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Letizia Battaglia / Franco Zecchin – Dovere di cronaca
Per la prima volta e in esclusiva per il Festival, le immagini che hanno documentato la stagione più violenta della criminalità mafiosa, dal 1975 sino al 1993
Comunicato stampa
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Per la prima volta e in esclusiva per il Festival, le immagini che hanno documentato la stagione più violenta della criminalità mafiosa, dal 1975 sino al 1993: “arrivammo a contare fino a cinque omicidi al giorno. Volevamo che la gente fosse cosciente e organizzammo mostre per le strade: a Corleone durante una festa, molti si avvicinavano a curiosare, ma poco alla volta, sparirono tutti dalla piazza lasciandoci soli. Abbiamo avuto paura.
La mostra è a cura di Marco Delogu e Salvatore Ligios ed è una produzione Zoneattive.
Il catalogo è a cura di Peliti Associati.
Parafrasando il famoso inizio della prefazione di Sartre a Da una Cina all’altra di Cartier-Bresson, dobbiamo mettere nel conto anche questo: che il pittoresco si nutre di sangue. E almeno dai tempi di Verga e Mascagni, il sangue dei siciliani piace: c’è sempre un coro disposto a cantare: “Hanno ammazzato compare Turiddu!” Così, come di converso, alcuni siciliani sono sempre disposti a fare i pupari e raccontare la storia vagamente poetica della mafia che “fu una volta buona” e che “tutto sommato, non è come dicono fuori dall’Isola”.
Bisognerebbe parlare più spesso, anche di questo. Magari alla televisione, perché molti, nel nostro Paese, dai libri si tengono lontani. E non certo solo per colpa loro, come mi ha insegnato inequivocabilmente l’esperienza di un amico caro che era fino a qualche anno fa di pochissime letture. Sapendolo interessato alla questione della mafia, gli regalai quello che fra i molti libri che ho letto sull’argomento, per la piacevolezza della scrittura e per la terribilità del racconto, ancora oggi mi sembra il più bello: Raccolto rosso di Enrico Deaglio. Fu per lui, com’era stato per me, una lettura fatta d’un fiato.
Nel mare di immagini che ci circondano, l’equivalente fotografico di questo libro è per me il lavoro di Franco Zecchin e Letizia Battaglia. Altri prima di loro avevano fotografato morti di mafia, ma mai prima delle loro fotografie s’era visto così chiaramente il sangue mescolato a quell’immensa mole d’inquietudine e di desiderio di serenità. È come se Giovanni Verga entrasse sulla scena e dicesse: il catalogo è questo.
Diego Mormorio
La mostra è a cura di Marco Delogu e Salvatore Ligios ed è una produzione Zoneattive.
Il catalogo è a cura di Peliti Associati.
Parafrasando il famoso inizio della prefazione di Sartre a Da una Cina all’altra di Cartier-Bresson, dobbiamo mettere nel conto anche questo: che il pittoresco si nutre di sangue. E almeno dai tempi di Verga e Mascagni, il sangue dei siciliani piace: c’è sempre un coro disposto a cantare: “Hanno ammazzato compare Turiddu!” Così, come di converso, alcuni siciliani sono sempre disposti a fare i pupari e raccontare la storia vagamente poetica della mafia che “fu una volta buona” e che “tutto sommato, non è come dicono fuori dall’Isola”.
Bisognerebbe parlare più spesso, anche di questo. Magari alla televisione, perché molti, nel nostro Paese, dai libri si tengono lontani. E non certo solo per colpa loro, come mi ha insegnato inequivocabilmente l’esperienza di un amico caro che era fino a qualche anno fa di pochissime letture. Sapendolo interessato alla questione della mafia, gli regalai quello che fra i molti libri che ho letto sull’argomento, per la piacevolezza della scrittura e per la terribilità del racconto, ancora oggi mi sembra il più bello: Raccolto rosso di Enrico Deaglio. Fu per lui, com’era stato per me, una lettura fatta d’un fiato.
Nel mare di immagini che ci circondano, l’equivalente fotografico di questo libro è per me il lavoro di Franco Zecchin e Letizia Battaglia. Altri prima di loro avevano fotografato morti di mafia, ma mai prima delle loro fotografie s’era visto così chiaramente il sangue mescolato a quell’immensa mole d’inquietudine e di desiderio di serenità. È come se Giovanni Verga entrasse sulla scena e dicesse: il catalogo è questo.
Diego Mormorio
05
aprile 2006
Letizia Battaglia / Franco Zecchin – Dovere di cronaca
Dal 05 aprile al 28 maggio 2006
fotografia
Location
ISTITUTO CENTRALE PER LA GRAFICA – PALAZZO POLI
Roma, Via Poli, 54, (Roma)
Roma, Via Poli, 54, (Roma)
Biglietti
intero euro 6 -ridotto euro 4
Orario di apertura
martedì – domenica 10.00 – 19.00. Chiuso il lunedì
Vernissage
5 Aprile 2006, ore 18
Autore
Curatore