Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Enrico Manera – One Way
un compendio di 34 lavori tra pvc, dipinti, quadri con cornice invasa e opere con inserti al neon
Comunicato stampa
Segnala l'evento
E' da qualche tempo che Enrico Manera rifiuta di riproporre certe icone che in verità hanno reso riconoscibile il suo segno e che per lunghi periodi hanno interessato e continuato a interessare, galleristi, collezionisti e mercanti e sono proprio questi ultimi, che facendo "orecchie da mercante" e nonostante i ripetuti segnali di cambiamento da parte dell'artista, insistono pedanti e mai arresi nel richiedergli un "Diabolik" o un "Uomo Ragno".
E' singolare poi ma non sorprendente che ai continui rifiuti di Manera, qualche gallerista senza scrupoli abbia avuto la brillante idea di invitare uno o più pittori, privi di ambizione, a riprodurre quelle stesse icone abbandonate dal maestro(in verità con risultati deludenti)e con questi modesti cloni a invadere alcuni stand nelle fiere o nelle gallerie.
Ma è la reazione dell'artista che ci ha sorpreso a tal punto da indurci a riportarla per iscritto; Manera pur sapendo si è mostrato disinteressato e non se ne fa un cruccio, ripetendo a chi gli fa presente questa situzione, la romanissima frase:"me nè pò fregà de meno".
E' dunque in questa atmosfera di non preoccupazione, che nasce "ONE WAY", per la cura della giovanissima Damaride D'Andrea, un compendio di 34 lavori tra pvc, dipinti, quadri con cornice invasa e opere con inserti al neon.
In questa mostra dunque si può cominciare ad asservare la metamorfosi di Enrico Manera che attraverso una serie di opere tutte rigorosamente intitolate "transizione", ripropone appunto le famose "icone" "oggetto del desiderio", dai fumetti ai simboli delle major ad altri refrain della sua storia, inserendovi però dei flash sui nuovi lavori, tutto ciò all'insegna di un buonismo involontario, più frutto di un rifiuto di posizioni radicali e traumatiche che di mero calcolo mercantile.
L'affascinante panoramica viene poi completata da una serie di "work in progress" presentati in anteprima e da un gruppo di opere luminose retaggio di iniziali amori e di riserve ironiche mai esaurite.
Duccio Trombadori che analizza e osserva l'evoluzione artistica di Enrico Manera da molti anni, sostiene la teoria che da tempo lui si occuperebbe "più del sapere che del fare" è questa un'affermazione che non possiamo che condividere, visto i risultati sorprendenti ai quali ci troviamo di fronte.
(da "L'oggetto del desiderio" di Fabio Imperatori)
E' singolare poi ma non sorprendente che ai continui rifiuti di Manera, qualche gallerista senza scrupoli abbia avuto la brillante idea di invitare uno o più pittori, privi di ambizione, a riprodurre quelle stesse icone abbandonate dal maestro(in verità con risultati deludenti)e con questi modesti cloni a invadere alcuni stand nelle fiere o nelle gallerie.
Ma è la reazione dell'artista che ci ha sorpreso a tal punto da indurci a riportarla per iscritto; Manera pur sapendo si è mostrato disinteressato e non se ne fa un cruccio, ripetendo a chi gli fa presente questa situzione, la romanissima frase:"me nè pò fregà de meno".
E' dunque in questa atmosfera di non preoccupazione, che nasce "ONE WAY", per la cura della giovanissima Damaride D'Andrea, un compendio di 34 lavori tra pvc, dipinti, quadri con cornice invasa e opere con inserti al neon.
In questa mostra dunque si può cominciare ad asservare la metamorfosi di Enrico Manera che attraverso una serie di opere tutte rigorosamente intitolate "transizione", ripropone appunto le famose "icone" "oggetto del desiderio", dai fumetti ai simboli delle major ad altri refrain della sua storia, inserendovi però dei flash sui nuovi lavori, tutto ciò all'insegna di un buonismo involontario, più frutto di un rifiuto di posizioni radicali e traumatiche che di mero calcolo mercantile.
L'affascinante panoramica viene poi completata da una serie di "work in progress" presentati in anteprima e da un gruppo di opere luminose retaggio di iniziali amori e di riserve ironiche mai esaurite.
Duccio Trombadori che analizza e osserva l'evoluzione artistica di Enrico Manera da molti anni, sostiene la teoria che da tempo lui si occuperebbe "più del sapere che del fare" è questa un'affermazione che non possiamo che condividere, visto i risultati sorprendenti ai quali ci troviamo di fronte.
(da "L'oggetto del desiderio" di Fabio Imperatori)
22
aprile 2006
Enrico Manera – One Way
Dal 22 aprile al 20 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE IMPERATORI
Porto San Giorgio, Via Giuseppe Mazzini, 123, (Ascoli Piceno)
Porto San Giorgio, Via Giuseppe Mazzini, 123, (Ascoli Piceno)
Vernissage
22 Aprile 2006, ore 18.30
Autore
Curatore