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Umberto Passeretti – I-dee
Umberto Passeretti è uno dei quattro artisti italiani che il Salon d’Automne, la storica rassegna parigina dedicata all’arte mondiale, invita annualmente a rappresentare l’Italia
Comunicato stampa
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Umberto Passeretti è uno dei quattro artisti italiani che il Salon d’Automne, la storica rassegna parigina dedicata all’arte mondiale, invita annualmente a rappresentare l’Italia. Il CO2, la brasserie con una vocazione per l’arte che Umberto Cinelli ha ricavato nel bellissimo spazio un tempo occupato dal Teatro dei Burattini, esporrà sino al 30 aprile i suoi lavori più recenti: quattordici tavole di grande formato che difficilmente avrebbero potuto trovare posto in una galleria di normali dimensioni.
La mostra che il CO2 dedica a Umberto Passeretti è un’occasione rara per vedere le opere di un maestro che è nato e vive a Roma, ma espone soprattutto a Parigi, dove le sue inconfondibili sperimentazioni sul tema del panneggio hanno trovato posto in collezioni importanti, quella di Karl Lagerfeld, ad esempio. Da quando il Salom d’Automne ha riaperto i battenti, Passeretti è uno dei pochi artisti italiani invitati a rappresentare il nostro Paese nella celebre rassegna della pittura mondiale inventata dalla Ville Lumière. Conversatore vivace e incline all’ironia, si diverte a raccontare la sua partecipazione alla storica Edizione del Centenario come un crescendo di sorprese che finirono per gettarlo in uno stato di sbigottito stupore: prima l’inaspettata telefonata di invito; poi la notizia che tutti i dipinti da lui proposti alla giuria erano stati ammessi in mostra (la partecipazione con più di un’opera è un privilegio concesso a pochi e per Passeretti si ripete ogni anno); infine la scoperta della loro collocazione su una delle pareti più ambite, non a caso scelta dallo staff del Salon a far da sfondo alla conferenza stampa inaugurale tenuta dal Presidente Chirac.
L’amore che i francesi riservano al nostro pittore è d’altra parte ampiamente ricambiato. Nato a Roma nel ’45, Passeretti ha però scelto Parigi come Patria della sua formazione artistica. Qui ha frequentato i corsi dell’Accademie des Beaux Arts dal 1964 al 1968, gli anni cruciali della rivoluzione studentesca, un’esperienza nella quale si è gettato a capofitto. Impegno politico e esplorazione di tutte le nuove tendenze nel tentativo di azzerare qualsiasi dipendenza dal passato: un percorso comune a molti artisti della sua generazione. Poi la sensazione di essersi ficcato in un vicolo cieco, di dover fare un passo indietro per poter tornare a procedere. Quando, alla fine dei ’60, rientra a Roma, prende dimora in una piccola casa studio affacciata sul Canopo di Villa Adriana a Tivoli, un luogo magico che suggerisce la chiave di una nuova ricerca. Si riparte dalle radici greco-romane: una fase di sperimentazione sui dinamismi e gli equilibri del panneggio classico che dà vita ad installazioni e dipinti astratti tutt’altro che anacronistici. Parallelamente studia l’anatomia umana, indaga le tecniche degli antichi pittori cercando di adattarle all’uso dei colori acrilici, fonda, insomma, le basi per possibili soluzioni figurative. Che alla fine trova. Nasce un moderno Olimpo di figure acefale panneggiate in pericoloso eppure armonico equilibrio tra passato e presente.
Le dee di Passeretti sono dipinte su tavola, l’universale supporto della pittura italiana sino al XIV secolo, eppure hanno i colori acidi e tecnologici dell’arte contemporanea. Sono serrate in antichi pepli che tracciano dinamismi futuristi attorno alle loro classiche proporzioni. Percorrono un ardito viaggio nel tempo per portare un eterno messaggio ideale. Il titolo della rassegna del CO2 ne svela la natura: non sono dee ma i-dee. Le stesse idee di bellezza, giustizia e libertà in cui Umberto Passeretti, figlio di una generazione di utopisti, non ha mai cessato di credere.
La mostra che il CO2 dedica a Umberto Passeretti è un’occasione rara per vedere le opere di un maestro che è nato e vive a Roma, ma espone soprattutto a Parigi, dove le sue inconfondibili sperimentazioni sul tema del panneggio hanno trovato posto in collezioni importanti, quella di Karl Lagerfeld, ad esempio. Da quando il Salom d’Automne ha riaperto i battenti, Passeretti è uno dei pochi artisti italiani invitati a rappresentare il nostro Paese nella celebre rassegna della pittura mondiale inventata dalla Ville Lumière. Conversatore vivace e incline all’ironia, si diverte a raccontare la sua partecipazione alla storica Edizione del Centenario come un crescendo di sorprese che finirono per gettarlo in uno stato di sbigottito stupore: prima l’inaspettata telefonata di invito; poi la notizia che tutti i dipinti da lui proposti alla giuria erano stati ammessi in mostra (la partecipazione con più di un’opera è un privilegio concesso a pochi e per Passeretti si ripete ogni anno); infine la scoperta della loro collocazione su una delle pareti più ambite, non a caso scelta dallo staff del Salon a far da sfondo alla conferenza stampa inaugurale tenuta dal Presidente Chirac.
L’amore che i francesi riservano al nostro pittore è d’altra parte ampiamente ricambiato. Nato a Roma nel ’45, Passeretti ha però scelto Parigi come Patria della sua formazione artistica. Qui ha frequentato i corsi dell’Accademie des Beaux Arts dal 1964 al 1968, gli anni cruciali della rivoluzione studentesca, un’esperienza nella quale si è gettato a capofitto. Impegno politico e esplorazione di tutte le nuove tendenze nel tentativo di azzerare qualsiasi dipendenza dal passato: un percorso comune a molti artisti della sua generazione. Poi la sensazione di essersi ficcato in un vicolo cieco, di dover fare un passo indietro per poter tornare a procedere. Quando, alla fine dei ’60, rientra a Roma, prende dimora in una piccola casa studio affacciata sul Canopo di Villa Adriana a Tivoli, un luogo magico che suggerisce la chiave di una nuova ricerca. Si riparte dalle radici greco-romane: una fase di sperimentazione sui dinamismi e gli equilibri del panneggio classico che dà vita ad installazioni e dipinti astratti tutt’altro che anacronistici. Parallelamente studia l’anatomia umana, indaga le tecniche degli antichi pittori cercando di adattarle all’uso dei colori acrilici, fonda, insomma, le basi per possibili soluzioni figurative. Che alla fine trova. Nasce un moderno Olimpo di figure acefale panneggiate in pericoloso eppure armonico equilibrio tra passato e presente.
Le dee di Passeretti sono dipinte su tavola, l’universale supporto della pittura italiana sino al XIV secolo, eppure hanno i colori acidi e tecnologici dell’arte contemporanea. Sono serrate in antichi pepli che tracciano dinamismi futuristi attorno alle loro classiche proporzioni. Percorrono un ardito viaggio nel tempo per portare un eterno messaggio ideale. Il titolo della rassegna del CO2 ne svela la natura: non sono dee ma i-dee. Le stesse idee di bellezza, giustizia e libertà in cui Umberto Passeretti, figlio di una generazione di utopisti, non ha mai cessato di credere.
03
aprile 2006
Umberto Passeretti – I-dee
Dal 03 al 30 aprile 2006
arte contemporanea
Location
BRASSERIE CO2
Roma, Largo Del Teatro Valle, 4, (Roma)
Roma, Largo Del Teatro Valle, 4, (Roma)
Orario di apertura
13,00-15,30 – 19,00-02,00
Chiuso il lunedì
Vernissage
3 Aprile 2006, ore 19
Ufficio stampa
SCARLETT MATASSI
Autore