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Orto-grafie
Si tratta di foto, spesso di grandi dimensioni e stampate su supporti più “materici” della tradizionale carta fotografica: carte straccio e tele fine art, pannelli intonacati, terra di campo
Comunicato stampa
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Dal 7 al 30 luglio si tiene a Treviso la mostra ORTO-GRAFIE, presso la Casa dei Carraresi (già sede delle fortunate mostre sugli impressionisti). Si tratta di foto, spesso di grandi dimensioni e stampate su supporti più “materici” della tradizionale carta fotografica: carte straccio e tele fine art, pannelli intonacati, terra di campo. Al primo aspetto, sembrano dei quadri astratti, pure composizioni di forme e colori che ricordano Nolde, Mirò o i Nabis. Si tratta in realtà di comunissimi ortaggi – radicchio trevigiano, cipolle, pomodori, peperoni, zucchine… – fotografati da PaoloSpiga in natura (o in cucina), ma con particolari accorgimenti di luce; in studiate circostanze, come dopo una brinata; da punti di visuale inediti. Ad esempio “metamorfosi”, l’ORTO-GRAFIA riprodotta qui sopra – scelta come “logo” della mostra e stampata su tela, come un quadro, dimensioni cm 400x60 – altro non è che la metamorfosi, in 12 scatti, del radicchio di Treviso, dal verde con costa bianca di settembre, all’esplodere dei rossi e viola e neri delle gelate invernali, fino alla trasformazione nel “classico” rosso con costa bianca del prodotto finito, a dicembre.
Non siamo di fronte a foto “ritoccate” o costruite al computer. Per quanto non sia sempre facile riconoscere l’ortaggio fotografato, una buona parte di ORTO-GRAFIE sono, in un certo senso, foto “naturalistiche”. Proprio come un foto-naturalista (quale in effetti è) PaoloSpiga, per realizzarle, ha lavorato “in wild”. Si è inginocchiato sui campi induriti dal ghiaccio per catturare il primo raggio di sole radente sulle foglie perlate di brina. Si è disteso sul fango per lavorare con la fotocamera a livello del suolo e scoprire il mondo inesplorato del controluce. Non ha voluto però documentare la “realtà naturale”, ma divertirsi a dipingere, con i frutti della terra usati come pennelli e tavolozza; e dirci, nel modo provocatorio ed “estremo” dell’arte, che si può trovare la bellezza anche in quegli oggetti che la consuetudine quotidiana e la funzione pratica ci impediscono di vedere. Per questa ragione sono particolarmente significative le ORTO-GRAFIE realizzate non in natura ma proprio in cucina – nel luogo dove l’utile prevale. Qui gli ortaggi sono stati, come accade, tagliati, lavati, mescolati tra loro e fotografati in controluce. Ecco allora l’insospettata varietà di forme e colori di un cetriolo a fette, di una cipolla, di un soffritto o di un minestrone. Di cui ci accorgiamo, forse per la prima volta, che sono anche belli.
La mostra ORTO-GRAFIE è curata dalla critica d’arte milanese Jacqueline Ceresoli; raccoglie 29 scatti, stampati su grandi pannelli, e una istallazione.
Non siamo di fronte a foto “ritoccate” o costruite al computer. Per quanto non sia sempre facile riconoscere l’ortaggio fotografato, una buona parte di ORTO-GRAFIE sono, in un certo senso, foto “naturalistiche”. Proprio come un foto-naturalista (quale in effetti è) PaoloSpiga, per realizzarle, ha lavorato “in wild”. Si è inginocchiato sui campi induriti dal ghiaccio per catturare il primo raggio di sole radente sulle foglie perlate di brina. Si è disteso sul fango per lavorare con la fotocamera a livello del suolo e scoprire il mondo inesplorato del controluce. Non ha voluto però documentare la “realtà naturale”, ma divertirsi a dipingere, con i frutti della terra usati come pennelli e tavolozza; e dirci, nel modo provocatorio ed “estremo” dell’arte, che si può trovare la bellezza anche in quegli oggetti che la consuetudine quotidiana e la funzione pratica ci impediscono di vedere. Per questa ragione sono particolarmente significative le ORTO-GRAFIE realizzate non in natura ma proprio in cucina – nel luogo dove l’utile prevale. Qui gli ortaggi sono stati, come accade, tagliati, lavati, mescolati tra loro e fotografati in controluce. Ecco allora l’insospettata varietà di forme e colori di un cetriolo a fette, di una cipolla, di un soffritto o di un minestrone. Di cui ci accorgiamo, forse per la prima volta, che sono anche belli.
La mostra ORTO-GRAFIE è curata dalla critica d’arte milanese Jacqueline Ceresoli; raccoglie 29 scatti, stampati su grandi pannelli, e una istallazione.
07
luglio 2006
Orto-grafie
Dal 07 al 30 luglio 2006
fotografia
Location
CA’ DEI CARRARESI
Treviso, Via Palestro, 33, (Treviso)
Treviso, Via Palestro, 33, (Treviso)
Curatore