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Tra(c)arte
Rassegna internazionale di opere in carta
Comunicato stampa
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L’assunto che è alla base di questa nuova esperienza di lavoro critico è stato il desiderio di analizzare il ruolo della carta come stimolo e strumento espressivo della creatività artistica, nella dichiarata volontà di intenderla non come supporto tout-cour, quanto piuttosto come struttura portante dell’opera: materia delicata eppure resistente allo scorrere del tempo, tanto da custodire i segni impressi sulla sua superficie come tracce indelebili, ma soprattutto materia duttile, attraverso cui l’artista modula le possibilità espressive del suo linguaggio.
È su questa premessa che si sono concretizzati gli inviti a poco più di sessanta artisti, sessantadue per la precisione, scelti per la loro attitudine a costruire l’opera con la carta, non semplicemente sulla carta, per la loro propensione ad esaltare l’intrinseca natura di questa materia antica, nobile ed umile allo stesso tempo, per la loro capacità a materializzare la necessità di esprimere la complessità delle singole esperienze di sperimentazione creativa con la ponderata incisione della sua preziosa fragilità, con la misurata manipolazione della sua porosa consistenza, con la calibrata combinazione di superfici diverse per colore, consistenza, spessore, qualità.
La carta è parte integrante del processo creativo di ognuno di loro, anche se accanto al nucleo di quanti la utilizzano come esclusiva metodologia espressiva, è presente un altro gruppo che ad essa affianca anche differenti strumenti per delineare l’ampio orizzonte della propria progettualità. Per ognuno però è l’anima dell’opera, anche se alcuni la fabbricano da sé recuperando un’antica processualità artigiana, per esaltare l’assoluta unicità del prodotto fatto di sorprendenti porosità e sapienti e corrugamenti, di inaspettate slabbrature e impossibili addensamenti, altri utilizzano quella già pronta, recuperandola magari dal dispiegarsi della quotidianità consumistica, per modificarla, contaminarla, renderla irriconoscibile, altri ancora se la fanno preparare seguendo precise indicazioni, per costruire calibrati interventi capaci di far dialogare tra loro materia e forma, mentre infine alcuni vanno alla ricerca dell’esemplare raro, prezioso perché appartenente a partite antiche o provenienti da tradizioni artigianali lontane, per portare alla luce l’intrinseca poesia del materiale prescelto. Per tutti la volontà di scoprire ed esaltare le capacità espressive, le possibilità evocative e la forza poetica insite nelle esili trame di una materia generata da un lungo processo, portato a termine da mani abili ed esperte seguendo le regole di un sapere che si perde in un tempo remoto, è lo stimolo ad una ricerca che si concretizza in modi e termini differenti. È il filo sottile ma tenace che lega gli assunti concettuali e gli studiati interventi manuali, tesi a trasformare la carta, quotidiana e spesso scontata compagna dello svolgersi della vita, in straordinaria materia d’arte: si fa diafana velatura con il delicato intreccio delle trame e degli orditi, a lasciare intravedere l’infinità di uno spazio incommensurabile, si aggrega a creare suggestivi spessori, in cui la luce indugia per svelare e rivelare tutto ciò che si trova in profondità, si slabbra a ritmare trasparenze e opacità variamente stratificate, a nascondere o mostrare l’intensità che ogni colore racchiude in sé.
La carta è superficie mobile, elastica, permeabile, a separare lo spazio finito della realtà fenomenica da quello infinito che sta al di là di esso. È schermo sensibile su cui i segni, le forme, le immagini e i frammenti di essi possono addensarsi, pulsando di incontenibile energia, e poi diradarsi, fino a giungere alla rarefazione, per tornare ad aggregarsi ancora in un processo senza fine, di cui l’artista è l’unico artefice.
Nell’era della globalizzazione, che ha annullato il divario tra centro e periferia e, inevitabilmente, anche l’intervallo spazio-temporale, modificando spesso in maniera profonda le modalità operative legate alla ricerca artistica, la carta, per secoli indispensabile strumento di lavoro nella pratica dell’arte, diventa occasione di confrontarsi con la complessità del presente, in cui la velocità dell’informazione e la sofisticata precisione della comunicazione hanno completamente modificato il modo di rapportarsi con la realtà, diventa opportunità di recuperare il legame con il passato, con la sua sapiente manualità, fatta di gesti e processi che resistono sempre uguali all’inevitabile scorrere del tempo, e infine diventa possibilità di proiettarsi nel futuro a rinnovare la vitalità di una materia continuamente minacciata dalle nuove tecnologie eppure sempre pronta a trasformarsi per rimanere se stessa.
È su questa premessa che si sono concretizzati gli inviti a poco più di sessanta artisti, sessantadue per la precisione, scelti per la loro attitudine a costruire l’opera con la carta, non semplicemente sulla carta, per la loro propensione ad esaltare l’intrinseca natura di questa materia antica, nobile ed umile allo stesso tempo, per la loro capacità a materializzare la necessità di esprimere la complessità delle singole esperienze di sperimentazione creativa con la ponderata incisione della sua preziosa fragilità, con la misurata manipolazione della sua porosa consistenza, con la calibrata combinazione di superfici diverse per colore, consistenza, spessore, qualità.
La carta è parte integrante del processo creativo di ognuno di loro, anche se accanto al nucleo di quanti la utilizzano come esclusiva metodologia espressiva, è presente un altro gruppo che ad essa affianca anche differenti strumenti per delineare l’ampio orizzonte della propria progettualità. Per ognuno però è l’anima dell’opera, anche se alcuni la fabbricano da sé recuperando un’antica processualità artigiana, per esaltare l’assoluta unicità del prodotto fatto di sorprendenti porosità e sapienti e corrugamenti, di inaspettate slabbrature e impossibili addensamenti, altri utilizzano quella già pronta, recuperandola magari dal dispiegarsi della quotidianità consumistica, per modificarla, contaminarla, renderla irriconoscibile, altri ancora se la fanno preparare seguendo precise indicazioni, per costruire calibrati interventi capaci di far dialogare tra loro materia e forma, mentre infine alcuni vanno alla ricerca dell’esemplare raro, prezioso perché appartenente a partite antiche o provenienti da tradizioni artigianali lontane, per portare alla luce l’intrinseca poesia del materiale prescelto. Per tutti la volontà di scoprire ed esaltare le capacità espressive, le possibilità evocative e la forza poetica insite nelle esili trame di una materia generata da un lungo processo, portato a termine da mani abili ed esperte seguendo le regole di un sapere che si perde in un tempo remoto, è lo stimolo ad una ricerca che si concretizza in modi e termini differenti. È il filo sottile ma tenace che lega gli assunti concettuali e gli studiati interventi manuali, tesi a trasformare la carta, quotidiana e spesso scontata compagna dello svolgersi della vita, in straordinaria materia d’arte: si fa diafana velatura con il delicato intreccio delle trame e degli orditi, a lasciare intravedere l’infinità di uno spazio incommensurabile, si aggrega a creare suggestivi spessori, in cui la luce indugia per svelare e rivelare tutto ciò che si trova in profondità, si slabbra a ritmare trasparenze e opacità variamente stratificate, a nascondere o mostrare l’intensità che ogni colore racchiude in sé.
La carta è superficie mobile, elastica, permeabile, a separare lo spazio finito della realtà fenomenica da quello infinito che sta al di là di esso. È schermo sensibile su cui i segni, le forme, le immagini e i frammenti di essi possono addensarsi, pulsando di incontenibile energia, e poi diradarsi, fino a giungere alla rarefazione, per tornare ad aggregarsi ancora in un processo senza fine, di cui l’artista è l’unico artefice.
Nell’era della globalizzazione, che ha annullato il divario tra centro e periferia e, inevitabilmente, anche l’intervallo spazio-temporale, modificando spesso in maniera profonda le modalità operative legate alla ricerca artistica, la carta, per secoli indispensabile strumento di lavoro nella pratica dell’arte, diventa occasione di confrontarsi con la complessità del presente, in cui la velocità dell’informazione e la sofisticata precisione della comunicazione hanno completamente modificato il modo di rapportarsi con la realtà, diventa opportunità di recuperare il legame con il passato, con la sua sapiente manualità, fatta di gesti e processi che resistono sempre uguali all’inevitabile scorrere del tempo, e infine diventa possibilità di proiettarsi nel futuro a rinnovare la vitalità di una materia continuamente minacciata dalle nuove tecnologie eppure sempre pronta a trasformarsi per rimanere se stessa.
29
aprile 2006
Tra(c)arte
Dal 29 aprile al 10 giugno 2006
arte contemporanea
Location
MUSEO CIVICO
Foggia, Piazza Vincenzo Nigri, 1, (Foggia)
Foggia, Piazza Vincenzo Nigri, 1, (Foggia)
Orario di apertura
martedì-domenica, ore 9-13 / martedì, giovedì-sabato ore 16-19 / lunedì chiuso
Vernissage
29 Aprile 2006, ore 18
Autore
Curatore