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Christiane Apprieux – Il linguaggio della materia
L’opera pittorica di Christiane Apprieux (Cognac, 1962) brilla e si staglia, come un diamante, sulla stoffa ignota della nuova era artistica
Comunicato stampa
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L’opera pittorica di Christiane Apprieux (Cognac, 1962) brilla e si staglia, come un diamante, sulla stoffa ignota della nuova era artistica, ne è il concentrato più ammirevole, di ciò che spinge ancora più lontano l’esigenza dell’approccio originario del reale. Infinitamente complessa e semplice, sospesa e pertanto fertile in sorprese, pressoché invisibile ben che prodigiosamente varia nei suoi effetti figurali, essa si propone all’ascolto, e non più al silenzio o al brusio degli ornamenti. Un'opera che è l’indice dell’itinerario dalla complessità alla semplicità.
Christiane Apprieux è artista di una modernità assoluta, la sua opera non appartiene alla contemporaneità, al sincronismo degli artisti come braccio biiettivo del corpo sociale pensante, che si pensa oggi come critica del feticismo del risultato, con i suoi corollari di mistero e di segreto della materia. L’opera è ciò che resta, tale è la nozione d’opera di Christiane Apprieux, che non ammette il discorso dei risultati e la loro partita doppia che manca l’unicum. In tal senso, il linguaggio della materia dell’artista è al di là di ogni possibile o impossibile conoscenza delle cose. Ironico il Pittogramma di luce, che non fornisce nessuna chiave d’accesso per una vita grammaticale.
Il superfluo che si staglia dalle opere di Christiane Apprieux rende vana la discussione sull’inutilità o sull’utilità degli oggetti artistici. La casa senza opere, bianca, annuncia i fatti di crocaca, nera.
L’oggetto estetico è specchio nell’opera di Christiane Apprieux, che impedisce ogni specularizzazione sociale, che lascia l’estetica personale e sociale alla loro pseudo natura di estetica del quotidiano e dell’antiquotidiano, che popolano entrambi dei supporti che vengono chiamati giornali, sebbene del giorno originario non si trovi quasi traccia.
Il linguaggio della materia di Christiane Apprieux, senza ombra dinanzi, senza compromesso con le ideologie, risulta leggero, libero, felice.
Christiane Apprieux è artista di una modernità assoluta, la sua opera non appartiene alla contemporaneità, al sincronismo degli artisti come braccio biiettivo del corpo sociale pensante, che si pensa oggi come critica del feticismo del risultato, con i suoi corollari di mistero e di segreto della materia. L’opera è ciò che resta, tale è la nozione d’opera di Christiane Apprieux, che non ammette il discorso dei risultati e la loro partita doppia che manca l’unicum. In tal senso, il linguaggio della materia dell’artista è al di là di ogni possibile o impossibile conoscenza delle cose. Ironico il Pittogramma di luce, che non fornisce nessuna chiave d’accesso per una vita grammaticale.
Il superfluo che si staglia dalle opere di Christiane Apprieux rende vana la discussione sull’inutilità o sull’utilità degli oggetti artistici. La casa senza opere, bianca, annuncia i fatti di crocaca, nera.
L’oggetto estetico è specchio nell’opera di Christiane Apprieux, che impedisce ogni specularizzazione sociale, che lascia l’estetica personale e sociale alla loro pseudo natura di estetica del quotidiano e dell’antiquotidiano, che popolano entrambi dei supporti che vengono chiamati giornali, sebbene del giorno originario non si trovi quasi traccia.
Il linguaggio della materia di Christiane Apprieux, senza ombra dinanzi, senza compromesso con le ideologie, risulta leggero, libero, felice.
09
aprile 2006
Christiane Apprieux – Il linguaggio della materia
Dal 09 aprile al 14 maggio 2006
arte contemporanea
Location
RISTORANTE ENOTECA AMLETO
Soave, Via Borgo Covergnino, 26, (Verona)
Soave, Via Borgo Covergnino, 26, (Verona)
Orario di apertura
Chiuso il martedì
Vernissage
9 Aprile 2006, ore 16
Autore