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Erik Messori – Vite negate
un progetto complessivamente intonato al reportage sociale, sviluppato attraverso una raccolta di immagini che affrontano una realtà scomoda, spesso dimenticata oppure volutamente ignorata: la vita in canile
Comunicato stampa
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VITE NEGATE è un progetto complessivamente intonato al reportage sociale, sviluppato attraverso una raccolta di immagini che affrontano una realtà scomoda, spesso dimenticata oppure volutamente ignorata: la vita in canile.
Le fotografie di Messori si confrontano con un tema potenzialmente “rischioso” - inflazionato in partenza dal folklore delle pur sacrosante militanze animaliste degli ultimi decenni - muovendosi in ogni caso al di fuori dell'enfasi retorica, del moralismo o della tardiva denuncia. Per una volta, grazie all'obiettivo che zooma in ed out sul pudico riserbo di una dignità canina sottratta alla strumentalizzazione, su di una chiara e semplice richiesta di ascolto - della propria storia (delle proprie storie!) e della propria sofferenza -, è il cosiddetto “miglior amico dell'uomo” a farla da protagonista, senz'altro filtro che un registro lirico capace di stemperare, pur senza risparmiarne l'evidenza, l'atrocità della vita in canile. Storie di abbandono, storie di crudeltà, vite negate appunto; l'uomo compare solo sullo sfondo del racconto in virtù della propria assenza, è qui ricondotto a responsabilità dal vuoto che si percepisce negli occhi smarriti dei veri protagonisti. Ma anche vite che esprimono determinazione, volontà di non arrendersi, bisogno ancora forte di affetto ed attenzione, speranza di redenzione. Le fotografie in bianco e nero di Messori danno semplicemente voce a sguardi che chiedono di raggiungerci da dietro le sbarre, di incrociarsi con l'intelligenza e la sensibilità di chi li vorrà cogliere. Poi si sa: ogni incontro è un'esperienza unica con possibilità di sviluppo imprevedibili.
Proprio sulla base di questa chiave di lettura, va colta tra le righe anche l’esperienza personale del fotografo, che ha accettato di calarsi nella realtà del suo progetto al prezzo della rinuncia alla – per certi versi rassicurante, comoda sicuramente – posizione di lontano osservatore. Quella neutralità che in realtà tradisce una profonda compartecipazione ai vissuti fissati su pellicola, vuole essere narrazione, articolazione di un percorso di senso, e per ciò stesso immersione, non distanza. Per strutturare il proprio lavoro, per farsi interprete di un racconto direttamente scaturito dal modo di essere e di porsi degli animali, Messori si è infatti ripetutamente misurato di persona con la scomodità, la tensione e la sofferenza di quegli ambienti, di quei luoghi del rimosso, non sottraendosi a momenti di collaborazione anche con chi concretamente vi opera dentro.
Gianluca Ruggerini
Erik Messori nasce nell’ estate del 1973 a Reggio Emilia, dove attualmente vive pur tra i continui spostamenti a Milano. Scatta le prime fotografie per gioco in età adolescenziale, passano gli anni e questa sua forte passione lo spinge studiare fotografia sia nella sua città natale sia a Milano. Realizza le prime esposizione col sul progetto “COLORI di VIAGGIO” , una raccolta di immagini suggestive da diversi paesi del mondo, di seguito ha pubblicato un libro fotografico, del titolo omonimo, in risposta ai numerosi di critica e di pubblico, frutto delle numerose mostre.
Sempre alla ricerca per arricchire il suo bagaglio tecnico – culturale, Erik Messori ha orientato il fulcro della sua analisi fotografica verso il reportage sociale, dove non mancano stimoli per argomenti difficili e ricci di contenuti umani.
Potete visitare le varie gallerie fotografiche nel sito ufficiale www.mediamex.it , inoltre è possibile tenersi informanti delle varie esposizioni ed iniziative che riguardano il fotografo.
Le fotografie di Messori si confrontano con un tema potenzialmente “rischioso” - inflazionato in partenza dal folklore delle pur sacrosante militanze animaliste degli ultimi decenni - muovendosi in ogni caso al di fuori dell'enfasi retorica, del moralismo o della tardiva denuncia. Per una volta, grazie all'obiettivo che zooma in ed out sul pudico riserbo di una dignità canina sottratta alla strumentalizzazione, su di una chiara e semplice richiesta di ascolto - della propria storia (delle proprie storie!) e della propria sofferenza -, è il cosiddetto “miglior amico dell'uomo” a farla da protagonista, senz'altro filtro che un registro lirico capace di stemperare, pur senza risparmiarne l'evidenza, l'atrocità della vita in canile. Storie di abbandono, storie di crudeltà, vite negate appunto; l'uomo compare solo sullo sfondo del racconto in virtù della propria assenza, è qui ricondotto a responsabilità dal vuoto che si percepisce negli occhi smarriti dei veri protagonisti. Ma anche vite che esprimono determinazione, volontà di non arrendersi, bisogno ancora forte di affetto ed attenzione, speranza di redenzione. Le fotografie in bianco e nero di Messori danno semplicemente voce a sguardi che chiedono di raggiungerci da dietro le sbarre, di incrociarsi con l'intelligenza e la sensibilità di chi li vorrà cogliere. Poi si sa: ogni incontro è un'esperienza unica con possibilità di sviluppo imprevedibili.
Proprio sulla base di questa chiave di lettura, va colta tra le righe anche l’esperienza personale del fotografo, che ha accettato di calarsi nella realtà del suo progetto al prezzo della rinuncia alla – per certi versi rassicurante, comoda sicuramente – posizione di lontano osservatore. Quella neutralità che in realtà tradisce una profonda compartecipazione ai vissuti fissati su pellicola, vuole essere narrazione, articolazione di un percorso di senso, e per ciò stesso immersione, non distanza. Per strutturare il proprio lavoro, per farsi interprete di un racconto direttamente scaturito dal modo di essere e di porsi degli animali, Messori si è infatti ripetutamente misurato di persona con la scomodità, la tensione e la sofferenza di quegli ambienti, di quei luoghi del rimosso, non sottraendosi a momenti di collaborazione anche con chi concretamente vi opera dentro.
Gianluca Ruggerini
Erik Messori nasce nell’ estate del 1973 a Reggio Emilia, dove attualmente vive pur tra i continui spostamenti a Milano. Scatta le prime fotografie per gioco in età adolescenziale, passano gli anni e questa sua forte passione lo spinge studiare fotografia sia nella sua città natale sia a Milano. Realizza le prime esposizione col sul progetto “COLORI di VIAGGIO” , una raccolta di immagini suggestive da diversi paesi del mondo, di seguito ha pubblicato un libro fotografico, del titolo omonimo, in risposta ai numerosi di critica e di pubblico, frutto delle numerose mostre.
Sempre alla ricerca per arricchire il suo bagaglio tecnico – culturale, Erik Messori ha orientato il fulcro della sua analisi fotografica verso il reportage sociale, dove non mancano stimoli per argomenti difficili e ricci di contenuti umani.
Potete visitare le varie gallerie fotografiche nel sito ufficiale www.mediamex.it , inoltre è possibile tenersi informanti delle varie esposizioni ed iniziative che riguardano il fotografo.
13
marzo 2006
Erik Messori – Vite negate
Dal 13 al 18 marzo 2006
fotografia
Location
LIBRERIA HOEPLI
Milano, Via Ulrico Hoepli, 5, (Milano)
Milano, Via Ulrico Hoepli, 5, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al
sabato dalle 10.00 alle 19.30
Vernissage
13 Marzo 2006, ore 17.30
Autore