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Christiane Löhr
mostra personale dell’artista tedesca
Comunicato stampa
Segnala l'evento
PIAC/Piattaforma Internazionale Arte Contemporanea è lieta di
presentare una mostra personale dell’artista tedesca Christiane Löhr
(1965).
La natura è alla base del lavoro di Christiane Löhr. Per le sue opere –
sculture, disegni e installazioni – l’artista utilizza elementi
provenienti dal mondo naturale come semi di varie specie vegetali,
gambi, steli, infiorescenze di piccole piante, talvolta perfino il
crine di cavallo. Di questi materiali semplici, comuni, raccolti dove
capita, sul ciglio di una strada cittadina o durante una passeggiata in
campagna, l’artista indaga la perfezione delle forme geometriche e le
potenzialità compositive, separandoli, ordinandoli, essiccandoli,
studiandone la struttura interna. Löhr lavora per aggregazione, per
costruzione, a volte per semplice accostamento, oppure per intreccio;
come nel caso del crine di cavallo, dove l’unione delle parti deriva da
intrecci o nodi di crini tesi alla parete da invisibili chiodini. In
altri casi, come ad esempio in Gebirge (Catena montuosa, 2005), i semi
di edera, con la loro caratteristica struttura a stella, si aggregano
in monticelli di piccolissime dimensioni o in architetture simili a
piccoli templi hindu appoggiati su una bassa pedana. Altre volte ancora
(Cuscino di semi, 2005) Löhr utilizza i semi di canna palustre, leggeri
e impalpabili, per comporre morbidi cuscini trattenuti alla parete da
una invisibile reticella di nylon. Oppure accosta delicatamente i
soffioni del dente di leone per formare piccole o grandi sculture a
pavimento.
Con una manualità fatta di gesti minuziosi e pazienti, che rinuncia a
qualsiasi tipo di sofisticazione (Löhr non utilizza alcuna colla o
altro legante per tenere insieme le parti), l’artista costruisce
architetture alte pochi centimetri, forme finite che si aprono a
infinite associazioni. Fragili e trasparenti, le sculture di Löhr
dialogano con il vuoto che le circonda, come rubando forza vitale alla
trasparenza dell’aria.
Per la mostra alla galleria PIAC Christiane Löhr si lascia
suggestionare dalla presenza curvilinea dell’altopiano che definisce
l’orizzonte visivo della città antica e dalle alte volte a vela dello
spazio espositivo, per realizzare al centro dello spazio una scultura
convessa sospesa nel vuoto, ottenuta con semi di cardo selvatico
appoggiati su una invisibile rete di nylon e, lungo una piccola
porzione di parete, un fitto e teso reticolo di crini di cavallo.
Alludendo al rapporto tra geometrie naturali e architettoniche, tra
pieni e vuoti che regolano e “tengono insieme il mondo”, Löhr crea
nuove forme che, sotto rinnovate suggestioni, dialogano con la natura
e, nel caso specifico del reticolo di crini, con la cultura araba
siciliana.
Christiane Löhr è nata in Germania nel 1965. Vive e lavora tra Colonia
e Prato. Conosciuta al pubblico internazionale per la partecipazione
alla 49° edizione della Biennale di Venezia a cura di Harald Szeemann,
ha esposto in numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici
e privati, tra le quali ricordiamo, nel 2005, Objecte und Zeichnungen
al Kunstverein di Heidelberg e, nel 2003, Wie die Dinge den Raum
berühren al Kunstmuseum di Bonn e Il racconto del filo al Museo di Arte
Contemporanea di Rovereto.
presentare una mostra personale dell’artista tedesca Christiane Löhr
(1965).
La natura è alla base del lavoro di Christiane Löhr. Per le sue opere –
sculture, disegni e installazioni – l’artista utilizza elementi
provenienti dal mondo naturale come semi di varie specie vegetali,
gambi, steli, infiorescenze di piccole piante, talvolta perfino il
crine di cavallo. Di questi materiali semplici, comuni, raccolti dove
capita, sul ciglio di una strada cittadina o durante una passeggiata in
campagna, l’artista indaga la perfezione delle forme geometriche e le
potenzialità compositive, separandoli, ordinandoli, essiccandoli,
studiandone la struttura interna. Löhr lavora per aggregazione, per
costruzione, a volte per semplice accostamento, oppure per intreccio;
come nel caso del crine di cavallo, dove l’unione delle parti deriva da
intrecci o nodi di crini tesi alla parete da invisibili chiodini. In
altri casi, come ad esempio in Gebirge (Catena montuosa, 2005), i semi
di edera, con la loro caratteristica struttura a stella, si aggregano
in monticelli di piccolissime dimensioni o in architetture simili a
piccoli templi hindu appoggiati su una bassa pedana. Altre volte ancora
(Cuscino di semi, 2005) Löhr utilizza i semi di canna palustre, leggeri
e impalpabili, per comporre morbidi cuscini trattenuti alla parete da
una invisibile reticella di nylon. Oppure accosta delicatamente i
soffioni del dente di leone per formare piccole o grandi sculture a
pavimento.
Con una manualità fatta di gesti minuziosi e pazienti, che rinuncia a
qualsiasi tipo di sofisticazione (Löhr non utilizza alcuna colla o
altro legante per tenere insieme le parti), l’artista costruisce
architetture alte pochi centimetri, forme finite che si aprono a
infinite associazioni. Fragili e trasparenti, le sculture di Löhr
dialogano con il vuoto che le circonda, come rubando forza vitale alla
trasparenza dell’aria.
Per la mostra alla galleria PIAC Christiane Löhr si lascia
suggestionare dalla presenza curvilinea dell’altopiano che definisce
l’orizzonte visivo della città antica e dalle alte volte a vela dello
spazio espositivo, per realizzare al centro dello spazio una scultura
convessa sospesa nel vuoto, ottenuta con semi di cardo selvatico
appoggiati su una invisibile rete di nylon e, lungo una piccola
porzione di parete, un fitto e teso reticolo di crini di cavallo.
Alludendo al rapporto tra geometrie naturali e architettoniche, tra
pieni e vuoti che regolano e “tengono insieme il mondo”, Löhr crea
nuove forme che, sotto rinnovate suggestioni, dialogano con la natura
e, nel caso specifico del reticolo di crini, con la cultura araba
siciliana.
Christiane Löhr è nata in Germania nel 1965. Vive e lavora tra Colonia
e Prato. Conosciuta al pubblico internazionale per la partecipazione
alla 49° edizione della Biennale di Venezia a cura di Harald Szeemann,
ha esposto in numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici
e privati, tra le quali ricordiamo, nel 2005, Objecte und Zeichnungen
al Kunstverein di Heidelberg e, nel 2003, Wie die Dinge den Raum
berühren al Kunstmuseum di Bonn e Il racconto del filo al Museo di Arte
Contemporanea di Rovereto.
20
maggio 2006
Christiane Löhr
Dal 20 maggio al 20 luglio 2006
arte contemporanea
Location
PIAC GALLERIA
Ragusa, Via Torrenuova, 16, (Ragusa)
Ragusa, Via Torrenuova, 16, (Ragusa)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 15 alle 19.30 e su appuntamento
Vernissage
20 Maggio 2006, ore 18-21
Autore