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Los Caprichos (Il sonno della ragione genera mostri)
Rizziero Arte è lieta di presentare Los Caprichos (Il sonno della ragione genera mostri),1 una raccolta di sculture ed opere su carta di David Casini, Marcel Dzama, Charlene Liu e Nicolas Touron a cura di Viola Emaldi
Comunicato stampa
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Rizziero Arte è lieta di presentare Los Caprichos (Il sonno della ragione genera mostri),1 una raccolta di sculture ed opere su carta di David Casini, Marcel Dzama, Charlene Liu e Nicolas Touron a cura di Viola Emaldi.
Tecnicamente, il termine “Capriccio” indica vari aspetti della produzione artistica accomunati dall’ispirazione fantastica e dal gusto per l’invenzione, per ornamenti stravaganti, per figurazioni bizzarre, inquietanti e oniriche. In particolare, alla fine del XVIII secolo, assunse con Goya ancor più esplicita valenza ideologica ed anticipò esteticamente lo spostamento verso un’arte dominata da soggettività e libertà creativa. Così anche l’ironia e l’esorcismo – da tempo ormai affidati all’arte tout court e non solo al capriccio o alla caricatura – tornano oggi quanto mai utili nell’indicare, tramite figure simboliche o narrazioni, gli innumerevoli fiori della frenesia terrena.
L’alta qualità di questi artisti, nati tutti agli inizi dei ’70, si manifesta nei Caprichos in mostra, interessanti sotto diversi aspetti. Dal punto di vista tecnico, poiché ognuno mette in evidenza una manualità oggi riscoperta con stile elegante, impeccabile e calibrato nel dosare decorativismi strumentali; dal punto di vista artistico, in quanto rompono con la tendenza dilagante al provocante e spettacolare, tramite un linguaggio anticonformista, per niente istantaneo, poiché esprime con ragione i turbamenti dell’inconscio, seducendo senza ricorrere a schemi esemplificativi o, peggio, cedere alla retorica; dal punto di vista storico-culturale, dato che illustrano il loro tempo trasfigurandolo secondo precisi canoni personali e con inclinazioni postromantiche. Così, simboli e mostri acquistano la folgorante e concreta evidenza della realtà. Al fondo, loro prima ispiratrice.
Con un atteggiamento dandy d’eccentrica evasione, la sensibilità di David Casini (Montevarchi, 1973) esplora lucidamente le dimensioni misteriose dell’esistenza a colpi di dark fantasy e riferimenti alti. Una poetica seducente, risolta espressivamente in sculture di ceramica e cristallo di quarzo. E qui, preziosi materiali e dettagliati interventi manuali descrivono situazioni, luoghi e oggetti che sanno d’eternità.
Nei garbati acquerelli di Charlene Liu (Fukuoka, Giappone, 1974), la pittura tende alla poesia cogliendo intime forze naturali con tinte tenui ed armoniose che rendono visibile l’anima. Paesaggi fantastici e rovine nascondono residui del presente quali carcasse d’automobili, motociclette e figure solitarie in stato d’abbandono volontario alla vegetazione cosmica. Manipolata oniricamente, la realtà figurale perde i suoi contorni e diventa cedevole, quindi germoglia lussureggiante e ancora muta intimamente, sino al punto in cui lo spettatore quasi rischia di non vedere ciò che non può essere, ma è, nascosto tra i fiori.
Ambiguità, sottile ironia e cinico erotismo sono le componenti che Marcel Dzama (Winnipeg, Canada, 1974) mette al servizio di un’ispirazione simbolista illustrata da scale di colori che danno vita a composizioni figurative su carta dove i personaggi ricorrenti diventano via via più complessi. L’immaginario che ne scaturisce è popolato da soggetti di natura animale, vegetale, ibrida o, comunque, antropomorfa che animano uno sfondo bianco, aperto a molteplici chiavi di lettura.
In apparenza naif, l’universo estetico di Nicolas Touron (Franconville, Francia, 1970) ha i caratteri di una favola senza volto, nella quale si celebrano memorie, tenere quanto perverse, assemblate tra loro. Tra humour e senso dell’assurdo, si sviluppa così un lavoro che trascrive con illogica e sofisticata ingegnosità un caos domestico, malinconico e ordinato da semplificazioni monocrome. Oggetti domestici, riferimenti infantili si alternano, così, come elementi urbani ed architetturali, divenendo grandi o piccini in stravaganti disegni e sculture in un gioco che ricorda Gulliver e gli abitanti di Lilliput.
Tecnicamente, il termine “Capriccio” indica vari aspetti della produzione artistica accomunati dall’ispirazione fantastica e dal gusto per l’invenzione, per ornamenti stravaganti, per figurazioni bizzarre, inquietanti e oniriche. In particolare, alla fine del XVIII secolo, assunse con Goya ancor più esplicita valenza ideologica ed anticipò esteticamente lo spostamento verso un’arte dominata da soggettività e libertà creativa. Così anche l’ironia e l’esorcismo – da tempo ormai affidati all’arte tout court e non solo al capriccio o alla caricatura – tornano oggi quanto mai utili nell’indicare, tramite figure simboliche o narrazioni, gli innumerevoli fiori della frenesia terrena.
L’alta qualità di questi artisti, nati tutti agli inizi dei ’70, si manifesta nei Caprichos in mostra, interessanti sotto diversi aspetti. Dal punto di vista tecnico, poiché ognuno mette in evidenza una manualità oggi riscoperta con stile elegante, impeccabile e calibrato nel dosare decorativismi strumentali; dal punto di vista artistico, in quanto rompono con la tendenza dilagante al provocante e spettacolare, tramite un linguaggio anticonformista, per niente istantaneo, poiché esprime con ragione i turbamenti dell’inconscio, seducendo senza ricorrere a schemi esemplificativi o, peggio, cedere alla retorica; dal punto di vista storico-culturale, dato che illustrano il loro tempo trasfigurandolo secondo precisi canoni personali e con inclinazioni postromantiche. Così, simboli e mostri acquistano la folgorante e concreta evidenza della realtà. Al fondo, loro prima ispiratrice.
Con un atteggiamento dandy d’eccentrica evasione, la sensibilità di David Casini (Montevarchi, 1973) esplora lucidamente le dimensioni misteriose dell’esistenza a colpi di dark fantasy e riferimenti alti. Una poetica seducente, risolta espressivamente in sculture di ceramica e cristallo di quarzo. E qui, preziosi materiali e dettagliati interventi manuali descrivono situazioni, luoghi e oggetti che sanno d’eternità.
Nei garbati acquerelli di Charlene Liu (Fukuoka, Giappone, 1974), la pittura tende alla poesia cogliendo intime forze naturali con tinte tenui ed armoniose che rendono visibile l’anima. Paesaggi fantastici e rovine nascondono residui del presente quali carcasse d’automobili, motociclette e figure solitarie in stato d’abbandono volontario alla vegetazione cosmica. Manipolata oniricamente, la realtà figurale perde i suoi contorni e diventa cedevole, quindi germoglia lussureggiante e ancora muta intimamente, sino al punto in cui lo spettatore quasi rischia di non vedere ciò che non può essere, ma è, nascosto tra i fiori.
Ambiguità, sottile ironia e cinico erotismo sono le componenti che Marcel Dzama (Winnipeg, Canada, 1974) mette al servizio di un’ispirazione simbolista illustrata da scale di colori che danno vita a composizioni figurative su carta dove i personaggi ricorrenti diventano via via più complessi. L’immaginario che ne scaturisce è popolato da soggetti di natura animale, vegetale, ibrida o, comunque, antropomorfa che animano uno sfondo bianco, aperto a molteplici chiavi di lettura.
In apparenza naif, l’universo estetico di Nicolas Touron (Franconville, Francia, 1970) ha i caratteri di una favola senza volto, nella quale si celebrano memorie, tenere quanto perverse, assemblate tra loro. Tra humour e senso dell’assurdo, si sviluppa così un lavoro che trascrive con illogica e sofisticata ingegnosità un caos domestico, malinconico e ordinato da semplificazioni monocrome. Oggetti domestici, riferimenti infantili si alternano, così, come elementi urbani ed architetturali, divenendo grandi o piccini in stravaganti disegni e sculture in un gioco che ricorda Gulliver e gli abitanti di Lilliput.
20
maggio 2006
Los Caprichos (Il sonno della ragione genera mostri)
Dal 20 maggio al 17 giugno 2006
arte contemporanea
Location
RIZZIERO ARTE
Pescara, Viale Regina Margherita, 44, (Pescara)
Pescara, Viale Regina Margherita, 44, (Pescara)
Orario di apertura
10.30-12.30 e 16-19.30 giov. pomeriggio e domenica chiuso
Vernissage
20 Maggio 2006, ore 18.30
Autore
Curatore