarà composta da una serie di lavori a parete, un video ed un singolare ³tappeto² che formeranno una sintesi della sua recente ricerca artistica.
Anche questa volta il mare, ed in questo caso, l¹attenzione rivolta alla salvaguardia del suo ecosistema è elemento che lega Gschwantner ad una città come Livorno, così sensibile a queste tematiche.
Valerio Dehò, curatore del Kunst Meran, descrive la genesi del lavoro di Gschwantner, nel testo ³Oil System² di seguito riportato:
³L¹attenzione per l¹ecologia e per i tragici quanto numerosi disastri ambientali che sono accaduti negli anni novanta e recentemente in Europa , ha portato Robert Gschwantner a scoprire e riflettere su di un materiale come l¹olio combustile, che nella nostra società ha un valore fortemente simbolico oltre che economico. Le immense petroliere che vagano come bombe ecologiche per i mari del pianeta, diffondono lo strumento base per l¹energia mondiale. Quando si frantumano come in Galizia nel 2002 ci si accorge del loro potenziale di istruzione e di quanto l¹equilibrio naturale della Terra e dei suoi abitanti, sia minacciato dalla follia distruttrice legata allo sviluppo immediato e cieco.
E¹ ancora il petrolio il totem delle società occidentali basate sul profitto immediato.
Da questa constatazione e da un lavoro di recupero delle tracce delle contaminazioni e di documentazione fotografica dei luoghi distrutti dalla ³marea nera², l¹artista ha spostato la sua ricerca su di un piano più estetico e metaforico. I suoi ³quadri a olio² contengono letteralmente questo materiale racchiuso in cannule di plastica. Queste vengono ³tessute² dall¹artista in modo da formare una superficie che possiede l¹idea della tela, ma che in effetti è formata da materiali anomali. L¹olio, in taluni casi colorato, viene inserito nella plastica traslucida riflette la luce ambientale, rapportandosi strettamente con essa. Il lavoro mantiene una forte valenza di continua mutazione, come alla ricerca di una stabilità impossibile perché in queste opere non è previsto un punto unico visione o una condizione ideale di esposizione. Del resto Gschwantner amplifica questa percezione ponendo come supporto di base delle tavole colorate o contenenti disegni, grafici, scritte, collage. Aumenta così la profondità e l¹effetto di rifrazione della base verso la superficie.
Allora la realtà che affiora sotto la texture plasticata pone ancora un altro problema percettivo. Da un lato ne è la base, dall¹altra ne costituisce la parte nascosta. Non soltanto la luminosità dei tubicini risente in modo diretto delle influenze della luce e del suo raggio d¹incidenza, ma lo spettatore deve anche cercare una lettura per così dire personale del lavoro.
Vi è una visione frontale, gestaltica che rimanda ad annotazioni e pensieri sulle varie geometrie spaziali che hanno fatto seguito all¹astrattismo classico, ma vi è anche una ulteriore lettura legata alla percezione dello strato profondo dell¹opera che appare in superficie attraverso la rifrazione combinata dell¹olio e della plastica. Le trasparenze aumentano questa instabilità visiva, ma le danno anche una profondità notevole e un ambiguità che rende i lavori degli enigmi visuali. Il minimalismo del primo impatto viene corretto da una percezione per ravvicinata e polipropettica (per usare un termine futurista) proprio perché l¹opera non si presta ad una visione definitiva.
Altro aspetto di questi lavori è costituito proprio dal tempo della visione, spesso trascurato soprattutto sulle italiche sponde. Non soltanto è vero che ogni quadro e/o scultura richiedono una sufficiente diacronia visiva, ma è anche vero che molti lavori sono progettati per non rivelare mai definitivamente quello che sono. In Gschwantner la costruzione del lavoro possiede una sua complessità particolare che deve essere ripercorsa in qualche modo dallo spettatore. Ancora una volta e duchampianamente è ³lo spettatore che completa l¹opera² e lo fa sempre e comunque a partire dalle trappole visive che l¹artista ha saputo disseminare.
Se l¹impianto che possiamo definire neo déco viene preso alla lettera, mostra immediatamente tutte le sue infinite possibilità di relazione. E l¹interesse sta proprio in questo. La fredda apparenza delle geometrie si pone su di un piano di profondità come i contenuti che esalta, mentre sembra nasconderli. A parte il paradosso boettiano del ³quadro a olio² resta la capacità di dare alla decorazione, alla texture, un valore aggiunto, anzi costitutivo, dello spessore dell¹opera. Non soltanto sul piano metaforico che resta in primo piano rispetto all¹attività di ricerca sul campo dell¹artista nei luoghi colpiti dai disastri ecologici, ma anche della creazione di una stratigrafia emozionale.
Non vi è freddezza in questi lavori e quella che si vede corrisponde ad un raffeddamento della percezione che deve invitare alla presa di coscienza. ³Neque ridere neque lucere , sed intelligere² ha scritto Spinosa e questa frase bene si adatta ad un lavoro che riscatta la ripetizione decorativa in uno spazio visivo e mentale di grande forza concettuale.
Il fatto poi che al di sotto dei tubicini di plastica affiorino testi che sono pensieri, disegni di progetti architettonici , frammenti di una ragione fondante che non sempre trova spazio per affermarsi sopraffatta dalla ragione strumentale, è la riprova che in Gschwantner la critica alla società economicamente orientata non è generica né velletaira. Soprattutto è la risposa di un artista che riesce a coniugare nel proprio lavoro l¹esigenze di essere nella società e di criticarne le distorsioni, mentre nello stesso tempo vi partecipa come creatore di forme. Non vi sono alternative o almeno quelle credibili terminano qui. E¹ l¹unico e intelligente modo per svincolarsi dalla attualità e per far vivere nel tempo un messaggio estetico che affida alle forme la sopravvivenza del capire e conoscere².
Valerio Dehò
Robert Gschwantner è nato a Steyr (Austria) nel 1968. Vive e lavora a Berlino.
La mostra è resa possibile grazie al contributo di: CSA, DOLE Term, COOPLAT.
presenta
Effetti Contemporanei 2006: ³Prestige Landscape Paintings² installazione di Robert Gschwantner.
Anche quest¹anno, in occasione di Effetto Venezia, l¹associazione culturale React ha voluto organizzare una mostra-evento di arte contemporanea utilizzando l¹affascinante spazio della ex Chiesa del Luogo Pio. L¹artista invitato a presentare il suo lavoro, è l¹austriaco Robert Gschwantner (vedi biografia), che sta ottenendo grande successo sia in Italia che all¹estero. Solo negli ultimi due anni, ha tenuto personali in importanti gallerie di Colonia, Berlino, Vienna, Firenze, Rovereto e Sidney. L¹installazione, intitolata ³Prestige Landscape Paintings² sarà composta da una serie di lavori a parete, un video ed un singolare ³tappeto² che formeranno una sintesi della sua recente ricerca artistica.
Anche questa volta il mare, ed in questo caso, l¹attenzione rivolta alla salvaguardia del suo ecosistema è elemento che lega Gschwantner ad una città come Livorno, così sensibile a queste tematiche.
Valerio Dehò, curatore del Kunst Meran, descrive la genesi del lavoro di Gschwantner, nel testo ³Oil System² di seguito riportato:
³L¹attenzione per l¹ecologia e per i tragici quanto numerosi disastri ambientali che sono accaduti negli anni novanta e recentemente in Europa , ha portato Robert Gschwantner a scoprire e riflettere su di un materiale come l¹olio combustile, che nella nostra società ha un valore fortemente simbolico oltre che economico. Le immense petroliere che vagano come bombe ecologiche per i mari del pianeta, diffondono lo strumento base per l¹energia mondiale. Quando si frantumano come in Galizia nel 2002 ci si accorge del loro potenziale di istruzione e di quanto l¹equilibrio naturale della Terra e dei suoi abitanti, sia minacciato dalla follia distruttrice legata allo sviluppo immediato e cieco.
E¹ ancora il petrolio il totem delle società occidentali basate sul profitto immediato.
Da questa constatazione e da un lavoro di recupero delle tracce delle contaminazioni e di documentazione fotografica dei luoghi distrutti dalla ³marea nera², l¹artista ha spostato la sua ricerca su di un piano più estetico e metaforico. I suoi ³quadri a olio² contengono letteralmente questo materiale racchiuso in cannule di plastica. Queste vengono ³tessute² dall¹artista in modo da formare una superficie che possiede l¹idea della tela, ma che in effetti è formata da materiali anomali. L¹olio, in taluni casi colorato, viene inserito nella plastica traslucida riflette la luce ambientale, rapportandosi strettamente con essa. Il lavoro mantiene una forte valenza di continua mutazione, come alla ricerca di una stabilità impossibile perché in queste opere non è previsto un punto unico visione o una condizione ideale di esposizione. Del resto Gschwantner amplifica questa percezione ponendo come supporto di base delle tavole colorate o contenenti disegni, grafici, scritte, collage. Aumenta così la profondità e l¹effetto di rifrazione della base verso la superficie.
Allora la realtà che affiora sotto la texture plasticata pone ancora un altro problema percettivo. Da un lato ne è la base, dall¹altra ne costituisce la parte nascosta. Non soltanto la luminosità dei tubicini risente in modo diretto delle influenze della luce e del suo raggio d¹incidenza, ma lo spettatore deve anche cercare una lettura per così dire personale del lavoro.
Vi è una visione frontale, gestaltica che rimanda ad annotazioni e pensieri sulle varie geometrie spaziali che hanno fatto seguito all¹astrattismo classico, ma vi è anche una ulteriore lettura legata alla percezione dello strato profondo dell¹opera che appare in superficie attraverso la rifrazione combinata dell¹olio e della plastica. Le trasparenze aumentano questa instabilità visiva, ma le danno anche una profondità notevole e un ambiguità che rende i lavori degli enigmi visuali. Il minimalismo del primo impatto viene corretto da una percezione per ravvicinata e polipropettica (per usare un termine futurista) proprio perché l¹opera non si presta ad una visione definitiva.
Altro aspetto di questi lavori è costituito proprio dal tempo della visione, spesso trascurato soprattutto sulle italiche sponde. Non soltanto è vero che ogni quadro e/o scultura richiedono una sufficiente diacronia visiva, ma è anche vero che molti lavori sono progettati per non rivelare mai definitivamente quello che sono. In Gschwantner la costruzione del lavoro possiede una sua complessità particolare che deve essere ripercorsa in qualche modo dallo spettatore. Ancora una volta e duchampianamente è ³lo spettatore che completa l¹opera² e lo fa sempre e comunque a partire dalle trappole visive che l¹artista ha saputo disseminare.
Se l¹impianto che possiamo definire neo déco viene preso alla lettera, mostra immediatamente tutte le sue infinite possibilità di relazione. E l¹interesse sta proprio in questo. La fredda apparenza delle geometrie si pone su di un piano di profondità come i contenuti che esalta, mentre sembra nasconderli. A parte il paradosso boettiano del ³quadro a olio² resta la capacità di dare alla decorazione, alla texture, un valore aggiunto, anzi costitutivo, dello spessore dell¹opera. Non soltanto sul piano metaforico che resta in primo piano rispetto all¹attività di ricerca sul campo dell¹artista nei luoghi colpiti dai disastri ecologici, ma anche della creazione di una stratigrafia emozionale.
Non vi è freddezza in questi lavori e quella che si vede corrisponde ad un raffeddamento della percezione che deve invitare alla presa di coscienza. ³Neque ridere neque lucere , sed intelligere² ha scritto Spinosa e questa frase bene si adatta ad un lavoro che riscatta la ripetizione decorativa in uno spazio visivo e mentale di grande forza concettuale.
Il fatto poi che al di sotto dei tubicini di plastica affiorino testi che sono pensieri, disegni di progetti architettonici , frammenti di una ragione fondante che non sempre trova spazio per affermarsi sopraffatta dalla ragione strumentale, è la riprova che in Gschwantner la critica alla società economicamente orientata non è generica né velletaira. Soprattutto è la risposa di un artista che riesce a coniugare nel proprio lavoro l¹esigenze di essere nella società e di criticarne le distorsioni, mentre nello stesso tempo vi partecipa come creatore di forme. Non vi sono alternative o almeno quelle credibili terminano qui. E¹ l¹unico e intelligente modo per svincolarsi dalla attualità e per far vivere nel tempo un messaggio estetico che affida alle forme la sopravvivenza del capire e conoscere².
Valerio Dehò
Robert Gschwantner è nato a Steyr (Austria) nel 1968. Vive e lavora a Berlino.
La mostra è resa possibile grazie al contributo di: CSA, DOLE Term, COOPLAT.
04
agosto 2006
Effetti Contemporanei 2006 – Robert Gschwantner
Dal 04 al 10 agosto 2006
arte contemporanea
Location
CHIESA DEL LUOGO PIO
Livorno, Piazza Del Luogo Pio, (Livorno)
Livorno, Piazza Del Luogo Pio, (Livorno)
Orario di apertura
21-24
Vernissage
4 Agosto 2006, ore 21
Sito web
www.react.it
Autore