Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Maria Femia – Housewire
Si tratta della prima presentazione in pubblico di una giovane artista genovese che combina più tecniche. Le sue immagini ci riportano alle nature morte di Morandi e alla pop di Warhol in un nuovo connubio tramite l’ utilizzo dell’ elettronica e quello della piu tradizionale pittura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Housewire
a cura di Bob Nardella
Al mio ritorno dalla Triennale di Milano dedicata ai “Beautiful Losers”, i giovani esponenti della creatività nata nelle strade, mi trovo catapultato in qualcosa di parallelo e contrapposto.
Sono ospite della mia cara amica Maria (nonché dei suoi figli e del suo simpaticissimo marito) che mi mostra quasi intimidita le sue opere che presenterà per la prima volta al pubblico:
Housewire: Termine derivato da housewife (casalinga, non disperata fortunatamente) e wire non inteso come ostacolo ma come un filo metallico conduttore tra la sua abitazione e l’esterno .
Le opere di Maria, tutte prodotte senza spostamenti fisici dalla sua abitazione, nascono da un bisogno assoluto: comunicare un ordine che viene costruito, in maniera certosina, nell’universo unico ed in lenta ma costante mutazione che è quello della casa.
Femminilità ed eleganza.
Non c’è ribellione o femminismo nelle sue opere ma piuttosto una costante morandiana del tempo che scorre inavvertito dagli oggetti da Lei fotografati.
Al contrario dell’arte nata nelle strade, quella dei “writer”, che, paradossalmente, disprezzata nelle vie dove nasce cerca la sua approvazione dall’esportazione Duchampiana dell’opera in uno spazio chiuso, galleristico, museale, l’arte di Maria viaggia al contrario: dalle mura di casa si muove verso l’esterno, verso il mondo abitato, quello dei bar, quello delle altre abitazioni in uno scambio molto intimo, come un bacio, come il viaggio di un’elegante lettera d’amore.
È interessante il fatto che, come ha notato Bruce Chatwin, gli aborigeni australiani usano la
stessa parola per dire "paese", "patria" e "strada", "cammino". Perfetta coincidenza: forse per un - nomade – artista - dell’ animo essere per via è essere a casa ed essere a casa è essere per via.
Bob Nardella
a cura di Bob Nardella
Al mio ritorno dalla Triennale di Milano dedicata ai “Beautiful Losers”, i giovani esponenti della creatività nata nelle strade, mi trovo catapultato in qualcosa di parallelo e contrapposto.
Sono ospite della mia cara amica Maria (nonché dei suoi figli e del suo simpaticissimo marito) che mi mostra quasi intimidita le sue opere che presenterà per la prima volta al pubblico:
Housewire: Termine derivato da housewife (casalinga, non disperata fortunatamente) e wire non inteso come ostacolo ma come un filo metallico conduttore tra la sua abitazione e l’esterno .
Le opere di Maria, tutte prodotte senza spostamenti fisici dalla sua abitazione, nascono da un bisogno assoluto: comunicare un ordine che viene costruito, in maniera certosina, nell’universo unico ed in lenta ma costante mutazione che è quello della casa.
Femminilità ed eleganza.
Non c’è ribellione o femminismo nelle sue opere ma piuttosto una costante morandiana del tempo che scorre inavvertito dagli oggetti da Lei fotografati.
Al contrario dell’arte nata nelle strade, quella dei “writer”, che, paradossalmente, disprezzata nelle vie dove nasce cerca la sua approvazione dall’esportazione Duchampiana dell’opera in uno spazio chiuso, galleristico, museale, l’arte di Maria viaggia al contrario: dalle mura di casa si muove verso l’esterno, verso il mondo abitato, quello dei bar, quello delle altre abitazioni in uno scambio molto intimo, come un bacio, come il viaggio di un’elegante lettera d’amore.
È interessante il fatto che, come ha notato Bruce Chatwin, gli aborigeni australiani usano la
stessa parola per dire "paese", "patria" e "strada", "cammino". Perfetta coincidenza: forse per un - nomade – artista - dell’ animo essere per via è essere a casa ed essere a casa è essere per via.
Bob Nardella
07
aprile 2006
Maria Femia – Housewire
Dal 07 aprile al 05 maggio 2006
arte contemporanea
Location
NOUVELLE VAGUE CAFFE-ENO-LIBRERIA
Genova, Vico De Gradi, 4r, (Genova)
Genova, Vico De Gradi, 4r, (Genova)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17,00 alle 1,00
Vernissage
7 Aprile 2006, ore 18
Sito web
www.mariafemia.com
Autore
Curatore