Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Jan Saudek
Jan Saudek, nato a Praga nel 1935, è considerato dalla critica uno dei più grandi autori viventi a livello internazionale. Evidente è il legame con Praga, città misteriosa e magica che conserva il fascino estremo della storia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Jan Saudek, nato a Praga nel 1935, è considerato dalla critica uno dei più grandi autori viventi a livello internazionale. Evidente è il legame con Praga, città misteriosa e magica che conserva il fascino estremo della storia. Saudek da Praga si muove pochissimo. Durante gli anni del regime, quando ancora non è conosciuto come artista, lavora in fabbrica (lo fa per 32 anni) e durante il tempo libero coltiva la sua passione per l'arte e la fotografia. Le riprese, durante i primi anni, vengono effettuate in una cantina usando come sfondo un muro scrostato dall'umidità perfetto per sfumature e tonalità di grigio che restituisce alle foto dando vita a storie incredibili. L’atmosfera è come sospesa, tra il sogno e l’incubo, onirica, e subito il ricordo corre al processo di Kafka. Le sue sono storie di affetto e di sesso, di perversioni e di fantasie erotiche, di corpi belli e cadenti, in una continua giostra di tipologie umane al confine con il reale. E’ una galleria che, a colori, ricorda la morbosità della cantina, del nascosto, che richiama alla mente la raffinata patologia perversa di Joel Peter Witkin. Come in un circo onirico, le foto di Saudek sono pièce teatrali, per dire la sua verità e per renderla fuori dal tempo, e Praga è essa stessa una magnifica enorme scenografia naturale. Autodidatta, visionario pittore di sogni, ha vinto le norme morali e le regole sociali in vigore per esasperare la sua passione. La fotografia gli ha permesso di liberare le sue indignazioni, i suoi desideri, i suoi deliri, è un grido del sesso, della mente e del cuore. Ciò che interessa a Saudek, come autore, regista, truccatore e talvolta scenografo, è l'essere umano e le sue relazioni, sostiene lui stesso “la mia vera attività è ritrarre le anime”.
Grazie all'umorismo, all'ironia, al kitsch e alla forza del desiderio che sempre si rinnova, egli instaura una visione caratterizzata tanto dal suo fervore quanto dalla sua estetica e dalla sua coerenza. Ossessionato dal tempo, dall'invecchiamento, dalla perdita della bellezza, il tema della Vanitas torna prepotentemente. Lucido, impulsivo, eccessivo, ha infuso la sua anima nelle sue opere che esprimono l'impossibilità della felicità. Creatore underground a lungo condannato alla marginalità Saudek ha pienamente il suo posto nella storia della fotografia. Egli opera esclusivamente con foto-camere analogiche e tecniche che molti oggi considerano anacronistiche, fuori dal tempo. Le modelle sono, in genere, sue amiche o conoscenti, come l’artista Sára Saudková, sua compagna fotografata spesso insieme alla sua amica Olga. Nelle foto di Saudek appare un unico uomo, egli stesso. Dice che non lo fa per narcisismo ma per semplificarsi la vita perché gli uomini quando devono posare nudi sono sempre impacciati e imbarazzati. Dichiara in un intervista rilasciata in occasione della pubblicazione di un suo libro: "Se una fotografia non racconta una storia non è una fotografia. Forse è la storia di tutti i nostri pensieri, quelli che diventano pubblici e sfidano i luoghi comuni e quelli che per pudore restano confinati".
Grazie all'umorismo, all'ironia, al kitsch e alla forza del desiderio che sempre si rinnova, egli instaura una visione caratterizzata tanto dal suo fervore quanto dalla sua estetica e dalla sua coerenza. Ossessionato dal tempo, dall'invecchiamento, dalla perdita della bellezza, il tema della Vanitas torna prepotentemente. Lucido, impulsivo, eccessivo, ha infuso la sua anima nelle sue opere che esprimono l'impossibilità della felicità. Creatore underground a lungo condannato alla marginalità Saudek ha pienamente il suo posto nella storia della fotografia. Egli opera esclusivamente con foto-camere analogiche e tecniche che molti oggi considerano anacronistiche, fuori dal tempo. Le modelle sono, in genere, sue amiche o conoscenti, come l’artista Sára Saudková, sua compagna fotografata spesso insieme alla sua amica Olga. Nelle foto di Saudek appare un unico uomo, egli stesso. Dice che non lo fa per narcisismo ma per semplificarsi la vita perché gli uomini quando devono posare nudi sono sempre impacciati e imbarazzati. Dichiara in un intervista rilasciata in occasione della pubblicazione di un suo libro: "Se una fotografia non racconta una storia non è una fotografia. Forse è la storia di tutti i nostri pensieri, quelli che diventano pubblici e sfidano i luoghi comuni e quelli che per pudore restano confinati".
21
settembre 2006
Jan Saudek
Dal 21 settembre al 04 novembre 2006
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA CA’ DI FRA’
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 10-13 e 15-19
Vernissage
21 Settembre 2006, ore 18-21
Autore