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Lettere a Darwin
Il lavoro offre una riflessione di carattere evoluzionistico e rappresenta un momento di incontro tra il mondo dell’arte e il mondo della scienza
Comunicato stampa
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L’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali presenta la mostra “ Lettere a Darwin”.
La mostra è progettata da Claudio Salerno con i contributi artistici di Chiara Camoni, Salvatore Esposito, Paola Ricciardi.ed i contributi scientifici dei professori Gianni Aliotta e Giancarlo Moschetti.
Il lavoro offre una riflessione di carattere evoluzionistico e rappresenta un momento di incontro tra il mondo dell’arte e il mondo della scienza.
Gli spunti del lavoro sono rappresentati dalla biologia; essa con la sua storia, è caratterizzata dalla longevità dei suoi problemi e incute un reverenziale timore per l’enorme diversità della vita in termini di spazio (tutti i continenti), di tempo (da 3,8 miliardi di anni ad oggi), di dimensione (dal virus alla balena) e di habitat (aria, terra, acqua dolce e marina). Per secoli, i fenomeni biologici si classificavano in due discipline scientifiche: la medicina e la storia naturale, che corrisponde alle moderne scienze naturali.
Già i Greci avevano esaltato l’armonia della natura e molte problematiche attuali (es. la biodiversità e l’embriologia) erano note ad Aristotele, che costituì un punto di riferimento fino alla rivoluzione scientifica del XVI secolo. Da quel momento, il mondo occidentale fu proteso alla ricerca delle leggi della fisica, tuttavia, nessun aspetto della natura era così restio a rivelare le proprie leggi quanto la diversità degli organismi.
Il XIX secolo, vide la fioritura di scoperte biologiche importantissime: la teoria cellulare, l’origine della specie, la riproduzione sessuale delle piante, l’ereditarietà dei caratteri. Sicuramente la figura più rappresentativa di quel secolo è Charles Darwin, che con la sua Origine della Specie finalmente ne svelò i più intimi segreti.
Nello stesso secolo, una figura a noi poco nota purtroppo, ma che ha contribuito in maniera rilevante a illuminare e scoprire i fenomeni della riproduzione vegetale fu il botanico ligure Federico Delpino che visse e morì a Napoli.
In questa mostra vi è rappresentato il carteggio tra i due scienziati e si esalta la nascita della moderna biologia in Europa grazie al pensiero scientifico di Federico Delpino.
La mostra è inoltre composta da immagini fotografiche che ci regalano la bellezza dell’insieme di un paesaggio e il fascino di alcuni suoi particolari. La vicinanza con il lavoro di Darwin e di Delpino ci fa riflettere sulla complessità dei sistemi e dei fenomeni biologici che compongono la fragilità e l’incanto di un paesaggio.
A completare la mostra un’istallazione relativa ai paesaggi del corpo, si ispira all’eterna danza che compie la natura col suo continuo movimento, sia con il mutare delle stagioni nel suo sfiorire e rifiorire, sia in rapporto con il movimento del sole e della luce con il suo piegarsi, torcersi, estendersi.
La mostra è progettata da Claudio Salerno con i contributi artistici di Chiara Camoni, Salvatore Esposito, Paola Ricciardi.ed i contributi scientifici dei professori Gianni Aliotta e Giancarlo Moschetti.
Il lavoro offre una riflessione di carattere evoluzionistico e rappresenta un momento di incontro tra il mondo dell’arte e il mondo della scienza.
Gli spunti del lavoro sono rappresentati dalla biologia; essa con la sua storia, è caratterizzata dalla longevità dei suoi problemi e incute un reverenziale timore per l’enorme diversità della vita in termini di spazio (tutti i continenti), di tempo (da 3,8 miliardi di anni ad oggi), di dimensione (dal virus alla balena) e di habitat (aria, terra, acqua dolce e marina). Per secoli, i fenomeni biologici si classificavano in due discipline scientifiche: la medicina e la storia naturale, che corrisponde alle moderne scienze naturali.
Già i Greci avevano esaltato l’armonia della natura e molte problematiche attuali (es. la biodiversità e l’embriologia) erano note ad Aristotele, che costituì un punto di riferimento fino alla rivoluzione scientifica del XVI secolo. Da quel momento, il mondo occidentale fu proteso alla ricerca delle leggi della fisica, tuttavia, nessun aspetto della natura era così restio a rivelare le proprie leggi quanto la diversità degli organismi.
Il XIX secolo, vide la fioritura di scoperte biologiche importantissime: la teoria cellulare, l’origine della specie, la riproduzione sessuale delle piante, l’ereditarietà dei caratteri. Sicuramente la figura più rappresentativa di quel secolo è Charles Darwin, che con la sua Origine della Specie finalmente ne svelò i più intimi segreti.
Nello stesso secolo, una figura a noi poco nota purtroppo, ma che ha contribuito in maniera rilevante a illuminare e scoprire i fenomeni della riproduzione vegetale fu il botanico ligure Federico Delpino che visse e morì a Napoli.
In questa mostra vi è rappresentato il carteggio tra i due scienziati e si esalta la nascita della moderna biologia in Europa grazie al pensiero scientifico di Federico Delpino.
La mostra è inoltre composta da immagini fotografiche che ci regalano la bellezza dell’insieme di un paesaggio e il fascino di alcuni suoi particolari. La vicinanza con il lavoro di Darwin e di Delpino ci fa riflettere sulla complessità dei sistemi e dei fenomeni biologici che compongono la fragilità e l’incanto di un paesaggio.
A completare la mostra un’istallazione relativa ai paesaggi del corpo, si ispira all’eterna danza che compie la natura col suo continuo movimento, sia con il mutare delle stagioni nel suo sfiorire e rifiorire, sia in rapporto con il movimento del sole e della luce con il suo piegarsi, torcersi, estendersi.
01
aprile 2006
Lettere a Darwin
Dal primo al 15 aprile 2006
arte contemporanea
Location
L’ATELIER
Napoli, Via Tito Angelini, 41, (Napoli)
Napoli, Via Tito Angelini, 41, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni (escluso i festivi) dalle 17,30 alle 20
Vernissage
1 Aprile 2006, ore 18,30
Autore
Curatore