21 marzo 2013

Fino al 30.III.2013 Michele de Lucchi, Montagne Milano, Antonia Jannone

 
L’architetto e designer invade lo spazio della galleria milanese con le sue Montagne gigantesche e aggraziate, fatte di legno e di ogni forma possibile. Che stanno in un palmo di mano -

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Nello spazio raccolto della Galleria Jannone, passata una serie di cortiletti, le opere di Michele De Lucchi, 18 minuscole sculture note con il nome di Montagne, spiccano per grazia ed eleganza. Si resta a fissarle come farebbe una bambina di fronte a una casa per le bambole.
Alcune Montagne sono lisce, seriche, le si guarda e si ha voglia di accarezzarle, altre sono ruvide, non ripassate con la carta, si vedono i colpi dello scalpello e le venature rossastre del legno o tracce di colore di oggetti misteriosi che si sono strofinati contro il legno. Si immagina, si indovina, una vita precedente per queste opere, quando erano solo legno, tronchi, alberi che vivevano. Si tratta di cosine piccole, alte meno di mezzo metro. Ma, nonostante le dimensioni ridotte, assurte a una inaspettata monumentalità.
Le sculture, realizzate nel 2012 e nei primi giorni del 2013, sono in legno di noce e di rovere. Alcune hanno il tetto rimovibile, altre sono da appendere al muro, alcune sono in blocco unico, altre sembrano una cosa sola, ma gli accostamenti di spicchi di colori diversi di legno lasciano capire che sono un puzzle tridimensionale composto da pezzi su pezzi. Il legno è una materia ibrida, delicata, componibile. Ci parla. Ha un forte odore, diverso a seconda del tipo di albero usato, e colori diversi. A volte è liscio, altre volte ruvido. A volte ne nasce una montagna nera e paurosa, altre chiara e sorridente.
Le Montagne di De Lucchi sono sculture, ma il rimando architettonico è fortissimo. «A volte parto da un blocco unico di legno – spiega Michele De Lucchi – altre volte da pezzetti relativamente piccoli, altre volte ancora da listellini».
Dopo le Casette e i Tavolini, Michele De Lucchi parla nuovamente del suo lavoro di scultore in termini di costruzione e le sue opere, realizzate tramite una tecnica tradizionale come la scultura in legno, raggiungono una monumentalità, qualsiasi sia la dimensione.
L’impressione, vendendo le Montagne – ce ne sono con il soffitto a cupola, altre altissime e appuntite, alcune con la base a forma di otto fatte tutte di listarelle di colore diverso una sopra l’altra E a cono, o a gabbia, con le finestre o con le porte, turrite o arrotondate, scure e chiare – è pensare alle Dolomiti disegnate da Dino Buzzati. Qualcosa di completamente diverso e lontano dalle montagne natie dello scrittore bellunese, ma che ne riassumevano lo spirito con una forza pulsante. Allo stesso modo, quelle di De Lucchi non sono, pur essendolo, Montagne.
Silvia Tozzi
mostra visitata il 15 marzo 2013


dal 28 febbraio al 30 marzo 2013


Michele De Lucchi, Montagne

corso Garibaldi 125 – (20121) Milano


Orari: da lunedì a venerdì 10-19


Ingresso gratuito


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