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Natura in bianco e nero
La rappresentazione della natura in bianco e nero
Comunicato stampa
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La rappresentazione della natura in bianco e nero, per antica tradizione, � un’area espressiva assegnata alla grafica: disegni a penna, a matita, a pastello, a gessetto, a carboncino, o incisioni all’acquaforte, acquatinta, xilografia, puntasecca ecc. hanno tracciato una realt� figurativa in tutte le sfumature dai grigi ai bruni sino ai neri diversi, su carta immacolata, bench� di molteplici tonalit� di bianco.
In gioielleria, anche nel passato, si � ampiamente praticato l’uso del bianco e del nero in soggetti naturalistici: il nero ha avuto una larga diffusione per il gusto memorialista del gioiello sentimentale e romantico, assumendo un valore simbolico e mistico, mentre il bianco ha primeggiato piuttosto per le sperimentazioni di alta perizia tecnica con materiali non sempre strettamente preziosi come le agate, gli avori, le conchiglie, i coralli; con la loro difformit� le perle barocche hanno ispirato interpretazioni fantastiche sin dall’epoca rinascimentale.
La scelta del non colore, il bianco e il nero, ha un grande rilievo nell’arte orafa contemporanea con nuove interpretazioni pi� concettuali: il nero � concepito come negazione della forma, la quale, al contrario, da questa ipotesi di azzeramento acquisisce maggiore enfasi; il bianco � spazio vergine dove ogni segno � primigenio.
Il gioiello contemporaneo privilegia una natura inventata, trasformata, a volte deformata, molto spesso segnata da determinazioni astratte. Nelle nere spille di Georg Dobler i fiori appaiono come esemplari rigorosamente botanici mentre sono pervasi da un freddo tecnicismo strutturale che risente della trascorsa lezione minimalista dell’autore; di Karen Pontoppidan i fragili fiori e gli animali innocenti, tracciati come da un bulino sullo smalto latteo, si mescolano con immagini tecnologiche o di violenza quotidiana, che, bench� espresse in un’apparente infantile imperizia, esprimono un oscuro sentimento di disagio; il bianco assoluto della porcellana ispira a Iris Eichenberg una fioritura di steli e di tronchi fissati nella rigidit� marmorea di una natura pietrificata, gi� monumento memorialistico; le materiche alterazioni apportate da Karl Fritsch ai suoi anelli in bianco e nero producono complesse germinazioni, in apparenza esuberanti pulsioni, ma anche possibili deformazioni grottesche di una patologica autoproliferazione.
Alcuni protagonisti della Scuola di Padova, meglio conosciuti per la loro propensione verso l’astratta composizione geometrica, di recente sono stati attratti dal naturalismo. Piergiuliano Reveane ripropone la rigorosa suddivisione delle colture dei campi: i simmetrici solchi sono resi da ordinati fili aurei mobili che si elevano nelle spille dalla superficie nera come terra cosparsa dalla bianca brina di lucenti diamanti; Barbara Paganin, gi� incline al naturalismo, interpretato per� nella riduzione di componenti essenziali, si arrende alla mobilit� di fiori che si ergono come convolvoli bianchi in piani complessi cosparsi di oscuri segni e di arcani strumenti. Stefano Marchetti, nel suo percorso dal segno alle volumetrie spaziali, scopre le forme organiche evidenziate in un abbagliante candore su rigide strutture nere. Annamaria Zanella si dedica alla natura con opere inedite bench� la ricchezza delle stratificazioni materiche dei precedenti lavori, rigorosamente astratti, gi� contenessero i germi di una deflagrazione naturalistica. I suoi fiori si mostrano ingabbiati in strutture metalliche, un tempo autonome nella propria gestualit� informale, ora obbligate a comprimere questa espansione vitale.
Graziella Folchini Grassetto
In gioielleria, anche nel passato, si � ampiamente praticato l’uso del bianco e del nero in soggetti naturalistici: il nero ha avuto una larga diffusione per il gusto memorialista del gioiello sentimentale e romantico, assumendo un valore simbolico e mistico, mentre il bianco ha primeggiato piuttosto per le sperimentazioni di alta perizia tecnica con materiali non sempre strettamente preziosi come le agate, gli avori, le conchiglie, i coralli; con la loro difformit� le perle barocche hanno ispirato interpretazioni fantastiche sin dall’epoca rinascimentale.
La scelta del non colore, il bianco e il nero, ha un grande rilievo nell’arte orafa contemporanea con nuove interpretazioni pi� concettuali: il nero � concepito come negazione della forma, la quale, al contrario, da questa ipotesi di azzeramento acquisisce maggiore enfasi; il bianco � spazio vergine dove ogni segno � primigenio.
Il gioiello contemporaneo privilegia una natura inventata, trasformata, a volte deformata, molto spesso segnata da determinazioni astratte. Nelle nere spille di Georg Dobler i fiori appaiono come esemplari rigorosamente botanici mentre sono pervasi da un freddo tecnicismo strutturale che risente della trascorsa lezione minimalista dell’autore; di Karen Pontoppidan i fragili fiori e gli animali innocenti, tracciati come da un bulino sullo smalto latteo, si mescolano con immagini tecnologiche o di violenza quotidiana, che, bench� espresse in un’apparente infantile imperizia, esprimono un oscuro sentimento di disagio; il bianco assoluto della porcellana ispira a Iris Eichenberg una fioritura di steli e di tronchi fissati nella rigidit� marmorea di una natura pietrificata, gi� monumento memorialistico; le materiche alterazioni apportate da Karl Fritsch ai suoi anelli in bianco e nero producono complesse germinazioni, in apparenza esuberanti pulsioni, ma anche possibili deformazioni grottesche di una patologica autoproliferazione.
Alcuni protagonisti della Scuola di Padova, meglio conosciuti per la loro propensione verso l’astratta composizione geometrica, di recente sono stati attratti dal naturalismo. Piergiuliano Reveane ripropone la rigorosa suddivisione delle colture dei campi: i simmetrici solchi sono resi da ordinati fili aurei mobili che si elevano nelle spille dalla superficie nera come terra cosparsa dalla bianca brina di lucenti diamanti; Barbara Paganin, gi� incline al naturalismo, interpretato per� nella riduzione di componenti essenziali, si arrende alla mobilit� di fiori che si ergono come convolvoli bianchi in piani complessi cosparsi di oscuri segni e di arcani strumenti. Stefano Marchetti, nel suo percorso dal segno alle volumetrie spaziali, scopre le forme organiche evidenziate in un abbagliante candore su rigide strutture nere. Annamaria Zanella si dedica alla natura con opere inedite bench� la ricchezza delle stratificazioni materiche dei precedenti lavori, rigorosamente astratti, gi� contenessero i germi di una deflagrazione naturalistica. I suoi fiori si mostrano ingabbiati in strutture metalliche, un tempo autonome nella propria gestualit� informale, ora obbligate a comprimere questa espansione vitale.
Graziella Folchini Grassetto
27
aprile 2006
Natura in bianco e nero
Dal 27 aprile al 20 maggio 2006
design
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
STUDIO GR.20 – GRAZIELLA FOLCHINI GRASSETTO
Padova, Via Dei Soncin, 27, (Padova)
Padova, Via Dei Soncin, 27, (Padova)
Orario di apertura
16-19.30
Vernissage
27 Aprile 2006, ore 18
Autore