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Andrea Bertotti – Via dalla consolata
Non manca sicuramente nella mostra di Andrea Bertotti, dal titolo “Via dalla consolata”, una vena giocosa, irriverente
Comunicato stampa
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Non manca sicuramente nella mostra di Andrea Bertotti, dal titolo “Via dalla consolata”, una vena giocosa, irriverente. Già il titolo modifica il nome della strada in cui è situato il Machè, provocando fraintendimenti vari sulla parola “consolazione”.
Nella prima sala espositiva delle stampe digitali montate su polistirolo, raffigurano delle mani di donna, che sono anche i soggetti della video-proiezione “Father”, che l’artista non traduce come “padre”, ma come “grasso di lei”. Tutte queste dita hanno un che di misterioso, e seducente. Sono parti di un discorso lasciato interrotto, sono frammenti estrapolati da un contesto particolare e portate a vivere sotto luci impreviste. Lo sguardo dell’artista ha incrociato queste mani tante volte mentre, navigando in internet, si è imbattuto in donnine senza veli. Del loro volto più nessuna traccia, Bertotti ha preso a prestito, appunto, una parte del corpo, quella capace di molta espressione. Eppure in questo caso, non ci verrebbe proprio da pensare che ogni ragazza sta compiendo il medesimo atto: sta mostrando al mondo il suo organo sessuale. E’ questo il tipo di consolazione per i tanti amanti del genere, “porno – navigatori”. Consolazione da cosa?. E’ la domanda a cui siamo condotti.
La seconda sala l’installazione “Gravità” con scultura in creta dipinta, nylon, piscina in rame e materiale vario. Anche questa volta la protagonista è una donna, ma si tratta di una figura che è opposta alle altre. E’ l’emblema della purezza: una Madonnina. L’artista questa volta ha “preso a prestito” un’icona della cristianità spostandola in un altro, destabilizzante luogo. Sul bordo di un trampolino, con le mani giunte per pregare (o per tuffarsi?).
C’è molto della quotidianità dell’artista in questi lavori, ed è possibile che il suo operare artistico segni il tentativo di guardare oltre l’icona. Verso maggiori profondità, attraverso i continui ribaltamenti di posizioni e slittamento di significati.
Anna D’Agostino
Nella prima sala espositiva delle stampe digitali montate su polistirolo, raffigurano delle mani di donna, che sono anche i soggetti della video-proiezione “Father”, che l’artista non traduce come “padre”, ma come “grasso di lei”. Tutte queste dita hanno un che di misterioso, e seducente. Sono parti di un discorso lasciato interrotto, sono frammenti estrapolati da un contesto particolare e portate a vivere sotto luci impreviste. Lo sguardo dell’artista ha incrociato queste mani tante volte mentre, navigando in internet, si è imbattuto in donnine senza veli. Del loro volto più nessuna traccia, Bertotti ha preso a prestito, appunto, una parte del corpo, quella capace di molta espressione. Eppure in questo caso, non ci verrebbe proprio da pensare che ogni ragazza sta compiendo il medesimo atto: sta mostrando al mondo il suo organo sessuale. E’ questo il tipo di consolazione per i tanti amanti del genere, “porno – navigatori”. Consolazione da cosa?. E’ la domanda a cui siamo condotti.
La seconda sala l’installazione “Gravità” con scultura in creta dipinta, nylon, piscina in rame e materiale vario. Anche questa volta la protagonista è una donna, ma si tratta di una figura che è opposta alle altre. E’ l’emblema della purezza: una Madonnina. L’artista questa volta ha “preso a prestito” un’icona della cristianità spostandola in un altro, destabilizzante luogo. Sul bordo di un trampolino, con le mani giunte per pregare (o per tuffarsi?).
C’è molto della quotidianità dell’artista in questi lavori, ed è possibile che il suo operare artistico segni il tentativo di guardare oltre l’icona. Verso maggiori profondità, attraverso i continui ribaltamenti di posizioni e slittamento di significati.
Anna D’Agostino
21
marzo 2006
Andrea Bertotti – Via dalla consolata
Dal 21 marzo all'otto aprile 2006
arte contemporanea
Location
MACHE’
Torino, Via Della Consolata, 9/G, (Torino)
Torino, Via Della Consolata, 9/G, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 18-22.30
Vernissage
21 Marzo 2006, ore 21
Autore
Curatore