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Loris Gréaud – Illusion is a revolutionary weapon
Il Centre culturel français de Milan presenta una proposta originale di Loris Gréaud, uno degli artisti francesi fra i più interessanti della sua generazione, vincitore del Prix Ricard 2005
Comunicato stampa
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Il Centre culturel français de Milan presenta, da 22 settembre al 10 novembre 2006, una proposta originale di Loris Gréaud, uno degli artisti francesi fra i più interessanti della sua generazione, vincitore del Prix Ricard 2005.
Il lavoro di Loris Gréaud rimette in discussione le basi strutturali della mostra, il suo svolgimento e la sua economia. Instaura dei sistemi empirici in cui il dialogo tra varie aree produce delle forme, delle immagini e dei racconti complessi.
In continuo spostamento, Gréaud si confronta, in particolare con ricercatori, ingegneri, architetti, musicisti, storici, etc.
Possiamo citare ad esempio l’opera olfattiva “Spirit” (2005), creata assieme allo storico dell’arte Pascal Rousseau e ad un laboratorio di profumi di sintesi nel quale, per un anno, hanno compilato tutte le descrizioni olfattive della pianeta Marte (rendiconto scientifici, romanzi di fantascienza, etc.) in modo da elaborare una “immagine di odore”; oppure “Les Résidents (2)”, 2005, in cui egli riproduce, assieme a due architetti, lo spazio di un appartamento unicamente tramite la corrente d’aria.
Queste due opere sono state presentate durante la sua ultima mostra monografica al Plateau-Frac Ile de France nel 2005, “Silence Goes More Quickly When Played Backwards”, consacrata migliore mostra 2005 da diverse riviste francesi e internazionali.
Per il Centre culturel français de Milan, Loris Gréaud svela un lembo di una mostra più ampia, organizzata in simultanea a Tokyo, Los Angeles, New York e Londra, intitolata “Illusion is a revolutionary weapon”.
La mostra milanese si articola nello spazio attorno ad un’opera in-situ, “It’s gonna rain” nella quale vengono pilotati, tramite frequenze radio, i dieci tendoni avvolgibili della galleria, trasponendo una delle prime creazioni sonore di Steve Reich. L’opera di Steve Reich, creata nel 1965, riprende la frase “It’s gonna rain” e produce un’illusione sonora
che si sposta progressivamente, proponendo l’ascolto di nuove parole e di nuovi significati.
L’opera “Frequency of an image” è invece un elettroencefalogramma dell’artista, realizzato durante un esperimento con un neurologo per captare l’attività elettrica del suo cervello mentre si concentrava su una prossima proposta di mostra. Questa opera concettuale sarebbe la rappresentazione grafica di future immagini e idee. La scelta di installare l’opera nella prima parte della galleria, spazio totalmente chiuso, inaccessibile, tende a trasformarlo in uno spazio mentale.
Infine, “Ending introduction” lascia intravedere un film nell’attesa di una storia.
“Spirit” (2005), dettaglio
Dafne Boggeri
Attraverso linguaggi espressivi differenti – installazione, fotografia, video, performance – l'artista mette in discussione generi e forme, creando lievi ma inesorabili cortocircuiti: elementi camuffati e nascosti intervengono, interferiscono e interrompono l'usuale paesaggio urbano e le funzioni quotidiane degli oggetti.
La riflessione sull’identità beneficia di costanti richiami e riferimenti ad altri ambiti: la cultura d.i.y., la musica, l'editoria indipendente, la queer culture.
La realtà è vista come un’opera aperta in perenne divenire e il lavoro di Dafne Boggeri si concentra sul fragile equilibrio tra percezione e rappresentazione, esplicitandosi in uno stato di ambiguità non sempre scardinata.
Fra il 2004 e il 2005 Dafne Boggeri inaugura l'Espace Expérimental de Le Plateau (FRAC Ile de France) a Parigi a seguito di una residenza d'artista promossa dalla Dena Foundation.
Al Centre culturel français de Milan, per una sola sera, Dafne Boggeri ci offre la possibilità di vivere un luogo altro, normalmente chiuso al pubblico, che rappresenta l'antitesi architettonica ed estetica dello spazio del cinema, inizialmente destinato ad ospitare il progetto.
“Hidden line on explicit surface n.01” rappresenta la prima tappa di un'azione che tende a far perdere le sue tracce. Mescolando arte concettuale e street writing, l’artista interviene nello spazio con una decorazione vandalica complessa e pressoché invisibile. Il processo di costruzione è svelato da un mockumentary in cui movimento e suono sono trattati in senso geometrico. Il video è lo strumento aggiunto che trasforma gli spazi in vasi comunicanti, mettendo in scena la relatività della percezione della realtà e della realtà stessa.
Il lavoro di Loris Gréaud rimette in discussione le basi strutturali della mostra, il suo svolgimento e la sua economia. Instaura dei sistemi empirici in cui il dialogo tra varie aree produce delle forme, delle immagini e dei racconti complessi.
In continuo spostamento, Gréaud si confronta, in particolare con ricercatori, ingegneri, architetti, musicisti, storici, etc.
Possiamo citare ad esempio l’opera olfattiva “Spirit” (2005), creata assieme allo storico dell’arte Pascal Rousseau e ad un laboratorio di profumi di sintesi nel quale, per un anno, hanno compilato tutte le descrizioni olfattive della pianeta Marte (rendiconto scientifici, romanzi di fantascienza, etc.) in modo da elaborare una “immagine di odore”; oppure “Les Résidents (2)”, 2005, in cui egli riproduce, assieme a due architetti, lo spazio di un appartamento unicamente tramite la corrente d’aria.
Queste due opere sono state presentate durante la sua ultima mostra monografica al Plateau-Frac Ile de France nel 2005, “Silence Goes More Quickly When Played Backwards”, consacrata migliore mostra 2005 da diverse riviste francesi e internazionali.
Per il Centre culturel français de Milan, Loris Gréaud svela un lembo di una mostra più ampia, organizzata in simultanea a Tokyo, Los Angeles, New York e Londra, intitolata “Illusion is a revolutionary weapon”.
La mostra milanese si articola nello spazio attorno ad un’opera in-situ, “It’s gonna rain” nella quale vengono pilotati, tramite frequenze radio, i dieci tendoni avvolgibili della galleria, trasponendo una delle prime creazioni sonore di Steve Reich. L’opera di Steve Reich, creata nel 1965, riprende la frase “It’s gonna rain” e produce un’illusione sonora
che si sposta progressivamente, proponendo l’ascolto di nuove parole e di nuovi significati.
L’opera “Frequency of an image” è invece un elettroencefalogramma dell’artista, realizzato durante un esperimento con un neurologo per captare l’attività elettrica del suo cervello mentre si concentrava su una prossima proposta di mostra. Questa opera concettuale sarebbe la rappresentazione grafica di future immagini e idee. La scelta di installare l’opera nella prima parte della galleria, spazio totalmente chiuso, inaccessibile, tende a trasformarlo in uno spazio mentale.
Infine, “Ending introduction” lascia intravedere un film nell’attesa di una storia.
“Spirit” (2005), dettaglio
Dafne Boggeri
Attraverso linguaggi espressivi differenti – installazione, fotografia, video, performance – l'artista mette in discussione generi e forme, creando lievi ma inesorabili cortocircuiti: elementi camuffati e nascosti intervengono, interferiscono e interrompono l'usuale paesaggio urbano e le funzioni quotidiane degli oggetti.
La riflessione sull’identità beneficia di costanti richiami e riferimenti ad altri ambiti: la cultura d.i.y., la musica, l'editoria indipendente, la queer culture.
La realtà è vista come un’opera aperta in perenne divenire e il lavoro di Dafne Boggeri si concentra sul fragile equilibrio tra percezione e rappresentazione, esplicitandosi in uno stato di ambiguità non sempre scardinata.
Fra il 2004 e il 2005 Dafne Boggeri inaugura l'Espace Expérimental de Le Plateau (FRAC Ile de France) a Parigi a seguito di una residenza d'artista promossa dalla Dena Foundation.
Al Centre culturel français de Milan, per una sola sera, Dafne Boggeri ci offre la possibilità di vivere un luogo altro, normalmente chiuso al pubblico, che rappresenta l'antitesi architettonica ed estetica dello spazio del cinema, inizialmente destinato ad ospitare il progetto.
“Hidden line on explicit surface n.01” rappresenta la prima tappa di un'azione che tende a far perdere le sue tracce. Mescolando arte concettuale e street writing, l’artista interviene nello spazio con una decorazione vandalica complessa e pressoché invisibile. Il processo di costruzione è svelato da un mockumentary in cui movimento e suono sono trattati in senso geometrico. Il video è lo strumento aggiunto che trasforma gli spazi in vasi comunicanti, mettendo in scena la relatività della percezione della realtà e della realtà stessa.
22
settembre 2006
Loris Gréaud – Illusion is a revolutionary weapon
Dal 22 settembre al 10 novembre 2006
arte contemporanea
Location
CENTRE CULTUREL FRANÇAIS
Milano, Corso Magenta, 63, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 63, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 19.00
sabato ore 15.00 – 19.00
23 e 24 settembre ore 12-20
Vernissage
22 Settembre 2006, ore 12-21
Autore