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Gonzalo Orquín – Espejo Romano
Il nocciolo duro della poetica di Gonzalo Orquín sembra giocarsi tutto in un misterioso luogo mentale, apparentemente inesistente e insieme fortemente ideale, di strana sospensione del tempo, nel quale si mescolano vita quotidiana e senso del teatro, intimismo e memoria, illusionismo e senso del tragico
Comunicato stampa
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Il nocciolo duro della poetica di Gonzalo Orquín sembra giocarsi tutto in un misterioso luogo mentale, apparentemente inesistente e insieme fortemente ideale, di strana sospensione del tempo, nel quale si mescolano vita quotidiana e senso del teatro, intimismo e memoria, illusionismo e senso del tragico, riferimenti alla pittura classica (uno su tutti, il grande amore per la pittura di Velazquez) e citazioni dall'immaginario cinematografico contemporaneo, vita vissuta e solo immaginata, paura ed estasi. Questa pittura ci parla di intimità e di inquietudine, di strane scene che ci sembra di conoscere a menadito, che abbiamo pur visto o vissuto, forse in sogno, forse una domenica mattina di tanto tempo fa, con qualcuno che amiamo o abbiamo amato al nostro fianco, che dorme ancora, o che forse si trova in quello stato misterioso che sta tra il sonno e la veglia; ci parla, questa pittura, di quella sensazione di quieta ebbrezza, di gioia sottile venata però da uno strano senso di inquietudine.
La tradizione cui guarda Gonzalo Orquín è quella del realismo spagnolo dell'Otto e Novecento, certo, ma anche quella del Seicento e del primo Settecento, con il suo senso del tragico, dell'estasi, della teatralità e del travestimento, e d'improvviso l'insorgere di un dramma, il dolore, l'estasi, il tormento.
Alessandro Riva
28
maggio 2006
Gonzalo Orquín – Espejo Romano
Dal 28 maggio al 28 giugno 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO ANDREA GOBBI
Roma, Via Dei Lucani, 33A, (Roma)
Roma, Via Dei Lucani, 33A, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 16,00-19,00
Vernissage
28 Maggio 2006, ore 11
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