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In progress
Installazione permanente di Paolo Masi. Opere di Paolo Masi, Gabriele Manganiello e Filippo Manzini
Comunicato stampa
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L’installazione realizzata da Paolo Masi appositamente per gli spazi della Tessilform di Patrizia Pepe, si compone di una serie di lastre di plexiglass trasparente, che si strutturano secondo un intrinseco principio ordinatore, accostate e organizzate tra loro "in progress".
sede Patrizia Pepe, hall:
uno degli spazi espositivi
Su ogni superficie scorrono linee di colore acrilico rosso acceso ritagliate con lo spray e scandite da intervalli variabili che, sconfinando liberamente in direzione orizzontale oltre il limite fisico di ogni porzione, si infittiscono coagulandosi ed espandendosi come frequenze di un’unica e spessa traccia monocromatica. Attivando lo spazio con la sua vibrazione, esaltata dal contrasto con la superficie del muro, l’opera di Masi abita organicamente l’architettura della Tessilform, interpretandola e coinvolgendola con l’energia della forma/colore attraverso la quale- con un’attitudine che unisce metodo e fantasia- l’artista rinnova la tecnica appresa in America negli anni ’70, rievocando così l’esperienza informale degli esordi.
All’informale si legano, trasversalmente, per la loro origine gestuale, anche i Residui in bianco e nero: dischi saturi di ombre di oggetti rinvenuti nello studio e casualmente collocati sul plexiglass che, fissati in negativo con lo spray e trasformati in segni residuali, si stratificano con esiti simili a quelli di fotografie astratte.
Esposte verticalmente nell’atrio dell’atelier, queste opere del Maestro fiorentino incontrano e introducono i lavori di due giovani artisti: Gabriele Manganiello e Filippo Manzini.
Le opere recenti di Gabriele Manganiello, realizzate con tessuti sintetici di vario spessore e colore, affiorano sul piano orizzontale, sospese come profili di continenti. Attraverso il ritmo dei tagli, l’artista ricerca forme e delinea immagini, visualizza forze e suggerisce traiettorie visive e sensoriali. Le sue creazioni effimere, che reagiscono alle condizioni ambientali, occupano e segnano lo spazio con la loro presenza, misurando il tempo come veri e propri environment.
Nei suoi lavori Filippo Manzini rileva invece geometrie essenziali, sintetizzate sulla carta attraverso un lento processo di sottrazione manuale di materia. L’artista sacrifica il supporto levigandone e incidendone gli strati su cui articola pochi e scrupolosi tratti: semplici linee che si tendono nel vuoto, rese appena visibili sui piani da passaggi sottili di luci e ombre.
Questi disegni di differenti dimensioni, si presentano come fragili scatole spaziali che si compenetrano bianco su bianco con l’ambiente, cristallizzandosi o dissolvendosi in esso.
sede Patrizia Pepe, hall:
uno degli spazi espositivi
Su ogni superficie scorrono linee di colore acrilico rosso acceso ritagliate con lo spray e scandite da intervalli variabili che, sconfinando liberamente in direzione orizzontale oltre il limite fisico di ogni porzione, si infittiscono coagulandosi ed espandendosi come frequenze di un’unica e spessa traccia monocromatica. Attivando lo spazio con la sua vibrazione, esaltata dal contrasto con la superficie del muro, l’opera di Masi abita organicamente l’architettura della Tessilform, interpretandola e coinvolgendola con l’energia della forma/colore attraverso la quale- con un’attitudine che unisce metodo e fantasia- l’artista rinnova la tecnica appresa in America negli anni ’70, rievocando così l’esperienza informale degli esordi.
All’informale si legano, trasversalmente, per la loro origine gestuale, anche i Residui in bianco e nero: dischi saturi di ombre di oggetti rinvenuti nello studio e casualmente collocati sul plexiglass che, fissati in negativo con lo spray e trasformati in segni residuali, si stratificano con esiti simili a quelli di fotografie astratte.
Esposte verticalmente nell’atrio dell’atelier, queste opere del Maestro fiorentino incontrano e introducono i lavori di due giovani artisti: Gabriele Manganiello e Filippo Manzini.
Le opere recenti di Gabriele Manganiello, realizzate con tessuti sintetici di vario spessore e colore, affiorano sul piano orizzontale, sospese come profili di continenti. Attraverso il ritmo dei tagli, l’artista ricerca forme e delinea immagini, visualizza forze e suggerisce traiettorie visive e sensoriali. Le sue creazioni effimere, che reagiscono alle condizioni ambientali, occupano e segnano lo spazio con la loro presenza, misurando il tempo come veri e propri environment.
Nei suoi lavori Filippo Manzini rileva invece geometrie essenziali, sintetizzate sulla carta attraverso un lento processo di sottrazione manuale di materia. L’artista sacrifica il supporto levigandone e incidendone gli strati su cui articola pochi e scrupolosi tratti: semplici linee che si tendono nel vuoto, rese appena visibili sui piani da passaggi sottili di luci e ombre.
Questi disegni di differenti dimensioni, si presentano come fragili scatole spaziali che si compenetrano bianco su bianco con l’ambiente, cristallizzandosi o dissolvendosi in esso.
30
maggio 2006
In progress
Dal 30 maggio al 28 settembre 2006
arte contemporanea
Location
PATRIZIA PEPE
Campi Bisenzio, Via Piero Gobetti, 7/9, (Firenze)
Campi Bisenzio, Via Piero Gobetti, 7/9, (Firenze)
Orario di apertura
lunedì/venerdì 9.30/12.30 e 14.30/18.30
Vernissage
7 Marzo 2006, ore 17,30-18,30
Autore
Curatore