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Paolo Laudisa – PensandoBene
personale di pittura
Comunicato stampa
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“Non mi interessa essere considerato un pittore figurativo o astratto" (Paolo Laudisa)
“Astrazione o evoluzione della Figurazione. Pittura pura o commistione di generi e tecniche. Monocromo o policromo. Pinocchio parla più chiaramente di ogni definizione: gusto del colore, qui verde totale, ma declinato in alcune possibili variazioni; giochi prospettici di piani obliqui, come in un corridoio di specchi, tracce figurative e geometrie.
Nel rifiuto dei generi codificati Laudisa si sente a proprio agio, distante da provocatorie furie sperimentali, attento allo studio e alla ricerca sui materiali, ma più di tutto all’evoluzione interna delle forme del colore.
Le tele di Paolo Laudisa trovano nello spazio consacrato alla rappresentazione scenica una dimora eccellente. Certo, occorre mettere in conto una certa dose di casualità degli eventi, e altrettanta di intuizione da parte dell’artista. La transitorietà del domicilio si sposa alla sua natura: una mise en scène dura un tempo predeterminato e illusorio, quello sufficiente a calarsi in un’altra realtà fino alla fine di una storia.
La storia che qui si narra, attraverso colori incorrotti e intrusioni di vetro, è quella di una pittura che alla fine si prende sul serio pur giocando col senso, con le definizioni, con le parole che cercano di spiegare e confondono.
Ospite dei pensieri dell’artista, autorevole testimonianza di un impegno insofferente ai vincoli, è la figura di un grande conterraneo, che di regole infrante è stato maestro insuperato del teatro italiano, Carmelo Bene. Dissacratore istrionico, feroce nemico del già visto, del previsto, cercatore di non-senso dalla prosa inesauribile e parossistica.
Il Salento è terra di bianco barocco, di pietra generosa, di profusione decorativa. Dalla stessa loquacità a cui Bene ha attinto a piena voce Paolo Laudisa ha tratto un’eredità austera. La sua ricchezza espressiva è declinata con parsimonia, lasciata decantare fino a poterne esprimere una sintesi.
Isole di polvere di marmo come crateri, isole di colore contrastante, visioni: nulla è spiegato fino in fondo, l’artista non articola le sue ragioni, ne dà il risultato, la pura immagine.
Ad uno stesso obiettivo si giunge con metodi diversi: qui il superamento dei generi per un risultato estetico assoluto si dà per sottrazione, laddove in Carmelo Bene per esplorazione continua e megalomanica dell’io, in forza dell’aggiungere, del moltiplicare, dell’accentuare al parossismo per arrivare alla perdita di sé come soggetto.
Laudisa abbassa la voce per superare i limiti del fonema, (fuor di metafora diluisce, placa e lascia emergere l’immagine), Bene amplifica la voce e dilata tanto il testo da sfinirlo.
In fondo si è trattato spesso di una recitazione “astratta”, che perdeva continuamente l’oggetto, fino a renderne irriconoscibili le singole parole per privilegiare il puro suono………………………………………………………….”
Fedora Franzè
“Astrazione o evoluzione della Figurazione. Pittura pura o commistione di generi e tecniche. Monocromo o policromo. Pinocchio parla più chiaramente di ogni definizione: gusto del colore, qui verde totale, ma declinato in alcune possibili variazioni; giochi prospettici di piani obliqui, come in un corridoio di specchi, tracce figurative e geometrie.
Nel rifiuto dei generi codificati Laudisa si sente a proprio agio, distante da provocatorie furie sperimentali, attento allo studio e alla ricerca sui materiali, ma più di tutto all’evoluzione interna delle forme del colore.
Le tele di Paolo Laudisa trovano nello spazio consacrato alla rappresentazione scenica una dimora eccellente. Certo, occorre mettere in conto una certa dose di casualità degli eventi, e altrettanta di intuizione da parte dell’artista. La transitorietà del domicilio si sposa alla sua natura: una mise en scène dura un tempo predeterminato e illusorio, quello sufficiente a calarsi in un’altra realtà fino alla fine di una storia.
La storia che qui si narra, attraverso colori incorrotti e intrusioni di vetro, è quella di una pittura che alla fine si prende sul serio pur giocando col senso, con le definizioni, con le parole che cercano di spiegare e confondono.
Ospite dei pensieri dell’artista, autorevole testimonianza di un impegno insofferente ai vincoli, è la figura di un grande conterraneo, che di regole infrante è stato maestro insuperato del teatro italiano, Carmelo Bene. Dissacratore istrionico, feroce nemico del già visto, del previsto, cercatore di non-senso dalla prosa inesauribile e parossistica.
Il Salento è terra di bianco barocco, di pietra generosa, di profusione decorativa. Dalla stessa loquacità a cui Bene ha attinto a piena voce Paolo Laudisa ha tratto un’eredità austera. La sua ricchezza espressiva è declinata con parsimonia, lasciata decantare fino a poterne esprimere una sintesi.
Isole di polvere di marmo come crateri, isole di colore contrastante, visioni: nulla è spiegato fino in fondo, l’artista non articola le sue ragioni, ne dà il risultato, la pura immagine.
Ad uno stesso obiettivo si giunge con metodi diversi: qui il superamento dei generi per un risultato estetico assoluto si dà per sottrazione, laddove in Carmelo Bene per esplorazione continua e megalomanica dell’io, in forza dell’aggiungere, del moltiplicare, dell’accentuare al parossismo per arrivare alla perdita di sé come soggetto.
Laudisa abbassa la voce per superare i limiti del fonema, (fuor di metafora diluisce, placa e lascia emergere l’immagine), Bene amplifica la voce e dilata tanto il testo da sfinirlo.
In fondo si è trattato spesso di una recitazione “astratta”, che perdeva continuamente l’oggetto, fino a renderne irriconoscibili le singole parole per privilegiare il puro suono………………………………………………………….”
Fedora Franzè
23
marzo 2006
Paolo Laudisa – PensandoBene
Dal 23 marzo al 30 aprile 2006
arte contemporanea
Location
TEATRO SALA UMBERTO – SPAZIO ARTE
Roma, Via Della Mercede, 50, (Roma)
Roma, Via Della Mercede, 50, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 10.00 - 19.00, lunedì chiuso
Vernissage
23 Marzo 2006, ore 18.30
Autore
Curatore