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Wim Wenders – Immagini dal pianeta terra
L’altro volto di Wim Wenders. Sempre dietro un obiettivo, ma questa volta quello della macchina fotografica
Comunicato stampa
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Wim Wenders. Immagini dal pianeta terra
Per la prima volta in Europa la quasi totalità delle fotografie del famoso regista
I luoghi hanno memoria. Ricordano tutto. Il ricordo è inciso nella pietra. È più profondo delle acque più profonde. È come sabbia delle dune, che si sposta di continuo.
Wim Wenders
L’altro volto di Wim Wenders. Sempre dietro un obiettivo, ma questa volta quello della macchina fotografica. Prima e forse unica tappa europea che presenta la quasi totalità delle fotografie del famoso regista, la mostra “Wim Wenders. Immagini dal pianeta terra”, che si aprirà alle Scuderie del Quirinale in luglio (dal 13 del mese fino al 27 agosto) presenta circa 60 scatti, alcuni di grande formato (quasi cinque metri di lunghezza), che il regista tedesco ha realizzato in più di vent’anni.
Inoltre ogni sera alle 21 sulla terrazza delle Scuderie del Quirinale verrà proiettato un film di Wenders o di un regista a lui affine, per la rassegna “Wim Wenders e gli amici americani”, curata da Stefano Della Casa.
Da sempre, durante i suoi viaggi, Wenders ha l'abitudine di portare con sé la macchina fotografica panoramica per ritrarre i momenti e i paesaggi più significativi, in grado di colpire in modo forte e profondo il suo occhio allenato.
Le fotografie in mostra alle Scuderie del Quirinale sono visioni che scardinano le logiche del paesaggio, la normale scala delle cose e regalano all’osservatore attento e stupito momenti di assoluta ricchezza visiva.
Paesaggi sconfinati si stendono di fronte a chi guarda le foto di Wenders; vasti orizzonti dividono il mondo nei suoi elementi primordiali, l'acqua, la terra e l'aria; i deserti e le montagne sovrastano lo spettatore, con il loro vuoto e la loro maestà; le facciate delle case, a l'Avana o a Berlino o Gerusalemme, mostrano anche le parti più nascoste della nostra cultura.
Le fotografie di Wenders ritraggono sempre un mondo spoglio, quasi privo di presenza umana, distante, per creare visioni di natura incontaminata o paesaggi dove le tracce dell'uomo sono fin troppo evidenti.
Così la mostra sarà occasione per il visitatore di ripercorrere il viaggio fotografico iniziato da Wenders nel 1983, quando trascorse molti mesi a fotografare per individuare le giuste locations di “Paris, Texas”, passato attraverso la preparazione e realizzazione di molti altri film, da “Fino alla fine del mondo” a “Buena Vista Social Club”.
All'inizio fotografare era per il regista una sorta di diario visivo per i suoi film, col tempo è diventato una maniera di espressione in sé, sempre più autonoma dalle urgenze per il cinema.
Quello di Wenders, come racconta egli stesso nel volume “Immagini dal pianeta terra”, edito nel 2003 da Contrasto, è un viaggio attraverso molti luoghi «alcuni dei quali stanno scomparendo o sono già scomparsi, il cui ricordo dovrà aggrapparsi alle immagini che abbiamo mentre altri luoghi sopravvivranno anche dopo di noi».
Città, strade, paesaggi, qualche interno, raramente persone. Le foto di Wenders non raccontano storie, sono piuttosto frammenti, istantanee raffinate.
Si tratta di scatti quasi sempre realizzati da una prospettiva frontale, neutra, puramente descrittiva, senza angoli. Spesso, come si è detto, eseguiti con una macchina panoramica, per catturare il respiro del paesaggio, sia esso urbano o naturale, e consegnarlo alla contemplazione dello spettatore.
Nel percorso espositivo su due piani il visitatore si troverà immerso nell’Outback australiano per arrivare al Midwest americano, attraverso il Giappone più spirituale e l’Israele moderno dei luoghi sacri. Pur restando fermo, percorrerà strade polverose, si troverà dinanzi a orizzonti di montagne, avrà la sensazione di essere in lounge di motel, drive-in, stazioni di benzina deserte, depositi di autobus, binari che scompaiono nel nulla, negozi abbandonati, cinema in disuso, monasteri giapponesi, foreste di bambù, strade di Berlino e Gerusalemme o della Habana Vieja, e infine dinanzi al silenzio gelido e mortifero di Ground Zero.
In mostra anche le foto realizzate da Wenders dopo l’11 settembre, scattate poco dopo quel tragico giorno.
Su tutto e tutti il pianeta Terra, catturato da un “fotografo di paesaggi”, come si autodefinisce Wenders, perché «i paesaggi hanno storie da raccontare e sono molto di più che semplici luoghi. In un film i luoghi devono necessariamente giocare un ruolo secondario rispetto alla storia e ai personaggi. Nelle fotografie posso dar loro il ruolo centrale».
Per la prima volta in Europa la quasi totalità delle fotografie del famoso regista
I luoghi hanno memoria. Ricordano tutto. Il ricordo è inciso nella pietra. È più profondo delle acque più profonde. È come sabbia delle dune, che si sposta di continuo.
Wim Wenders
L’altro volto di Wim Wenders. Sempre dietro un obiettivo, ma questa volta quello della macchina fotografica. Prima e forse unica tappa europea che presenta la quasi totalità delle fotografie del famoso regista, la mostra “Wim Wenders. Immagini dal pianeta terra”, che si aprirà alle Scuderie del Quirinale in luglio (dal 13 del mese fino al 27 agosto) presenta circa 60 scatti, alcuni di grande formato (quasi cinque metri di lunghezza), che il regista tedesco ha realizzato in più di vent’anni.
Inoltre ogni sera alle 21 sulla terrazza delle Scuderie del Quirinale verrà proiettato un film di Wenders o di un regista a lui affine, per la rassegna “Wim Wenders e gli amici americani”, curata da Stefano Della Casa.
Da sempre, durante i suoi viaggi, Wenders ha l'abitudine di portare con sé la macchina fotografica panoramica per ritrarre i momenti e i paesaggi più significativi, in grado di colpire in modo forte e profondo il suo occhio allenato.
Le fotografie in mostra alle Scuderie del Quirinale sono visioni che scardinano le logiche del paesaggio, la normale scala delle cose e regalano all’osservatore attento e stupito momenti di assoluta ricchezza visiva.
Paesaggi sconfinati si stendono di fronte a chi guarda le foto di Wenders; vasti orizzonti dividono il mondo nei suoi elementi primordiali, l'acqua, la terra e l'aria; i deserti e le montagne sovrastano lo spettatore, con il loro vuoto e la loro maestà; le facciate delle case, a l'Avana o a Berlino o Gerusalemme, mostrano anche le parti più nascoste della nostra cultura.
Le fotografie di Wenders ritraggono sempre un mondo spoglio, quasi privo di presenza umana, distante, per creare visioni di natura incontaminata o paesaggi dove le tracce dell'uomo sono fin troppo evidenti.
Così la mostra sarà occasione per il visitatore di ripercorrere il viaggio fotografico iniziato da Wenders nel 1983, quando trascorse molti mesi a fotografare per individuare le giuste locations di “Paris, Texas”, passato attraverso la preparazione e realizzazione di molti altri film, da “Fino alla fine del mondo” a “Buena Vista Social Club”.
All'inizio fotografare era per il regista una sorta di diario visivo per i suoi film, col tempo è diventato una maniera di espressione in sé, sempre più autonoma dalle urgenze per il cinema.
Quello di Wenders, come racconta egli stesso nel volume “Immagini dal pianeta terra”, edito nel 2003 da Contrasto, è un viaggio attraverso molti luoghi «alcuni dei quali stanno scomparendo o sono già scomparsi, il cui ricordo dovrà aggrapparsi alle immagini che abbiamo mentre altri luoghi sopravvivranno anche dopo di noi».
Città, strade, paesaggi, qualche interno, raramente persone. Le foto di Wenders non raccontano storie, sono piuttosto frammenti, istantanee raffinate.
Si tratta di scatti quasi sempre realizzati da una prospettiva frontale, neutra, puramente descrittiva, senza angoli. Spesso, come si è detto, eseguiti con una macchina panoramica, per catturare il respiro del paesaggio, sia esso urbano o naturale, e consegnarlo alla contemplazione dello spettatore.
Nel percorso espositivo su due piani il visitatore si troverà immerso nell’Outback australiano per arrivare al Midwest americano, attraverso il Giappone più spirituale e l’Israele moderno dei luoghi sacri. Pur restando fermo, percorrerà strade polverose, si troverà dinanzi a orizzonti di montagne, avrà la sensazione di essere in lounge di motel, drive-in, stazioni di benzina deserte, depositi di autobus, binari che scompaiono nel nulla, negozi abbandonati, cinema in disuso, monasteri giapponesi, foreste di bambù, strade di Berlino e Gerusalemme o della Habana Vieja, e infine dinanzi al silenzio gelido e mortifero di Ground Zero.
In mostra anche le foto realizzate da Wenders dopo l’11 settembre, scattate poco dopo quel tragico giorno.
Su tutto e tutti il pianeta Terra, catturato da un “fotografo di paesaggi”, come si autodefinisce Wenders, perché «i paesaggi hanno storie da raccontare e sono molto di più che semplici luoghi. In un film i luoghi devono necessariamente giocare un ruolo secondario rispetto alla storia e ai personaggi. Nelle fotografie posso dar loro il ruolo centrale».
14
luglio 2006
Wim Wenders – Immagini dal pianeta terra
Dal 14 luglio al 27 agosto 2006
fotografia
Location
SCUDERIE DEL QUIRINALE
Roma, Via XXIV Maggio, 16, (Roma)
Roma, Via XXIV Maggio, 16, (Roma)
Biglietti
intero: 5 € - ridotto: 4 €
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17.00 alle 24.00
Editore
CONTRASTO
Ufficio stampa
PALAEXPO
Autore
Curatore