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Un’esperienza di luce
Progetto per una mostra/evento di esperienze e ricerca con il mezzo fotografico
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Può al giorno d’oggi avere un senso rilanciare potenzialità inespresse ed evidenziare capacità specifiche della fotografia?
Un oggi dove le nuove e future tecnologie elettronico-digitali sembrano superare di slancio certe soluzioni pratiche, teoriche ed estetiche dell’immagine fotografica?
Il progetto del gruppo Pan-Ikon propone, oltre all’esposizione di immagini fotografiche da loro realizzate, l’allestimento di una camera oscura, durante tutta la durata della mostra, dove i visitatori potranno sperimentare con la luce attraverso il mezzo fotografico.
Ripercorrendo ed attraversando i sentieri aperti da sperimentatori come; Alfred Stieglitz, Anton Giulio Bragaglia, Laszlo Moholy-Nagy, Luigi Veronesi, Man Ray, Minor White, Franco Grignani, Paolo Gioli, solo per citarne alcuni, autori che dai primi del novecento e per tutto il secolo scorso, hanno tracciato itinerari in parte o non ancora del tutto esplorati.
Le immagini realizzate dal pubblico verranno poi, mano a mano, esposte insieme a quelle già in mostra, così da creare un’esposizione in continua evoluzione con la partecipazione e un coinvolgimento diretto dei visitatori.
Il metodo e la tecnica che si vuole utilizzare per sviluppare e attuare quanto sino ad ora detto sarà quella del fotogramma. Il fotogramma è praticamente una immagine fotografica prodotta senza l’uso della macchina fotografica.
E cioè, tra una fonte luminosa e un materiale sensibile alla luce, carta o pellicola fotografica, si interpongono degli oggetti, cose qualsiasi, le quali lasciano la loro impronta, traccia, sul materiale fotografico esposto alla luce.
Il progetto espositivo e di partecipazione attiva del visitatore “Un’esperienza di luce” del trio Pan-ikon ; Pietro D’Agostino, Nicola Forenza, Alessandro Vescovo, prende corpo all’interno del Rialto S. Ambrogio, di quello che fu un tempo dapprima convento ed in seguito scuola.
Questa duplice esigenza di Pan-ikon rispecchia ancor più, rispetto alle precedenti mostre del gruppo, l’interesse che anima le loro preoccupazioni formali e comunicative nonché l’accesso e la condivisione di uno dei primi processi fotografici, la tecnica del fotogramma.
Il fotogramma viene prodotto senza l’utilizzo della camera posizionando l’oggetto che si desidera registrare sul supporto fotosensibile ed esponendolo alla luce. Numerosi artisti si sono confrontati con questo stupefacente processo fotografico, dal pioniere Henri Fox Talbot (matematico e scienziato inglese che soggiornò e sviluppò in Italia durante il viaggio di nozze questo processo), agli artisti delle Avanguardie Storiche Man Ray, Christian Schad, László Moholy-Nagy, Luigi Veronesi, fino ai contemporanei Bruce Conner, Paolo Gioli, Massimo Drago, F&D Cartier, Joy Gregory, Massimo Barzagagli (con le sue impressioni di luce) ecc…
Questa primordiale tecnica fotografica viene offerta e supportata dai tre fotografi che si mettono a disposizione dell’eventualità performata dai visitatori che se vogliono possono realizzare i loro fotogrammi ed esporli all’interno degli spazi del Rialto o portarseli via e farne quello che vogliono.
L’intrattenimento è quindi garantito dalla compartecipazione di tutti i presenti ma altrettanto reale potrebbe diventare l’ennesima scoperta fatta per merito della luce, e come affermano gli autori
“ il concetto di base della proposta è quello di rilanciare un apprendimento e un approfondimento di nozioni teoriche, estetiche ed espressive specifiche della fotografia, mettendole in atto e confrontandole in un ambito di sperimentazione e di ricerca. Le capacità e le potenzialità insite nella fotografia viste da questa prospettiva, vanno a concretizzarsi proprio in virtù di una sua diversa collocazione nell’ambito della percezione, al di fuori dei diversi livelli canonico interpretativi, tecnico contenutistici, per lo più derivanti dalla comparazione con le altre forme visive che per la sua propria specificità. Specificità che fa della luce lo strumento espressivo a priori dell’esistenza della fotografia e non solo il suo soggetto”.
Come una carta moschicida, il materiale fotosensibile trattiene il calco, l’impronta di tutto ciò che
inavvertitamente o meno viene a posarsi sulla sua superficie e forse in questa occasione se ne può disporre anche per farne un incantesimo,…. per ritrovarne la primaria suggestione e rinnovarla lungo il percorso a venire.
(Piero Pala)
Bio
Pan-Ikon. Nasce nel 1998 dalla collaborazione di Pietro D’Agostino, Alessandro Vescovo e Nicola Forenza con l’intento di rilanciare potenzialità inespresse ed evidenziare capacità espressive specifiche della fotografia.
Un oggi dove le nuove e future tecnologie elettronico-digitali sembrano superare di slancio certe soluzioni pratiche, teoriche ed estetiche dell’immagine fotografica?
Il progetto del gruppo Pan-Ikon propone, oltre all’esposizione di immagini fotografiche da loro realizzate, l’allestimento di una camera oscura, durante tutta la durata della mostra, dove i visitatori potranno sperimentare con la luce attraverso il mezzo fotografico.
Ripercorrendo ed attraversando i sentieri aperti da sperimentatori come; Alfred Stieglitz, Anton Giulio Bragaglia, Laszlo Moholy-Nagy, Luigi Veronesi, Man Ray, Minor White, Franco Grignani, Paolo Gioli, solo per citarne alcuni, autori che dai primi del novecento e per tutto il secolo scorso, hanno tracciato itinerari in parte o non ancora del tutto esplorati.
Le immagini realizzate dal pubblico verranno poi, mano a mano, esposte insieme a quelle già in mostra, così da creare un’esposizione in continua evoluzione con la partecipazione e un coinvolgimento diretto dei visitatori.
Il metodo e la tecnica che si vuole utilizzare per sviluppare e attuare quanto sino ad ora detto sarà quella del fotogramma. Il fotogramma è praticamente una immagine fotografica prodotta senza l’uso della macchina fotografica.
E cioè, tra una fonte luminosa e un materiale sensibile alla luce, carta o pellicola fotografica, si interpongono degli oggetti, cose qualsiasi, le quali lasciano la loro impronta, traccia, sul materiale fotografico esposto alla luce.
Il progetto espositivo e di partecipazione attiva del visitatore “Un’esperienza di luce” del trio Pan-ikon ; Pietro D’Agostino, Nicola Forenza, Alessandro Vescovo, prende corpo all’interno del Rialto S. Ambrogio, di quello che fu un tempo dapprima convento ed in seguito scuola.
Questa duplice esigenza di Pan-ikon rispecchia ancor più, rispetto alle precedenti mostre del gruppo, l’interesse che anima le loro preoccupazioni formali e comunicative nonché l’accesso e la condivisione di uno dei primi processi fotografici, la tecnica del fotogramma.
Il fotogramma viene prodotto senza l’utilizzo della camera posizionando l’oggetto che si desidera registrare sul supporto fotosensibile ed esponendolo alla luce. Numerosi artisti si sono confrontati con questo stupefacente processo fotografico, dal pioniere Henri Fox Talbot (matematico e scienziato inglese che soggiornò e sviluppò in Italia durante il viaggio di nozze questo processo), agli artisti delle Avanguardie Storiche Man Ray, Christian Schad, László Moholy-Nagy, Luigi Veronesi, fino ai contemporanei Bruce Conner, Paolo Gioli, Massimo Drago, F&D Cartier, Joy Gregory, Massimo Barzagagli (con le sue impressioni di luce) ecc…
Questa primordiale tecnica fotografica viene offerta e supportata dai tre fotografi che si mettono a disposizione dell’eventualità performata dai visitatori che se vogliono possono realizzare i loro fotogrammi ed esporli all’interno degli spazi del Rialto o portarseli via e farne quello che vogliono.
L’intrattenimento è quindi garantito dalla compartecipazione di tutti i presenti ma altrettanto reale potrebbe diventare l’ennesima scoperta fatta per merito della luce, e come affermano gli autori
“ il concetto di base della proposta è quello di rilanciare un apprendimento e un approfondimento di nozioni teoriche, estetiche ed espressive specifiche della fotografia, mettendole in atto e confrontandole in un ambito di sperimentazione e di ricerca. Le capacità e le potenzialità insite nella fotografia viste da questa prospettiva, vanno a concretizzarsi proprio in virtù di una sua diversa collocazione nell’ambito della percezione, al di fuori dei diversi livelli canonico interpretativi, tecnico contenutistici, per lo più derivanti dalla comparazione con le altre forme visive che per la sua propria specificità. Specificità che fa della luce lo strumento espressivo a priori dell’esistenza della fotografia e non solo il suo soggetto”.
Come una carta moschicida, il materiale fotosensibile trattiene il calco, l’impronta di tutto ciò che
inavvertitamente o meno viene a posarsi sulla sua superficie e forse in questa occasione se ne può disporre anche per farne un incantesimo,…. per ritrovarne la primaria suggestione e rinnovarla lungo il percorso a venire.
(Piero Pala)
Bio
Pan-Ikon. Nasce nel 1998 dalla collaborazione di Pietro D’Agostino, Alessandro Vescovo e Nicola Forenza con l’intento di rilanciare potenzialità inespresse ed evidenziare capacità espressive specifiche della fotografia.
12
maggio 2006
Un’esperienza di luce
Dal 12 al 31 maggio 2006
fotografia
Location
RIALTOSANTAMBROGIO
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Vernissage
12 Maggio 2006, ore 19
Autore