Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Irene Petrafesa – Tangenze emozionali
Il Punto Einaudi di Barletta inaugura una stagione di eventi d’arte, musica, poesia ed iniziative sociali ospitando la pittura d’impianto classico di Irene Petrafesa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Punto Einaudi di Barletta inaugura una stagione di eventi d’arte, musica, poesia ed iniziative sociali ospitando la pittura d’impianto classico di Irene Petrafesa.
Costruita su due livelli - l’emozione ed il contingente - l’opera è il prodotto dell’evocazione di spunti reali in cui l’artista si è imbattuta, sedimentati nella memoria: infinite linee di fuga parlano di paesaggi urbani ed industriali fatti di fabbriche e gru, mentre la figura umana diviene soggetto più recente per alludere alla “precarietà ideologica” contemporanea.
Vernissage: domenica 25 giugno alle ore 20.00. La mostra resterà aperta sino a 12 luglio 2006.
Biografia dI IRENE PETRAFESA
IRENE PETRAFESA nasce a Bari nel 1952.
Vissuta in un ambiente familiare incline all’arte a tuttotondo per passione, intensifica l’attività negli ultimi anni.
Tra le mostre collettive si segnala la partecipazione alle Fiere d’arte nazionali di Bari, Montichiari, Padova, Reggio Emilia e Forlì; la recente esposizione Free trail al Centro d’Arte San Vidal di Venezia; i riconoscimenti in Terra di Puglia tra i quali il Premio Barletta Provincia ed I premiati di Arte e Poesia a Barletta; Le noci D’oro a Noci, Bari; la manifestazione Culture a Confronto a cura dell’Associazione G. De Nittis tra Trani e Barletta, durante la quale dona il dipinto “Ciminiera 1” per il nuovo Museo permanente di Arte contemporanea Quadreria del Castello Svevo ” Trani-Bari “.
Si classifica ai primi posti al Premio Sanremo 2000, al Premio Arte Mondatori a Milano ed al Gran Prix dell’Adriatico a Riccione. Tra il 2001 e 2002 partecipa al Roma New Age” al Palazzo delle Esposizioni, aggiudicandosi il Premio della critica, e a Le grandi mostre a Roma, rassegna internazionale a Palazzo Barberini.
Acquisisce la menzione di “Artista europeo” nell’ambito dell’ Art Summer New a cura della Comunita’ Europe Helsinki-Finlandia ed espone in ambito internazionale in eventi artistico culturali a Tenerife in Spagna, alla Fiera di Salisburgo, alla mostra Away game”alla Sendai Mediateque in Giappone.
Tra le mostre personali ed itineranti, che sintetizzano il percorso creativo dell’artista tra il 2001 e 2006, si menzionano: Fossili, Realta’ non conforme , Mediterraneo, Frammenti Metropolitani; Ciminiere. Suggestioni della memoria.
TESTO CRITICO DI GIUSY CAROPPO
La pittura di Irene Petrafesa è costruita su due livelli, agli antipodi e contigui:
l’emozione e il contingente.
È traduzione sintetica dell’attimo di identificazione accidentale con tutto ciò in cui si imbatte, percorrendo la vita.
L’opera diviene prodotto squisitamente ingegneristico dell’evocazione di immagini captate e sedimentate nella memoria; nasce in equilibrio perfetto tra materia, spazio, ricordo, istinto; è ridotta a tracce essenziali dal grafismo violento e rapido, stenograficamente accennate con il manico del pennello quando l’impasto da intaccare è grasso, leggermente increspato; sono segni secchi e decisi, impressi nella pittura sfaldata, stesa instancabilmente con infiniti passaggi, che pare declinare, ingannevole, verso un codice astratto.
Dal costante timbro monotonale
* dei bruni e grigi o, più raramente, dal registro caldo dell’ambra, degli aranciati –
la pittura di Irene Pretrafesa si dirama così attraverso due direttrici opposte per consistenza materica:
un impasto che s’ispessisce o assottiglia fino a diventare rarefatto e luminescente
lì dove ad emergere sono sagome ridotte ad ombre o impronte
e lo strato apparentemente gessoso cede il passo ad una liquidità quasi gassosa.
Ricordano muri scalcinati, i fondi,
sui quali con forza animistica Irene Petrafesa costruisce la struttura dell’opera:
infinite linee di fuga parlano di paesaggi urbani visti dal basso
o secondo una prospettiva panoramica e piatta, memoriale più che concreta.
La figura umana è lo spunto più recente.
Il tempo appare fermo, ma non assente. Passa…
“Adagio” un uomo, o anacronistica parvenza di uomo,
si muove senza poggiare, statico, il cammino.
Fluttua e sosta nell’“Attesa”, il “Passeggero a sinistra”.
Sfuma nell’”Oscuro” “Percorso alternativo”… Porta con sé l’ombra di un bagaglio.
Ed il gusto di alludere - nei titoli - ad una precarietà ideologica,
racchiusa ermeticamente nello sprazzo di un rosso da bandiera rossa, allusione al presente,
è analogamente sintetizzato negli ampi ed oblunghi paesaggi industriali delle “Ciminiere”.
Irene Petrafesa riesce a far trasudare di poesia queste “istantanee” mentali:
niente natura, ma un orizzonte buio e fumoso, opaco, un orizzonte rotto da fabbriche e gru.
Un “Mare nero”, tanto lontano eppure incombente:
non c’è fedeltà nella registrazione, impossibile decifrare luoghi reali;
eppure è capace di dischiudere il campo dei vissuti immaginari nascosti nelle nude rappresentazioni,
rifletterli senza alcuna presa di posizione sul mondo.
Disorientata dall’emozione traumatica di un attimo,
incide sempre e nuovamente quella cicatrice rosso corallo,
come malinconica luce interiore che squarcia il flusso dell’esistenza.
Giusy Caroppo
Costruita su due livelli - l’emozione ed il contingente - l’opera è il prodotto dell’evocazione di spunti reali in cui l’artista si è imbattuta, sedimentati nella memoria: infinite linee di fuga parlano di paesaggi urbani ed industriali fatti di fabbriche e gru, mentre la figura umana diviene soggetto più recente per alludere alla “precarietà ideologica” contemporanea.
Vernissage: domenica 25 giugno alle ore 20.00. La mostra resterà aperta sino a 12 luglio 2006.
Biografia dI IRENE PETRAFESA
IRENE PETRAFESA nasce a Bari nel 1952.
Vissuta in un ambiente familiare incline all’arte a tuttotondo per passione, intensifica l’attività negli ultimi anni.
Tra le mostre collettive si segnala la partecipazione alle Fiere d’arte nazionali di Bari, Montichiari, Padova, Reggio Emilia e Forlì; la recente esposizione Free trail al Centro d’Arte San Vidal di Venezia; i riconoscimenti in Terra di Puglia tra i quali il Premio Barletta Provincia ed I premiati di Arte e Poesia a Barletta; Le noci D’oro a Noci, Bari; la manifestazione Culture a Confronto a cura dell’Associazione G. De Nittis tra Trani e Barletta, durante la quale dona il dipinto “Ciminiera 1” per il nuovo Museo permanente di Arte contemporanea Quadreria del Castello Svevo ” Trani-Bari “.
Si classifica ai primi posti al Premio Sanremo 2000, al Premio Arte Mondatori a Milano ed al Gran Prix dell’Adriatico a Riccione. Tra il 2001 e 2002 partecipa al Roma New Age” al Palazzo delle Esposizioni, aggiudicandosi il Premio della critica, e a Le grandi mostre a Roma, rassegna internazionale a Palazzo Barberini.
Acquisisce la menzione di “Artista europeo” nell’ambito dell’ Art Summer New a cura della Comunita’ Europe Helsinki-Finlandia ed espone in ambito internazionale in eventi artistico culturali a Tenerife in Spagna, alla Fiera di Salisburgo, alla mostra Away game”alla Sendai Mediateque in Giappone.
Tra le mostre personali ed itineranti, che sintetizzano il percorso creativo dell’artista tra il 2001 e 2006, si menzionano: Fossili, Realta’ non conforme , Mediterraneo, Frammenti Metropolitani; Ciminiere. Suggestioni della memoria.
TESTO CRITICO DI GIUSY CAROPPO
La pittura di Irene Petrafesa è costruita su due livelli, agli antipodi e contigui:
l’emozione e il contingente.
È traduzione sintetica dell’attimo di identificazione accidentale con tutto ciò in cui si imbatte, percorrendo la vita.
L’opera diviene prodotto squisitamente ingegneristico dell’evocazione di immagini captate e sedimentate nella memoria; nasce in equilibrio perfetto tra materia, spazio, ricordo, istinto; è ridotta a tracce essenziali dal grafismo violento e rapido, stenograficamente accennate con il manico del pennello quando l’impasto da intaccare è grasso, leggermente increspato; sono segni secchi e decisi, impressi nella pittura sfaldata, stesa instancabilmente con infiniti passaggi, che pare declinare, ingannevole, verso un codice astratto.
Dal costante timbro monotonale
* dei bruni e grigi o, più raramente, dal registro caldo dell’ambra, degli aranciati –
la pittura di Irene Pretrafesa si dirama così attraverso due direttrici opposte per consistenza materica:
un impasto che s’ispessisce o assottiglia fino a diventare rarefatto e luminescente
lì dove ad emergere sono sagome ridotte ad ombre o impronte
e lo strato apparentemente gessoso cede il passo ad una liquidità quasi gassosa.
Ricordano muri scalcinati, i fondi,
sui quali con forza animistica Irene Petrafesa costruisce la struttura dell’opera:
infinite linee di fuga parlano di paesaggi urbani visti dal basso
o secondo una prospettiva panoramica e piatta, memoriale più che concreta.
La figura umana è lo spunto più recente.
Il tempo appare fermo, ma non assente. Passa…
“Adagio” un uomo, o anacronistica parvenza di uomo,
si muove senza poggiare, statico, il cammino.
Fluttua e sosta nell’“Attesa”, il “Passeggero a sinistra”.
Sfuma nell’”Oscuro” “Percorso alternativo”… Porta con sé l’ombra di un bagaglio.
Ed il gusto di alludere - nei titoli - ad una precarietà ideologica,
racchiusa ermeticamente nello sprazzo di un rosso da bandiera rossa, allusione al presente,
è analogamente sintetizzato negli ampi ed oblunghi paesaggi industriali delle “Ciminiere”.
Irene Petrafesa riesce a far trasudare di poesia queste “istantanee” mentali:
niente natura, ma un orizzonte buio e fumoso, opaco, un orizzonte rotto da fabbriche e gru.
Un “Mare nero”, tanto lontano eppure incombente:
non c’è fedeltà nella registrazione, impossibile decifrare luoghi reali;
eppure è capace di dischiudere il campo dei vissuti immaginari nascosti nelle nude rappresentazioni,
rifletterli senza alcuna presa di posizione sul mondo.
Disorientata dall’emozione traumatica di un attimo,
incide sempre e nuovamente quella cicatrice rosso corallo,
come malinconica luce interiore che squarcia il flusso dell’esistenza.
Giusy Caroppo
25
giugno 2006
Irene Petrafesa – Tangenze emozionali
Dal 25 giugno al 12 luglio 2006
arte contemporanea
Location
PUNTO EINAUDI
Barletta, Corso Giuseppe Garibaldi, 129, (Bari)
Barletta, Corso Giuseppe Garibaldi, 129, (Bari)
Orario di apertura
tutti i giorni feriali dalle ore 9.30/13.00 alle 17.00/21.30
Vernissage
25 Giugno 2006, ore 20
Sito web
www.ecletticaweb.it
Autore
Curatore