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The Soul of a Man
mostra dedicata all’arte africana contemporanea
Comunicato stampa
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Giovedì 5 Ottobre Corsoveneziaotto apre la nuova stagione espositiva con un eccezionale evento. The Soul of a Man, mostra dedicata all’arte africana contemporanea, a cura di Luca Beatrice.
Rispetto alle forme espressive dei decenni scorsi, all’affermazione e alla celebrazione esasperata delle proprie origini, che seguirono la decolonizzazione, l’arte africana ha oggi definitivamente superato la fase di negazione tipica degli anni ’70 e ’80, che si esplicava nel motto” Non siamo africani, siamo artisti”. Il presente si caratterizza per una creatività matura e consapevole, con tendenze ascetiche, politiche ed esistenziali.
Sarà per la neve del Kilimangiaro, per le silenziose moschee, le sacre foreste, per la notevole varietà di ambienti ed ecosistemi, che esiste il mal d’Africa. Culla del genere umano, il Continente Nero, nasconde anche orribili drammi: dalla forte instabilità politica, alla diffusione dell’AIDS, dalla povertà alle guerre, dalle carestie alla corruzione, vittima del caos creato dalla storia, al quale ognuno cerca di sopravvivere con i propri mezzi. Se non vi è alcuna certezza nel presente, difficilmente si possono ipotizzare proiezioni astratte nel futuro. È comunque difficile identificare la complessa realtà africana in poche parole. Ci sono le città, moderne, caotiche, promiscue con le loro specifiche funzioni materiali, concrete e amministrative, dove si può vivere svincolati dalle proprie radici, lontani dal passato, e il resto del territorio, fortemente legato alle tradizioni, agli antenati, una dimensione sacra, magica, trascendentale.
Gli artisti contemporanei che partecipano a The Soul of a Man (che prende il titolo da un famoso film di Martin Scorsese dedicato alle radici africane del blues), prima grande mostra in Italia dopo il successo mondiale di Africa Remix, attualmente allestita in Giappone, hanno rappresentato e rappresentano le tendenze più significative a partire dal secondo novecento. Pur esprimendosi con linguaggi differenti - pittura, scultura, disegno, installazione – condividono dubbi e ambizioni comuni.
L’arte di Bodo aspira a cambiare il corso della storia. Dipingendo tutto ciò che lo circonda, con gli anni il suo lavoro, intriso di un ascetismo mistico che aspira a migliorare il mondo, ha assunto i tratti di un registro di cronaca contemporanea. Le fotografie di Depara testimoniavano la vita a Kinshasa, quando il tempo era scandito dai ritmi della rumba e del cha-cha-cha. I grandi dipinti di Cyprien Tokoudagba, colorati rebus, affondano le loro radici nella tradizione del Benin, sua terra d’origine. L’artista si dedica anche alla scultura in cemento e alla decorazione di edifici pubblici e privati. Le cartoline di Frederic Bruly Bouabre', protagonista oltre dieci anni fa di una spettacolare mostra con Alighiero Boetti, realizzate con penne a sfera e pastelli a cera, sono rappresentazioni concrete di pensieri, ricordi, sogni, paesaggi, tradizioni, miti. Bodys Isek Kingelez focalizza invece l’attenzione sulla condizione umana: assemblando piccole sculture in cartone e plastica inventa ideali metropoli le cui strade, parchi, stadi e monumenti rispecchiano il desiderio di rigenerazione. Come Tokoudagba, anche Chéri Samba dedica la sua poetica – su billboards, fumetti, pittura su materiali di riciclo - alla gente di Kinshasa, ai drammi di un popolo che vive con fatalismo e ironia la propria difficile condizione. Monumentale era l’archivio fotografico di Seydou Keita, da cui solo negli ultimi anni sono stati riportati alla luce migliaia di negativi, immagini dalla precisa impostazione formale, dal carattere intimo e familiare, su singoli individui e gruppi di persone, che testimoniavano la contraddizione tra voglia di occidente e modernità e rispetto delle tradizioni locali, intrise di tribalismo. Con la pittura Moke rappresenta gli aspetti più scanzonati della vita in città - i bar, i ristoranti, le feste di quartiere, le cerimonie pubbliche. Stessa gioia che trapelava nelle fotografie di Malick Sidibé: sorrisi spontanei, balli europei e cubani, feste che durano fino all’alba, abiti all’occidentale.
L’Africa che si rinnova non è dunque un’utopia e la sua vitalità si riscontra immediatamente nelle opere dei suoi artisti. Di questo risveglio si è accorto anche il resto del mondo. Se da un lato l’Africa tenta ancora di recuperare la propria identità, dall’altro è già inserita nel panorama internazionale della globalizzazione.
Bodo
Mandu (Repubblica Democratica del Congo), 1953. Vive e lavora a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo)
Frederic Bruly Bouabre’
Zéprégüé (Costa d’Avorio), 1923. Vive e lavora ad Abidjan (Costa d’Avorio)
Depara
Kboklolo (Angola), 1928 – Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), 1997
Seydou Keïta
Bamako (Mali), 1921 ca. – Parigi 2001
Bodys Isek Kingelez
Kimbembele Ihunga (Repubblica Democratica del Congo), 1948. Vive e lavora a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo)
Moke
Ibe, Bandundu Province (Repubblica Democratica del Congo),1950 - Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), 2001
Chéri Samba
Kinto M’Vuila (Repubblica Democratica del Congo), 1956. Vive e lavora a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo)
Malik Sidibé
Soloba (Mali),1935. Vive e lavora a Bamako (Mali).
Cyprien Tokoudagba
Zéprégüé (Costa D’Avorio), 1923. Vive e lavora ad Abidjan (Costa D’Avorio)
Rispetto alle forme espressive dei decenni scorsi, all’affermazione e alla celebrazione esasperata delle proprie origini, che seguirono la decolonizzazione, l’arte africana ha oggi definitivamente superato la fase di negazione tipica degli anni ’70 e ’80, che si esplicava nel motto” Non siamo africani, siamo artisti”. Il presente si caratterizza per una creatività matura e consapevole, con tendenze ascetiche, politiche ed esistenziali.
Sarà per la neve del Kilimangiaro, per le silenziose moschee, le sacre foreste, per la notevole varietà di ambienti ed ecosistemi, che esiste il mal d’Africa. Culla del genere umano, il Continente Nero, nasconde anche orribili drammi: dalla forte instabilità politica, alla diffusione dell’AIDS, dalla povertà alle guerre, dalle carestie alla corruzione, vittima del caos creato dalla storia, al quale ognuno cerca di sopravvivere con i propri mezzi. Se non vi è alcuna certezza nel presente, difficilmente si possono ipotizzare proiezioni astratte nel futuro. È comunque difficile identificare la complessa realtà africana in poche parole. Ci sono le città, moderne, caotiche, promiscue con le loro specifiche funzioni materiali, concrete e amministrative, dove si può vivere svincolati dalle proprie radici, lontani dal passato, e il resto del territorio, fortemente legato alle tradizioni, agli antenati, una dimensione sacra, magica, trascendentale.
Gli artisti contemporanei che partecipano a The Soul of a Man (che prende il titolo da un famoso film di Martin Scorsese dedicato alle radici africane del blues), prima grande mostra in Italia dopo il successo mondiale di Africa Remix, attualmente allestita in Giappone, hanno rappresentato e rappresentano le tendenze più significative a partire dal secondo novecento. Pur esprimendosi con linguaggi differenti - pittura, scultura, disegno, installazione – condividono dubbi e ambizioni comuni.
L’arte di Bodo aspira a cambiare il corso della storia. Dipingendo tutto ciò che lo circonda, con gli anni il suo lavoro, intriso di un ascetismo mistico che aspira a migliorare il mondo, ha assunto i tratti di un registro di cronaca contemporanea. Le fotografie di Depara testimoniavano la vita a Kinshasa, quando il tempo era scandito dai ritmi della rumba e del cha-cha-cha. I grandi dipinti di Cyprien Tokoudagba, colorati rebus, affondano le loro radici nella tradizione del Benin, sua terra d’origine. L’artista si dedica anche alla scultura in cemento e alla decorazione di edifici pubblici e privati. Le cartoline di Frederic Bruly Bouabre', protagonista oltre dieci anni fa di una spettacolare mostra con Alighiero Boetti, realizzate con penne a sfera e pastelli a cera, sono rappresentazioni concrete di pensieri, ricordi, sogni, paesaggi, tradizioni, miti. Bodys Isek Kingelez focalizza invece l’attenzione sulla condizione umana: assemblando piccole sculture in cartone e plastica inventa ideali metropoli le cui strade, parchi, stadi e monumenti rispecchiano il desiderio di rigenerazione. Come Tokoudagba, anche Chéri Samba dedica la sua poetica – su billboards, fumetti, pittura su materiali di riciclo - alla gente di Kinshasa, ai drammi di un popolo che vive con fatalismo e ironia la propria difficile condizione. Monumentale era l’archivio fotografico di Seydou Keita, da cui solo negli ultimi anni sono stati riportati alla luce migliaia di negativi, immagini dalla precisa impostazione formale, dal carattere intimo e familiare, su singoli individui e gruppi di persone, che testimoniavano la contraddizione tra voglia di occidente e modernità e rispetto delle tradizioni locali, intrise di tribalismo. Con la pittura Moke rappresenta gli aspetti più scanzonati della vita in città - i bar, i ristoranti, le feste di quartiere, le cerimonie pubbliche. Stessa gioia che trapelava nelle fotografie di Malick Sidibé: sorrisi spontanei, balli europei e cubani, feste che durano fino all’alba, abiti all’occidentale.
L’Africa che si rinnova non è dunque un’utopia e la sua vitalità si riscontra immediatamente nelle opere dei suoi artisti. Di questo risveglio si è accorto anche il resto del mondo. Se da un lato l’Africa tenta ancora di recuperare la propria identità, dall’altro è già inserita nel panorama internazionale della globalizzazione.
Bodo
Mandu (Repubblica Democratica del Congo), 1953. Vive e lavora a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo)
Frederic Bruly Bouabre’
Zéprégüé (Costa d’Avorio), 1923. Vive e lavora ad Abidjan (Costa d’Avorio)
Depara
Kboklolo (Angola), 1928 – Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), 1997
Seydou Keïta
Bamako (Mali), 1921 ca. – Parigi 2001
Bodys Isek Kingelez
Kimbembele Ihunga (Repubblica Democratica del Congo), 1948. Vive e lavora a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo)
Moke
Ibe, Bandundu Province (Repubblica Democratica del Congo),1950 - Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), 2001
Chéri Samba
Kinto M’Vuila (Repubblica Democratica del Congo), 1956. Vive e lavora a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo)
Malik Sidibé
Soloba (Mali),1935. Vive e lavora a Bamako (Mali).
Cyprien Tokoudagba
Zéprégüé (Costa D’Avorio), 1923. Vive e lavora ad Abidjan (Costa D’Avorio)
05
ottobre 2006
The Soul of a Man
Dal 05 ottobre al 30 novembre 2006
arte contemporanea
Location
CORSOVENEZIAOTTO
Milano, Corso Venezia, 8, (Milano)
Milano, Corso Venezia, 8, (Milano)
Orario di apertura
da mart. a sab. 10- 13 15,30 -19.30
Ufficio stampa
DELOS
Autore
Curatore