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Dieter Specht – Segmenti rivelati
La continua discussione sulla presunta fine della pittura rende particolarmente attuale l’opera di Picchio (Dieter Spechi): egli, infatti, ha cercato sin dagli inizi di travalicare i limiti di questo mezzo, per condurlo nella terza dimensione
Comunicato stampa
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La Galleria Tondinelli presenta dal 14 giugno al 13 luglio 2006 la mostra personale di Picchio (Dieter Specht), artista tedesco operante ad Arcegno (Canton Ticino) che espone per la terza volta in Italia.
La continua discussione sulla presunta fine della pittura rende particolarmente attuale l’opera di Picchio (Dieter Spechi): egli, infatti, ha cercato sin dagli inizi di travalicare i limiti di questo mezzo, per condurlo nella terza dimensione. Già lo stile da lui scelto, lo “stile a segmenti”, punta in questa direzione, partendo dall’evidente considerazione che la realtà che ci circonda è composta in gran parte da verticali: esse dominano manifestazioni diverse fra loro come i profili di molte metropoli o di certi antichi villaggi di case abbarbicate, le statistiche con i loro istogrammi, gli elenchi dei valori di borsa o le colonne dei giornali, in modo davvero generalizzato. La pittura di Picchio (Dieter Spechi) tende alla dimensione spaziale già con le sue marcate e pastose applicazioni di colori, e con l’inserimento del collage.
L’arte di Picchio (Dieter Specht) è fortemente interattiva, e questa interattività inizia sin dall’applicazione dei colori non mescolati, che si associano soltanto nell’occhio dell’osservatore per ottenere gli effetti di colore voluti, nel segno del divisionismo.
Un effetto del tutto personale, Picchio (Dieter Spechi), lo ottiene infine con i suoi quadri tridimensionali “lacerati”, sulla base di una tecnica che si lascia trasporre anche agli steli: gli ricopre la superficie del dipinto, con strisce di tela, che si possono dispiegare dall’atro verso il basso, ma anche in diagonale, e che vengono quindi rinforzate e dipinte con uno strato di resina epossidica. Le possibilità formali di questa tecnica sono vaste quanto le associazioni che essa è in grado di evocare. Ciò che sinora era coperto appare dischiuso, ciò che era velato viene disgelato, per regalare alla vista la bellezza nascosta (Martin Kraft).
Il catalogo della mostra è a cura del critico Martin Kraft.
La continua discussione sulla presunta fine della pittura rende particolarmente attuale l’opera di Picchio (Dieter Spechi): egli, infatti, ha cercato sin dagli inizi di travalicare i limiti di questo mezzo, per condurlo nella terza dimensione. Già lo stile da lui scelto, lo “stile a segmenti”, punta in questa direzione, partendo dall’evidente considerazione che la realtà che ci circonda è composta in gran parte da verticali: esse dominano manifestazioni diverse fra loro come i profili di molte metropoli o di certi antichi villaggi di case abbarbicate, le statistiche con i loro istogrammi, gli elenchi dei valori di borsa o le colonne dei giornali, in modo davvero generalizzato. La pittura di Picchio (Dieter Spechi) tende alla dimensione spaziale già con le sue marcate e pastose applicazioni di colori, e con l’inserimento del collage.
L’arte di Picchio (Dieter Specht) è fortemente interattiva, e questa interattività inizia sin dall’applicazione dei colori non mescolati, che si associano soltanto nell’occhio dell’osservatore per ottenere gli effetti di colore voluti, nel segno del divisionismo.
Un effetto del tutto personale, Picchio (Dieter Spechi), lo ottiene infine con i suoi quadri tridimensionali “lacerati”, sulla base di una tecnica che si lascia trasporre anche agli steli: gli ricopre la superficie del dipinto, con strisce di tela, che si possono dispiegare dall’atro verso il basso, ma anche in diagonale, e che vengono quindi rinforzate e dipinte con uno strato di resina epossidica. Le possibilità formali di questa tecnica sono vaste quanto le associazioni che essa è in grado di evocare. Ciò che sinora era coperto appare dischiuso, ciò che era velato viene disgelato, per regalare alla vista la bellezza nascosta (Martin Kraft).
Il catalogo della mostra è a cura del critico Martin Kraft.
14
giugno 2006
Dieter Specht – Segmenti rivelati
Dal 14 giugno al 13 luglio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA TONDINELLI
Roma, Via Delle Quattro Fontane, 128a, (Roma)
Roma, Via Delle Quattro Fontane, 128a, (Roma)
Autore
Curatore