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1000’art 2006 – I Sogni nei Segni
esposizione in plein air
Comunicato stampa
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Arte in strada
Il flâneur nei passages vagabonda per le vie della città, assapora il gusto dei portoni, dei frontoni, dei particolari di architetture non monumentali; senza collocare stili, tempi, autori, egli si lascia solo attraversare dalla vita quotidiana, tra le vetrine. Il caso e l’arte sanno coagulare in un angolo la giusta misura di archi e sfondi. La spontaneità di questa emozione non voluta sorprende sbadatamente. Non viene da una ricerca, si offre senza prezzo, crea un attimo lungo uno spazio, oltre la normalità.
Il museo in cui si entra per progetto, non riesce allo stesso effetto semplice: c’è troppo, individualità prepotenti alla serie creano effetti da sindrome di Stendhal. Nelle gallerie e nelle mostre, d’altro canto, la ricchezza offerta risente della costituzione di progetto, crea cultura specifica ma perde l’ingenuità dello sguardo, il confronto personale con l’opera che è emozione e giudizio personale, tendente all’universale quanto non rispettoso di autorità altre dall’opera. Perciò sono così suggestive le esposizioni nelle strade, Montmartre, Via Margutta, il Lungarno… i lavori d’arte circondano un camminamento lento con una visita non pianificata, sospesa alla meraviglia come al raggio di sole che può affacciarsi o anche nascondersi. Una emozione che invita a prendere parte col proprio punto di vista, in un fascino presente persino oggi, che il mercato turistico ha invaso queste strade.
Questa idea di un altro incontro per cose d’arte, che non si sostituisce agli altri ma li completa con freschezza, anima il gruppo di pittori coordinati dall’Associazione La Bottega, che dal 2005 si riconoscono nel cartello 1000’Art, artisti in Via dei Mille.
Gli artisti cambiano di volta in volta, sono artisti giovani e meno giovani, riuniti in associazioni varie, accomunati da una idea di rinnovamento personale continuo, di una sperimentazione costante e motivata, ma anche dalla ricerca di un luogo ou-topico che sia spazio ideale tra il presente ed il futuro, tra progetti e materie, tra la città e chi la abita.
Gli Artisti in Via dei Mille espongono sui gradini Francesco D’Andrea, che si inerpicano rapidi verso lo sfondo della superiore Via Parco Margherita. Costruiscono con dipinti, sculture, ceramiche una nuova architettura della scalinata, la articolano verso l’alto in spazi di esposizione e di eventi, sfondano lo scenario e ne fanno l’erto cortile di un dialogo con il passante.
Si restituisce così ad una città d’arte come Napoli, ricca di musei e gallerie, la visita senza appuntamento, la chiacchiera, l’occasione estetica eventuale. L’arte entra nella normalità del vivere di chi è in giro per lavoro o per l’immancabile caffè. Esporre in un luogo di passeggio fa girare l’arte tra tutti noi, senza uscire dal semplice vivere mentre si approfondiscono problematiche di costruzione e fruizione d’arte: senza paludamenti ufficiali. Come entrare nel laboratorio dell’artista ce lo restituisce in camicia – l’arte si presenta in tutto il suo aspetto più vero, di ricerca senza autorità; si dà all’ammirazione spontanea che le si rivolge come ad un brano di vita di cui giudicare cordialmente.
Questo senso comunitario dell’opera d’arte caratterizzava gli stili del passato ed oggi è velato. L’arte esprime sino in fondo lo sconcerto del tempo, lo sperimentalismo delle materie e delle forme soffre il distacco dalle genti. Non può che essere così, se l’arte esprime il senso del tempo - ed il senso del tempo è appunto tale quale l’arte d’oggi lo descrive. Ciò fa più chiara la richiesta degli artisti di ritrovare un rapporto pieno con la comunità, di discutere insieme.
Perché l’indefinibilità del bello, il suo legame al compiacimento individuale, riesce comunque ad affermare la bellezza come valore nel suo collegamento al senso comune, nel suo esprimere in immagine l’universale ricerca del gusto, che crea opere che si lasciano semplicemente riconoscere come esemplari della forma che si impone in un tempo come dotata di valore.
Clementina Gily
Docente di Estetica, Università Federico II
Il flâneur nei passages vagabonda per le vie della città, assapora il gusto dei portoni, dei frontoni, dei particolari di architetture non monumentali; senza collocare stili, tempi, autori, egli si lascia solo attraversare dalla vita quotidiana, tra le vetrine. Il caso e l’arte sanno coagulare in un angolo la giusta misura di archi e sfondi. La spontaneità di questa emozione non voluta sorprende sbadatamente. Non viene da una ricerca, si offre senza prezzo, crea un attimo lungo uno spazio, oltre la normalità.
Il museo in cui si entra per progetto, non riesce allo stesso effetto semplice: c’è troppo, individualità prepotenti alla serie creano effetti da sindrome di Stendhal. Nelle gallerie e nelle mostre, d’altro canto, la ricchezza offerta risente della costituzione di progetto, crea cultura specifica ma perde l’ingenuità dello sguardo, il confronto personale con l’opera che è emozione e giudizio personale, tendente all’universale quanto non rispettoso di autorità altre dall’opera. Perciò sono così suggestive le esposizioni nelle strade, Montmartre, Via Margutta, il Lungarno… i lavori d’arte circondano un camminamento lento con una visita non pianificata, sospesa alla meraviglia come al raggio di sole che può affacciarsi o anche nascondersi. Una emozione che invita a prendere parte col proprio punto di vista, in un fascino presente persino oggi, che il mercato turistico ha invaso queste strade.
Questa idea di un altro incontro per cose d’arte, che non si sostituisce agli altri ma li completa con freschezza, anima il gruppo di pittori coordinati dall’Associazione La Bottega, che dal 2005 si riconoscono nel cartello 1000’Art, artisti in Via dei Mille.
Gli artisti cambiano di volta in volta, sono artisti giovani e meno giovani, riuniti in associazioni varie, accomunati da una idea di rinnovamento personale continuo, di una sperimentazione costante e motivata, ma anche dalla ricerca di un luogo ou-topico che sia spazio ideale tra il presente ed il futuro, tra progetti e materie, tra la città e chi la abita.
Gli Artisti in Via dei Mille espongono sui gradini Francesco D’Andrea, che si inerpicano rapidi verso lo sfondo della superiore Via Parco Margherita. Costruiscono con dipinti, sculture, ceramiche una nuova architettura della scalinata, la articolano verso l’alto in spazi di esposizione e di eventi, sfondano lo scenario e ne fanno l’erto cortile di un dialogo con il passante.
Si restituisce così ad una città d’arte come Napoli, ricca di musei e gallerie, la visita senza appuntamento, la chiacchiera, l’occasione estetica eventuale. L’arte entra nella normalità del vivere di chi è in giro per lavoro o per l’immancabile caffè. Esporre in un luogo di passeggio fa girare l’arte tra tutti noi, senza uscire dal semplice vivere mentre si approfondiscono problematiche di costruzione e fruizione d’arte: senza paludamenti ufficiali. Come entrare nel laboratorio dell’artista ce lo restituisce in camicia – l’arte si presenta in tutto il suo aspetto più vero, di ricerca senza autorità; si dà all’ammirazione spontanea che le si rivolge come ad un brano di vita di cui giudicare cordialmente.
Questo senso comunitario dell’opera d’arte caratterizzava gli stili del passato ed oggi è velato. L’arte esprime sino in fondo lo sconcerto del tempo, lo sperimentalismo delle materie e delle forme soffre il distacco dalle genti. Non può che essere così, se l’arte esprime il senso del tempo - ed il senso del tempo è appunto tale quale l’arte d’oggi lo descrive. Ciò fa più chiara la richiesta degli artisti di ritrovare un rapporto pieno con la comunità, di discutere insieme.
Perché l’indefinibilità del bello, il suo legame al compiacimento individuale, riesce comunque ad affermare la bellezza come valore nel suo collegamento al senso comune, nel suo esprimere in immagine l’universale ricerca del gusto, che crea opere che si lasciano semplicemente riconoscere come esemplari della forma che si impone in un tempo come dotata di valore.
Clementina Gily
Docente di Estetica, Università Federico II
25
maggio 2006
1000’art 2006 – I Sogni nei Segni
Dal 25 al 27 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GRADINI FRANCESCO D’ANDREA
Napoli, Via Dei Mille, (Napoli)
Napoli, Via Dei Mille, (Napoli)
Orario di apertura
10-21