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Thanatos
In questo secondo numero della Collana arte in garage affrontiamo una Mostra a tema classico, Thanatos, la morte, senza alcuna pretesa di esaustività ma attraverso il particolare filtro dei nostri autori: il colore e la contemporaneità
Comunicato stampa
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Il colore del dolore
In questo secondo numero della Collana arte in garage affrontiamo una Mostra a tema classico, Thanatos, la morte, senza alcuna pretesa di esaustività ma attraverso il particolare filtro dei nostri autori: il colore e la contemporaneità.
Se antropologicamente gli atteggiamenti dell’uomo verso la morte sono stati e sono diversamente variegati, è altresì vero che l’uso del colore rappresenti, dai popoli caucasici a quelli asiatici, dagli aborigeni australiani alle genti del Caribe, un elemento fondante nella rappresentazione della passionalità emotiva verso il concetto stesso di Morte. Se il nero, quindi, rappresenta un colore luttuoso per l’Europa di stampo anglosassone è pur vero che lo stesso colore nero, nel mondo arabo alle sue porte, è inteso come simbolo di festa. L’esiguità di colore, di cromie decise, è poi tipica dei paesi, come il nostro, di origine latina in cui la morte viene percepita, prima che in altri modi, come assenza. Per i musulmani è un traguardo e, quindi, una festa; per i popoli caraibici è una compagna ambigua che apre sull’ignoto, rappresentato dal nero, un caleidoscopio di colori, che, al pari dei canti, del cibo e della danza svolgono una funzione aggregativa e apotropaica. Per rendere gli effetti etno-cromo-psicologici in una piccola Mostra come questa era necessario, dunque, mettere insieme aristi con diverse cifre e prospettive: l’interpretazione di Madonia è riconducibile ad una leggibilità del dolore di stampo europeo mentre quella di Allegra ci avvicina sicuramente al chiassoso e allegro mondo caraibico; classica nel tema ed originale nell’interpretazione che tende con forza all’informale è Silenzio di Daniela Lupi, giovane artista casertana per la prima volta a Palermo. I celesti caratteriali accesi e decisi del fondo si stemperano nei lilla e nei violetti maturi di dolore nel volto di donna velato da inconsistenza, specchio frastagliato del sentimento acceso di una opacità alla vita che pare seguire silenziosi pensieri su ineluttabili certezze.
Un discorso a parte ed un sentito ringraziamento, merita poi Croce Taravella per il quadro Via Alloro, dipinto proprio per la Eidos e che forse oggi è l’unico quadro esistente che rappresenti questa antica strada palermitana. Ciò è tanto più singolare in quanto la via Alloro costituisce una parte della memoria storica della città di Palermo, nei suoi splendori come nella decadenza. La disgregazione materica tipica della pittura di Taravella può, a mio avviso, ben rappresentare il concetto di Thanatos legato alla città intesa, però, come metafora del vivere quotidiano: così le stesse luminarie, simbolo di festa e ripopolamento, già grondano il sangue dell’ abbandono in una certa indifferenza cromatica affidata ai toni caldi del marrone di pietra d’Aspra e al dolore dei violetti macerati.
La Mostra si apre e si chiude con Angel B, scultura luminosa di Pierpaolo Monaco, metafora di un “oltre” che nella luce supera e annulla il concetto stesso di colore.
Con questa Mostra speriamo di condividere con i nostri soci e con un sempre più vasto pubblico non solo l’emozione di un tema così delicato ma anche di contribuire alla conoscenza della notevole abilità e poliedricità di questi artisti contemporanei che muovendosi in tempi di durezza sociale, trovano uno sfogo ed una gratificazione nel proporsi e nel proporre la gentilezza della propria arte alla conoscenza e così pure alla coscienza collettiva.
Antonio Saporito
In questo secondo numero della Collana arte in garage affrontiamo una Mostra a tema classico, Thanatos, la morte, senza alcuna pretesa di esaustività ma attraverso il particolare filtro dei nostri autori: il colore e la contemporaneità.
Se antropologicamente gli atteggiamenti dell’uomo verso la morte sono stati e sono diversamente variegati, è altresì vero che l’uso del colore rappresenti, dai popoli caucasici a quelli asiatici, dagli aborigeni australiani alle genti del Caribe, un elemento fondante nella rappresentazione della passionalità emotiva verso il concetto stesso di Morte. Se il nero, quindi, rappresenta un colore luttuoso per l’Europa di stampo anglosassone è pur vero che lo stesso colore nero, nel mondo arabo alle sue porte, è inteso come simbolo di festa. L’esiguità di colore, di cromie decise, è poi tipica dei paesi, come il nostro, di origine latina in cui la morte viene percepita, prima che in altri modi, come assenza. Per i musulmani è un traguardo e, quindi, una festa; per i popoli caraibici è una compagna ambigua che apre sull’ignoto, rappresentato dal nero, un caleidoscopio di colori, che, al pari dei canti, del cibo e della danza svolgono una funzione aggregativa e apotropaica. Per rendere gli effetti etno-cromo-psicologici in una piccola Mostra come questa era necessario, dunque, mettere insieme aristi con diverse cifre e prospettive: l’interpretazione di Madonia è riconducibile ad una leggibilità del dolore di stampo europeo mentre quella di Allegra ci avvicina sicuramente al chiassoso e allegro mondo caraibico; classica nel tema ed originale nell’interpretazione che tende con forza all’informale è Silenzio di Daniela Lupi, giovane artista casertana per la prima volta a Palermo. I celesti caratteriali accesi e decisi del fondo si stemperano nei lilla e nei violetti maturi di dolore nel volto di donna velato da inconsistenza, specchio frastagliato del sentimento acceso di una opacità alla vita che pare seguire silenziosi pensieri su ineluttabili certezze.
Un discorso a parte ed un sentito ringraziamento, merita poi Croce Taravella per il quadro Via Alloro, dipinto proprio per la Eidos e che forse oggi è l’unico quadro esistente che rappresenti questa antica strada palermitana. Ciò è tanto più singolare in quanto la via Alloro costituisce una parte della memoria storica della città di Palermo, nei suoi splendori come nella decadenza. La disgregazione materica tipica della pittura di Taravella può, a mio avviso, ben rappresentare il concetto di Thanatos legato alla città intesa, però, come metafora del vivere quotidiano: così le stesse luminarie, simbolo di festa e ripopolamento, già grondano il sangue dell’ abbandono in una certa indifferenza cromatica affidata ai toni caldi del marrone di pietra d’Aspra e al dolore dei violetti macerati.
La Mostra si apre e si chiude con Angel B, scultura luminosa di Pierpaolo Monaco, metafora di un “oltre” che nella luce supera e annulla il concetto stesso di colore.
Con questa Mostra speriamo di condividere con i nostri soci e con un sempre più vasto pubblico non solo l’emozione di un tema così delicato ma anche di contribuire alla conoscenza della notevole abilità e poliedricità di questi artisti contemporanei che muovendosi in tempi di durezza sociale, trovano uno sfogo ed una gratificazione nel proporsi e nel proporre la gentilezza della propria arte alla conoscenza e così pure alla coscienza collettiva.
Antonio Saporito
18
marzo 2006
Thanatos
Dal 18 marzo al 05 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA GARAGE
Palermo, piazza Resuttano, 2, (PALERMO)
Palermo, piazza Resuttano, 2, (PALERMO)
Orario di apertura
da lunedì al sabato 16,00-20,00
domenica e mercoledì la mostra resterà chiusa
Vernissage
18 Marzo 2006, ore 18
Autore