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Franco Orlandi – Sens’Azioni
mostra Sens’Azioni, personale di Franco Orlandi, vincitore dell’edizione 2005 del premio d’arte “Città di Alba”
Comunicato stampa
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“A chi segue da alcuni anni la ricerca pittorico-materica di Franco Orlandi non parrà strano rileggere in queste ultime novità narrative quanto il racconto abbia lasciato spazio alle parole poetiche citate dai titoli dei quadri e si sia altresì impregnato di densità coloristico-materica in un'assoluta ricerca informale.
Trattasi di un lavoro intimo proiettato matericamente all'esterno, quasi un entrare nelle emozioni per prenderne possesso restituendone un'immagine estetica. È forse proprio questo il punto di passaggio tra la produzione precedente e quella attuale: il coraggio di far corpo con il pathos sicuri che la bellezza con cui esso si manifesta (sia esso pathos positivo o negativo) valga ogni difficoltà emotiva o pittorica.
Come dunque non ricordare quei guizzi fulminei con cui il colore si impossessava della tela quasi tisicamente, graffiandola di colore e densità materica, anche in un paesaggio più modulato da circostanziate scelte di campo visivo ("La grande mela"), di cui la rilettura dell'esperienza storica del post-impressionismo e dell'arte fauve costituiscono in qualche modo il postulato operativo.
L'orizzonte figurativo a priori che costituisce l'indagine mentale e materica dell'autore è preferenzialmente quello paesaggistico, una dimensione che ben accoglie quel senso panico con cui Franco Orlandi vive emozioni, sentimenti, diremmo noi, quasi una condizione romantica dell'esistenza se in questa accezione intendiamo quel perdersi interiormente in un tutto che è spirito immanente, ovvero voce della natura.
L'elemento infatti più intrigante della sua ricerca al di là delle soluzioni informali a volte ancora acerbe di alcuni suoi quadri è quella voce spirituale che anche i lavori più fenomenici dal punto di vista dell'accadimento fisico-coloristico ci fanno respirare. È come se l'incontro o scontro tra materie producesse suoni, ora melodici ora stridenti, ora silenzi, ora frastuoni.
La voce della natura ("II gemito della terra"), la voce dell'uomo che canta con coraggio la sua continua ricerca di verità: forse la faccia nascosta di ciò che vediamo ? ("La via che scende e la via che sale sono la stessa cosa"), o i personaggi mitologici in cui il linguaggio universale dell'uomo trova i suoi topoi? ("Giasone contro il drago").
Qualsiasi possa essere la risposta trattasi sempre di alchimie emotive-spirituali in cui il concetto di tempesta quale metafora del cambiamento si attesta quale anello indispensabile di crescita artistica ed umana. Nulla di artefatto, nessuna allusione. Solo lacerti in via di definizione, scanditi con lucidità all'interno di un processo che a ben guardare quand'anche trovasse soluzioni appaganti, non le potrebbe ritenere giammai conclusive ("Al punto fermo, là è la danza").
Manuela Cusino
Trattasi di un lavoro intimo proiettato matericamente all'esterno, quasi un entrare nelle emozioni per prenderne possesso restituendone un'immagine estetica. È forse proprio questo il punto di passaggio tra la produzione precedente e quella attuale: il coraggio di far corpo con il pathos sicuri che la bellezza con cui esso si manifesta (sia esso pathos positivo o negativo) valga ogni difficoltà emotiva o pittorica.
Come dunque non ricordare quei guizzi fulminei con cui il colore si impossessava della tela quasi tisicamente, graffiandola di colore e densità materica, anche in un paesaggio più modulato da circostanziate scelte di campo visivo ("La grande mela"), di cui la rilettura dell'esperienza storica del post-impressionismo e dell'arte fauve costituiscono in qualche modo il postulato operativo.
L'orizzonte figurativo a priori che costituisce l'indagine mentale e materica dell'autore è preferenzialmente quello paesaggistico, una dimensione che ben accoglie quel senso panico con cui Franco Orlandi vive emozioni, sentimenti, diremmo noi, quasi una condizione romantica dell'esistenza se in questa accezione intendiamo quel perdersi interiormente in un tutto che è spirito immanente, ovvero voce della natura.
L'elemento infatti più intrigante della sua ricerca al di là delle soluzioni informali a volte ancora acerbe di alcuni suoi quadri è quella voce spirituale che anche i lavori più fenomenici dal punto di vista dell'accadimento fisico-coloristico ci fanno respirare. È come se l'incontro o scontro tra materie producesse suoni, ora melodici ora stridenti, ora silenzi, ora frastuoni.
La voce della natura ("II gemito della terra"), la voce dell'uomo che canta con coraggio la sua continua ricerca di verità: forse la faccia nascosta di ciò che vediamo ? ("La via che scende e la via che sale sono la stessa cosa"), o i personaggi mitologici in cui il linguaggio universale dell'uomo trova i suoi topoi? ("Giasone contro il drago").
Qualsiasi possa essere la risposta trattasi sempre di alchimie emotive-spirituali in cui il concetto di tempesta quale metafora del cambiamento si attesta quale anello indispensabile di crescita artistica ed umana. Nulla di artefatto, nessuna allusione. Solo lacerti in via di definizione, scanditi con lucidità all'interno di un processo che a ben guardare quand'anche trovasse soluzioni appaganti, non le potrebbe ritenere giammai conclusive ("Al punto fermo, là è la danza").
Manuela Cusino
20
maggio 2006
Franco Orlandi – Sens’Azioni
Dal 20 al 28 maggio 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO 13
Alba, Via Macrino, 5, (Cuneo)
Alba, Via Macrino, 5, (Cuneo)
Orario di apertura
il venerdì dalle 16 alle 19 e dalle 21 alle 23; il sabato e la domenica dalle 16 alle 19
Autore