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Textures
festa/evento connettivo per un nuovo modo di intrecciare singolari linguaggi artistici, suoni sintetizzati e immagini campione all’insegna del divertimento collettivo
Comunicato stampa
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Textures
Il 16 marzo 2006 al Fake di Roma s’inaugura Textures la festa/evento connettivo per un nuovo modo di intrecciare singolari linguaggi artistici, suoni sintetizzati e immagini campione all’insegna del divertimento collettivo. Il primo appuntamento a cura di Giulio Bolaffi e Julian Robertson, Livia Crisapi e Valeria Sebastiani (Demans), Ilari Valbonesi e Andrea Pochetti (Drumbamatic.com) è dedicato all’arte visiva e alla musica elettronica: i tre ambienti più l’apertura esterna del locale diventano multiple sezioni spaziali di installazioni visive che interagiscono con installazioni sonore e Live set di techno minimale. Presentati i lavori di 8 giovani artisti – Gennaro Branca, Giuseppe Di Vita, Michele Caiffa, Monica De Marinis, Diego Della Posta, Antonio Iemmolo, Simone Ottavi, Chiara Spaghetti Kurtovich.
Textures. Dall’elettrificazione all’elettronico
L’elettricità e l’addomesticamento dei fenomeni di elettrificazione hanno consentito la creazione di quei strumenti elettronici che appartengono alla nostra vita quotidiana. Eppure, nell’ultimo ventennio, la grande diffusione a basso costo degli strumenti elettronici di comunicazione come il computer, il cellulare, il palmare, l’ i-pod, e il loro farsi toccare con mano, ha evidenziato qualcosa di sfuggente nel mezzo di comunicazione elettronica, qualcosa che afferrato con mano non aderisce mai completamente alla presa e si sottrae a qualsiasi forma di imbrigliamento e controllo. Di fatto, gli strumenti elettronici sono le nuove espressioni di intangibilità del mondo in cui viviamo.
Nell’era elettronica, il corpo che vede ed è visto, che tocca e che è toccato fa esperienza di un venire in contatto con l’inevitabile asimmetria della relazione intramondana. Un’assenza irrimediabile e non sincronizzabile in ciò che pur tocchiamo con mano, e che raggiunge il suo culmine nella carezza di un volto estraneo. Ciò manifesta il limite incarnato di ogni comunicazione, manifestazione e manipolazione. Una soglia che non è ancora luogo perché già corpo intessuto di altrove. Da sempre siamo corpi elettronici?
Al limite siamo intrecciati, come nella scossa elettrica di una stretta di mano.
Textures - Note a margine delle opere
Chiara Spaghetti Kurtovich, Michele Caiffa aka IKARUS, Diego della Posta aka THOMS, si ritraggono nella spray art per inquadrare il volto e l’immagine così ravvicinata affonda in primo piano. L’immagine del volto diventa fenomeno di background : lascia spazio al contorno e si congeda dal regime dalla rappresentazione. L’immagine è in sé sprofondata. Ciò che rimane è l’ironia della vernice o dell’inchiostro con cui ci si imbratta il volto per mantenersi al mondo. Al limite ci si aggrappa: il muro, la tela, la firma, lo stencil e la figurina sono le singolari opportunità dei tre artisti di apparire senza trasgredire l’elemento mondano. Non importa la materia che accoglie questo appello di presenza. Il volto così come il graffito sono textures intramondani: la destinazione finale rimane ignota.
Gennaro Branca (Salerno, 1979) acquisisce immagini e suoni attraverso uno scanning del quotidiano immaginario. Neo surrealismo dove insegne, telefonini, status symbol e icone elettroniche diventano trasparenti elementi pittografici stratificati nella dimensione simultanea di un collage pop (up).
Simone Ottavi (Roma, 1982) preleva immagini forti, a volte tratte dalla pornografia, e attraverso l’elaborazione digitale le sottopone a un processo di dilavamento. L’immagine riaffiora liquida : si guarda e ammicca. Sguardo denudato e seducente vista, l’immagine ci riguarda da una fluttuante dimensione erotica e diviene il nudo appello di seduzione materiale dell’opera a cui si deve rispondere in prima persona.
Antonio Iemmolo, (Modena, 1978) ritrae il volto notturno e replicante di una metropoli a la Blade Runner. I fenomeni quotidiani di elettrificazione - finestre illuminate, insegne commerciali e fantomatiche autovetture – diventano i tasselli luminosi di un mosaico che cifra il ritmo elettronico in flusso e struttura.
Giuseppe Di Vita (Napoli, 1969) punta il suo sguardo fotografico su un mondo microscopico. Nel blow-up tecnologico la visione interna si dilata fino a saturarsi temporalmente. In questo modo fenomeni cronotopici accedono al regno dell’evidenza e si conformano in strutture dai tratti armonici.
Il lavoro fotografico di Monica De Marinis (Roma 1979) decostruisce la cinestesia dislocando i cinque sensi in altrettanti scatti. In ogni scatto il senso è restituito in quanto tale ovvero come organo di ricezione particolare. La cinestesia però ritorna nella figura della carne-tessuto di un corpo sensuale che rispetto al sentito, udito, odorato, toccato e gustato intreccia i sensi silenziosamente altrove.
Il 16 marzo 2006 al Fake di Roma s’inaugura Textures la festa/evento connettivo per un nuovo modo di intrecciare singolari linguaggi artistici, suoni sintetizzati e immagini campione all’insegna del divertimento collettivo. Il primo appuntamento a cura di Giulio Bolaffi e Julian Robertson, Livia Crisapi e Valeria Sebastiani (Demans), Ilari Valbonesi e Andrea Pochetti (Drumbamatic.com) è dedicato all’arte visiva e alla musica elettronica: i tre ambienti più l’apertura esterna del locale diventano multiple sezioni spaziali di installazioni visive che interagiscono con installazioni sonore e Live set di techno minimale. Presentati i lavori di 8 giovani artisti – Gennaro Branca, Giuseppe Di Vita, Michele Caiffa, Monica De Marinis, Diego Della Posta, Antonio Iemmolo, Simone Ottavi, Chiara Spaghetti Kurtovich.
Textures. Dall’elettrificazione all’elettronico
L’elettricità e l’addomesticamento dei fenomeni di elettrificazione hanno consentito la creazione di quei strumenti elettronici che appartengono alla nostra vita quotidiana. Eppure, nell’ultimo ventennio, la grande diffusione a basso costo degli strumenti elettronici di comunicazione come il computer, il cellulare, il palmare, l’ i-pod, e il loro farsi toccare con mano, ha evidenziato qualcosa di sfuggente nel mezzo di comunicazione elettronica, qualcosa che afferrato con mano non aderisce mai completamente alla presa e si sottrae a qualsiasi forma di imbrigliamento e controllo. Di fatto, gli strumenti elettronici sono le nuove espressioni di intangibilità del mondo in cui viviamo.
Nell’era elettronica, il corpo che vede ed è visto, che tocca e che è toccato fa esperienza di un venire in contatto con l’inevitabile asimmetria della relazione intramondana. Un’assenza irrimediabile e non sincronizzabile in ciò che pur tocchiamo con mano, e che raggiunge il suo culmine nella carezza di un volto estraneo. Ciò manifesta il limite incarnato di ogni comunicazione, manifestazione e manipolazione. Una soglia che non è ancora luogo perché già corpo intessuto di altrove. Da sempre siamo corpi elettronici?
Al limite siamo intrecciati, come nella scossa elettrica di una stretta di mano.
Textures - Note a margine delle opere
Chiara Spaghetti Kurtovich, Michele Caiffa aka IKARUS, Diego della Posta aka THOMS, si ritraggono nella spray art per inquadrare il volto e l’immagine così ravvicinata affonda in primo piano. L’immagine del volto diventa fenomeno di background : lascia spazio al contorno e si congeda dal regime dalla rappresentazione. L’immagine è in sé sprofondata. Ciò che rimane è l’ironia della vernice o dell’inchiostro con cui ci si imbratta il volto per mantenersi al mondo. Al limite ci si aggrappa: il muro, la tela, la firma, lo stencil e la figurina sono le singolari opportunità dei tre artisti di apparire senza trasgredire l’elemento mondano. Non importa la materia che accoglie questo appello di presenza. Il volto così come il graffito sono textures intramondani: la destinazione finale rimane ignota.
Gennaro Branca (Salerno, 1979) acquisisce immagini e suoni attraverso uno scanning del quotidiano immaginario. Neo surrealismo dove insegne, telefonini, status symbol e icone elettroniche diventano trasparenti elementi pittografici stratificati nella dimensione simultanea di un collage pop (up).
Simone Ottavi (Roma, 1982) preleva immagini forti, a volte tratte dalla pornografia, e attraverso l’elaborazione digitale le sottopone a un processo di dilavamento. L’immagine riaffiora liquida : si guarda e ammicca. Sguardo denudato e seducente vista, l’immagine ci riguarda da una fluttuante dimensione erotica e diviene il nudo appello di seduzione materiale dell’opera a cui si deve rispondere in prima persona.
Antonio Iemmolo, (Modena, 1978) ritrae il volto notturno e replicante di una metropoli a la Blade Runner. I fenomeni quotidiani di elettrificazione - finestre illuminate, insegne commerciali e fantomatiche autovetture – diventano i tasselli luminosi di un mosaico che cifra il ritmo elettronico in flusso e struttura.
Giuseppe Di Vita (Napoli, 1969) punta il suo sguardo fotografico su un mondo microscopico. Nel blow-up tecnologico la visione interna si dilata fino a saturarsi temporalmente. In questo modo fenomeni cronotopici accedono al regno dell’evidenza e si conformano in strutture dai tratti armonici.
Il lavoro fotografico di Monica De Marinis (Roma 1979) decostruisce la cinestesia dislocando i cinque sensi in altrettanti scatti. In ogni scatto il senso è restituito in quanto tale ovvero come organo di ricezione particolare. La cinestesia però ritorna nella figura della carne-tessuto di un corpo sensuale che rispetto al sentito, udito, odorato, toccato e gustato intreccia i sensi silenziosamente altrove.
16
marzo 2006
Textures
16 marzo 2006
serata - evento
giovane arte
giovane arte
Location
FAKE
Roma, Via Di Monte Testaccio, 64, (Roma)
Roma, Via Di Monte Testaccio, 64, (Roma)
Vernissage
16 Marzo 2006, dalle ore 22.30 alle 05.00
Sito web
www.drumbamatic.com
Ufficio stampa
CALAMARO AGENCY
Autore
Curatore