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Deutsche Wandstucke. Sette scene di nuova pittura germanica
La mostra riunisce per la prima volta in Italia sette esponenti della corrente di nuova pittura figurativa germanica
Comunicato stampa
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La mostra riunisce per la prima volta in Italia sette esponenti della corrente di nuova pittura figurativa germanica. Tra loro gli ormai celebri Matthias Weischer e Gregor Schneider, ma anche Norbert Schwontkowski (al quale la rivista germanica ART dedica un lungo servizio nel numero di aprile 2006 e il quale ha esposto attualmente le sue opere nell’ambito della Berlin Biennale curata da Maurizio Cattelan, Massimiliano Gioni e Ali Subotnick), Dirk Skreber, Katharina Grosse, Frank Nitsche e Ulla von Brandenburg.
Il catalogo è edito da Charta, verrà pubblicato in luglio e comprende testi di Luca Beatrice, Susanne Pfeffer (la curatrice, responsabile artistica della Künstlerhaus di Brema) e Andreas Hapkemeyer (direttore del Museion).
La particolarità del progetto si riferisce alla realizzazione delle opere e alla loro tecnica: il concetto della mostra prevede che tutti gli artisti realizzino opere su parete secondo diverse tecniche (alcuni utilizzano la tecnica dell’affresco), opere che nascono in situ – direttamente negli spazi del Museion. La mostra gioca con il concetto dell’artista tedesco per il quale il mitico “viaggio in Italia” (come ad esempio per Goethe) rappresenta il completamento della formazione e della maturità artistica. In un anno nel quale il mondo guarda alla Germania quasi esclusivamente come alla nazione che ospita i mondiali di calcio, una selezione molto “up to date” di pittori tedeschi rappresenta un aspetto nuovo e molto informativo sulla cultura contemporanea di questa nazione.
Il boom della pittura figurativa germanica ha portato ad un vero e proprio fenomeno che ha reso sia gli artisti che le gallerie che li rappresentano (fra tutte la gallerie Eigen + Art di Gerd Harry Lübke a Berlino) estremamente celebri sia tra i critici che sul mercato. La prestigiosa Frankfurter Allgemeine Zeitung accennò nel numero dell’11 marzo di quest’anno al fenomeno “Neue Leipziger Schule” nell’articolo dedicato al successo degli artisti e delle loro opere all’Armory Show di New York. Il canale televisivo MDR (Mitteldeutscher Rundfunk) che fa parte dell’ARD (quindi del primo canale TV in Germania, parla addirittura di una nuova “isteria”. Infine anche l’agenzia DPA (Deutsche Presse Agentur) parla della Nuova Scuola di Lipsia che fa furore in tutto il mondo (allego un estratto del ticker del gennaio 2006).
Arte: La „Nuova Scuola di Lipsia“ fa furore in tutto il mondo
Appena 10, 15 anni fa l'arte venne data per morta in tutto il mondo, negli Anni Novanta erano le installazioni video e arte concettuale ad essere di moda. Ma Arno Rink, allora Rettore dell'Istituto Superiore grafico e tipografico di Lipsia, non si fece impressionare troppo. „Noi abbiamo semplicemente continuato sulla nostra strada“, dice il sessantacinquenne Rink. Pochi anni dopo i suoi studenti divennero le star della „Nuova Scuola di Lipsia“ - e Lipsia si trasformò nella città degli eroi dei telai che mandavano in estasi i galleristi e collezionisti del mondo intero con olio e tela.
Il boom dell'arte a Lipsia iniziò con la scoperta di Neo Rauch che nel 2005 sostituì il suo maestro e mentore Arno Rink come professore all'istituto d'arte. In occasione di un'asta a New York nell'autunno 2005, il suo quadro „Grotta“ venne venduto al prezzo sensazionale di 390 000 dollari. Le figure di Rauch fluttuano in un mondo misero, egli combina motivi ed immagini della quotidianità socialista dell'ex DDR con utensili che appaiono contraddittori. La sua arte non viene stimata solo a New York o a Honolulo, dove ha esposto ultimamente. Anche il Museo delle Belle Arti di Lipsia ha dedicato un intera sala al suo illustre cittadino. Da giugno ad agosto vi verrà esposta la mostra calcistica „Weltelf“. Il mito che circonda Rauch è tale che molti comprano i suoi quadri senza averli mai visti prima.
I nuovi artisti seguono la vecchia scuola di Lipsia di Bernhard Heisig, Werner Tübke e Wolfgang Mattheuer che raggiunsero la loro fama internazionale già ai tempi della DDR. Il segreto del successo degli "jungen Wilden" (letteralmente "giovani selvaggi" - un termine legato proprio agli artisti degli Anni Settanta) è semplice: i suoi protagonisti si trovavano al posto giusto nel momento giusto. Durante gli ultimi decenni l'arte ha ricevuto un'attenzione piuttosto secondaria in molte Aaccademie di Belle Arti e sul mercato si era formato un vuoto che andava riempito con qualcosa di nuovo.
Nel frattempo gli artisti di Lipsia sono tutt'altro che un fenomeno passeggero. Nelle Accademie d'arte grafica e tipografica i galleristi ronzano di studio in studio, sempre alla ricerca di qualche talento nuovo. Matthias Weischer, nato in Westfalia, è il più giovane rampollo della scuola. Il suo lavoro si concentra sugli interni in tutte le sue forme. La sua ispirazione proviene da solai e capannoni, in cataloghi e appartamenti, talvolta con interni senza porte ne finestre, per esprimere una specie di psicogramma.
Il catalogo è edito da Charta, verrà pubblicato in luglio e comprende testi di Luca Beatrice, Susanne Pfeffer (la curatrice, responsabile artistica della Künstlerhaus di Brema) e Andreas Hapkemeyer (direttore del Museion).
La particolarità del progetto si riferisce alla realizzazione delle opere e alla loro tecnica: il concetto della mostra prevede che tutti gli artisti realizzino opere su parete secondo diverse tecniche (alcuni utilizzano la tecnica dell’affresco), opere che nascono in situ – direttamente negli spazi del Museion. La mostra gioca con il concetto dell’artista tedesco per il quale il mitico “viaggio in Italia” (come ad esempio per Goethe) rappresenta il completamento della formazione e della maturità artistica. In un anno nel quale il mondo guarda alla Germania quasi esclusivamente come alla nazione che ospita i mondiali di calcio, una selezione molto “up to date” di pittori tedeschi rappresenta un aspetto nuovo e molto informativo sulla cultura contemporanea di questa nazione.
Il boom della pittura figurativa germanica ha portato ad un vero e proprio fenomeno che ha reso sia gli artisti che le gallerie che li rappresentano (fra tutte la gallerie Eigen + Art di Gerd Harry Lübke a Berlino) estremamente celebri sia tra i critici che sul mercato. La prestigiosa Frankfurter Allgemeine Zeitung accennò nel numero dell’11 marzo di quest’anno al fenomeno “Neue Leipziger Schule” nell’articolo dedicato al successo degli artisti e delle loro opere all’Armory Show di New York. Il canale televisivo MDR (Mitteldeutscher Rundfunk) che fa parte dell’ARD (quindi del primo canale TV in Germania, parla addirittura di una nuova “isteria”. Infine anche l’agenzia DPA (Deutsche Presse Agentur) parla della Nuova Scuola di Lipsia che fa furore in tutto il mondo (allego un estratto del ticker del gennaio 2006).
Arte: La „Nuova Scuola di Lipsia“ fa furore in tutto il mondo
Appena 10, 15 anni fa l'arte venne data per morta in tutto il mondo, negli Anni Novanta erano le installazioni video e arte concettuale ad essere di moda. Ma Arno Rink, allora Rettore dell'Istituto Superiore grafico e tipografico di Lipsia, non si fece impressionare troppo. „Noi abbiamo semplicemente continuato sulla nostra strada“, dice il sessantacinquenne Rink. Pochi anni dopo i suoi studenti divennero le star della „Nuova Scuola di Lipsia“ - e Lipsia si trasformò nella città degli eroi dei telai che mandavano in estasi i galleristi e collezionisti del mondo intero con olio e tela.
Il boom dell'arte a Lipsia iniziò con la scoperta di Neo Rauch che nel 2005 sostituì il suo maestro e mentore Arno Rink come professore all'istituto d'arte. In occasione di un'asta a New York nell'autunno 2005, il suo quadro „Grotta“ venne venduto al prezzo sensazionale di 390 000 dollari. Le figure di Rauch fluttuano in un mondo misero, egli combina motivi ed immagini della quotidianità socialista dell'ex DDR con utensili che appaiono contraddittori. La sua arte non viene stimata solo a New York o a Honolulo, dove ha esposto ultimamente. Anche il Museo delle Belle Arti di Lipsia ha dedicato un intera sala al suo illustre cittadino. Da giugno ad agosto vi verrà esposta la mostra calcistica „Weltelf“. Il mito che circonda Rauch è tale che molti comprano i suoi quadri senza averli mai visti prima.
I nuovi artisti seguono la vecchia scuola di Lipsia di Bernhard Heisig, Werner Tübke e Wolfgang Mattheuer che raggiunsero la loro fama internazionale già ai tempi della DDR. Il segreto del successo degli "jungen Wilden" (letteralmente "giovani selvaggi" - un termine legato proprio agli artisti degli Anni Settanta) è semplice: i suoi protagonisti si trovavano al posto giusto nel momento giusto. Durante gli ultimi decenni l'arte ha ricevuto un'attenzione piuttosto secondaria in molte Aaccademie di Belle Arti e sul mercato si era formato un vuoto che andava riempito con qualcosa di nuovo.
Nel frattempo gli artisti di Lipsia sono tutt'altro che un fenomeno passeggero. Nelle Accademie d'arte grafica e tipografica i galleristi ronzano di studio in studio, sempre alla ricerca di qualche talento nuovo. Matthias Weischer, nato in Westfalia, è il più giovane rampollo della scuola. Il suo lavoro si concentra sugli interni in tutte le sue forme. La sua ispirazione proviene da solai e capannoni, in cataloghi e appartamenti, talvolta con interni senza porte ne finestre, per esprimere una specie di psicogramma.
26
maggio 2006
Deutsche Wandstucke. Sette scene di nuova pittura germanica
Dal 26 maggio al 27 agosto 2006
arte contemporanea
Location
MUSEION
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Biglietti
Normale: € 3,50 (con MuseumCard € 2,50)
Ridotti: (studenti, anziani, gruppi): € 2,00 (con MuseumCard € 1,50)
Ingresso famiglia € 7,00 (con MuseumCard € 5,00)
Scuole superiori con visita guidata € 2,50
Scuole medie con o senza visita guidata € 1,00
MuseumCard € 2,50
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-18, giovedì 10-20
Vernissage
26 Maggio 2006, ore 18
Editore
CHARTA
Autore
Curatore