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Biennale d’Arte Postumia Giovani 2006 – Camerae Pictae
La quinta edizione della Biennale Postumia Giovani nasce in concomitanza con le celebrazioni dedicate al quinto centenario della scomparsa di Andrea Mantegna
Comunicato stampa
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La quinta edizione della Biennale Postumia Giovani nasce in concomitanza con le celebrazioni dedicate al quinto centenario della scomparsa di Andrea Mantegna. Per l’occasione gli spazi di Villa Ippoliti, sede del Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti, si aprono a dieci giovani artisti selezionati dalle curatrici Paola Artoni e Antonella Gandini e chiamati a intervenire negli spazi del museo rielaborando personalmente la poetica di Mantegna (in termini di spazialità e prospettiva, psicologia dei protagonisti, rapporto con la classicità,…). In mostra sono i lavori di Paul Beel, Francesca Conchieri, Leonida De Filippi, Luca Francesconi, Junko Imada, Mario Piavoli, Paola Risoli, Spazio Visivo (gruppo composto da Paolo Cavinato, Anna Strada e Stefano Trevisi), Nicola Vinci, Dania Zanotto.
La pittura a tinte forti di Paul Beel (nato a Westlake - Ohio nel 1970 ma da anni fiorentino d’adozione) interpreta lo spirito del Mantegna attualizzando l’ardua ricerca prospettica e la sottile indagine psicologica dei protagonisti ritratti.
Francesca Conchieri (Brescia, 1980) pratica una sorta di spoliazione dell’opera del Mantegna cercando di restituire solo pochi elementi della Camera degli Sposi: il gioco illusionistico-architettonico utilizzato per rendere l’elemento del camino (focolare domestico), il gesto infantile della nana e le cavie del laboratorio di genetica (il nanismo era la conseguenza delle unioni tra consanguinei).
Leonida De Filippi (Milano, 1969) elegge un albero della Camera Picta a simbolo di un principio di conservazione di vita, di una sensibilità senza tempo, di una risposta alla brutalità degli interventi umani sulla natura.
I delicati disegni su carta svedese di Luca Francesconi (Mantova, 1979) sono dedicati alle interpretazioni psicologiche dei personaggi mantegneschi, dai cavalli alle Madonne, tra simboli e interpretazioni morfopsicologiche.
La leggerezza del lavoro di Junko Imada (nata a Kumamoto – Giappone nel 1971, da anni residente a Milano) interpreta le visioni atmosferiche di Mantegna in un continuo rimando tra realtà e allusione.
Il video di Mario Piavoli (nato a Desenzano del Garda, 1970 e residente a Pozzolengo – Bs) è dedicato allo sconvolgimento della prospettiva mantegnesca e all’indagine dei particolari e dei dettagli, tra astrazione e realtà.
L’installazione di Paola Risoli (Milano, 1969) è un richiamo alla classicità e un itinerario verso una dimensione intima che indaga il processo creativo dell’artista.
L’installazione del gruppo Spazio Visivo, composto dall’artista-scenografo Paolo Cavinato (Asola – Mn, 1975), dalla scrittrice Anna Strada (Milano, 1977) e dal compositore Stefano Trevisi (Mantova, 1974), percorre lo spazio e crea un itinerario di riscoperta delle suggestioni mantegnesche in termini di spazialità e prospettiva, indagine alchemica multisensoriale e teatralità.
Il fotografo Nicola Vinci (nato a Castellaneta – Ta, 1975) si sofferma sulla figura della nana ritratta nella Camera degli Sposi facendola diventare il filo conduttore di una narrazione negli spazi mantegneschi.
Gli abiti-scultura di Dania Zanotto (nata a Treviso nel 1975, vive e lavora a Brescia) sono oggetti simbolici e totem che, svuotati della loro funzione, diventano tramiti della spazialità spirituale del Mantegna e traccia del sacro nello spazio contemporaneo.
Accompagna la mostra un ampio catalogo edito dalla Publi Paolini con testi di Paola Artoni e Antonella Gandini.
La mostra è sostenuta dalla Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e dalla Fondazione Banca Agricola Mantovana, e patrocinata dalla Provincia di Mantova – Assessorato alla Cultura e Sistema dei Musei Mantovani, dalla Facoltà di Architettura – Polo Universitario di Mantova, dalla Città di Gazoldo degli Ippoliti.
La pittura a tinte forti di Paul Beel (nato a Westlake - Ohio nel 1970 ma da anni fiorentino d’adozione) interpreta lo spirito del Mantegna attualizzando l’ardua ricerca prospettica e la sottile indagine psicologica dei protagonisti ritratti.
Francesca Conchieri (Brescia, 1980) pratica una sorta di spoliazione dell’opera del Mantegna cercando di restituire solo pochi elementi della Camera degli Sposi: il gioco illusionistico-architettonico utilizzato per rendere l’elemento del camino (focolare domestico), il gesto infantile della nana e le cavie del laboratorio di genetica (il nanismo era la conseguenza delle unioni tra consanguinei).
Leonida De Filippi (Milano, 1969) elegge un albero della Camera Picta a simbolo di un principio di conservazione di vita, di una sensibilità senza tempo, di una risposta alla brutalità degli interventi umani sulla natura.
I delicati disegni su carta svedese di Luca Francesconi (Mantova, 1979) sono dedicati alle interpretazioni psicologiche dei personaggi mantegneschi, dai cavalli alle Madonne, tra simboli e interpretazioni morfopsicologiche.
La leggerezza del lavoro di Junko Imada (nata a Kumamoto – Giappone nel 1971, da anni residente a Milano) interpreta le visioni atmosferiche di Mantegna in un continuo rimando tra realtà e allusione.
Il video di Mario Piavoli (nato a Desenzano del Garda, 1970 e residente a Pozzolengo – Bs) è dedicato allo sconvolgimento della prospettiva mantegnesca e all’indagine dei particolari e dei dettagli, tra astrazione e realtà.
L’installazione di Paola Risoli (Milano, 1969) è un richiamo alla classicità e un itinerario verso una dimensione intima che indaga il processo creativo dell’artista.
L’installazione del gruppo Spazio Visivo, composto dall’artista-scenografo Paolo Cavinato (Asola – Mn, 1975), dalla scrittrice Anna Strada (Milano, 1977) e dal compositore Stefano Trevisi (Mantova, 1974), percorre lo spazio e crea un itinerario di riscoperta delle suggestioni mantegnesche in termini di spazialità e prospettiva, indagine alchemica multisensoriale e teatralità.
Il fotografo Nicola Vinci (nato a Castellaneta – Ta, 1975) si sofferma sulla figura della nana ritratta nella Camera degli Sposi facendola diventare il filo conduttore di una narrazione negli spazi mantegneschi.
Gli abiti-scultura di Dania Zanotto (nata a Treviso nel 1975, vive e lavora a Brescia) sono oggetti simbolici e totem che, svuotati della loro funzione, diventano tramiti della spazialità spirituale del Mantegna e traccia del sacro nello spazio contemporaneo.
Accompagna la mostra un ampio catalogo edito dalla Publi Paolini con testi di Paola Artoni e Antonella Gandini.
La mostra è sostenuta dalla Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e dalla Fondazione Banca Agricola Mantovana, e patrocinata dalla Provincia di Mantova – Assessorato alla Cultura e Sistema dei Musei Mantovani, dalla Facoltà di Architettura – Polo Universitario di Mantova, dalla Città di Gazoldo degli Ippoliti.
23
settembre 2006
Biennale d’Arte Postumia Giovani 2006 – Camerae Pictae
Dal 23 settembre al 19 novembre 2006
giovane arte
Location
MAM – MUSEO D’ARTE MODERNA DELL’ALTO MANTOVANO
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. lunedì chiuso
Vernissage
23 Settembre 2006, ore 18.30
Editore
PUBLI PAOLINI
Autore
Curatore