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Giuseppe Pavone – Lavori in corso
Dopo “Viaggio parallelo” – un articolato progetto di ricognizione del paesaggio costiero della regione – ideato e curato insieme a Vincenzo Velati , Pavone prosegue questa indagine sul territorio soffermandosi, in particolare, sulle trasformazioni del paesaggio urbano
Comunicato stampa
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Dopo “Viaggio parallelo” – un articolato progetto di ricognizione del paesaggio costiero della regione - ideato e curato insieme a Vincenzo Velati , Pavone prosegue questa indagine sul territorio soffermandosi, in particolare, sulle trasformazioni del paesaggio urbano. In questa ricerca, dal titolo “Lavori in corso”, fotografa piazze, strade, giardini, stazioni, metropolitane ed edifici di alcune città, sottoposti a interventi di riqualificazione urbana.
“Pino Pavone visitando per lavoro e studio le città italiane, guarda al paesaggio e ai monumenti con l'occhio dell'ingegnere, legge i segni del cantiere, nota il distacco tra la prosaicità dei materiali inerti e lo splendore virtuale del progetto che decora le recinzioni, promettendo ai passanti nitide volumetrie, solidi archi e rinnovate murature. Tra il disordine presente e la compiutezza futura le tracce geometriche, le guide per le opere, le assi di contenimento, le squadrature costituiscono una griglia progettuale che inquadra il divenire dello spazio e cattura le tentazioni compositive del fotografo.
Ma questo indulgere sui luoghi in costruzione è solo la concessione a una esperienza di mestiere? O è anche la ricerca di una coerenza di contenuti che giustifichi una mostra e motivi un titolo? O forse l'insistenza sui limiti dei cantieri, le reti di contenimento, i fili e le catene che delimitano gli accessi e gli sguardi alludono ad altro?
Le nostre città, le loro anime, sono veramente percepibili? O sono nascoste e impedite?
Solo uno squarcio in una rete scura, una luce notturna, un riflesso abbagliante ci permettono di percepire una bellezza lontana. Può essere il cantiere una metafora del nostro sguardo presente?
Ci sono indizi di ciò in queste foto, dove anche un'ombra può segnare un limite da non valicare.
Da molti anni la fotografia d'autore afferma l'impossibilità di sguardi che ripercorrano e ripropongano le città così come sono definite nella storicità consolidata delle loro immagini abituali.
Pavone si dimostra qui interessato a una chiave unitaria di penetrazione nel corpo delle città, che sfugga al già visto e al luogo comune della cartolina. Lo interessa il contesto della visione, che è segno distintivo dello sguardo contemporaneo: un contesto non solo materiale (il cantiere, appunto) ma anche culturale (il già fotografato).
Riflettendo sulla mostra si intende che “lavori in corso” sono tanto quelli ripresi nelle foto quanto quelli che si leggono tra un'immagine e l'altra; un po’ come in un testo poetico i significati reali non sono evidenziati solo dai referenti ma stratificati tra le righe, nella struttura compositiva e metaforica del discorso.
Le immagini dialogano formalmente tra loro e nella nostra mente; così composte le seguiamo e le vediamo disporsi una dietro l'altra, risuonando di suggestioni citazionistiche o culturali e assumendo una continuità che è fatta appunto di colori e situazioni, punti di vista, spazi e luci, composizioni di linee e di ombre.
Le foto qualche volta indulgono visibilmente al confronto con altri autori ma trovano, nella costruzione delle immagini plurime, una cifra originale che mi sembra l'acquisizione più convincente e promettente degli ultimi lavori di Pavone, capace di dare unitarietà culturale e simbolica all'intera mostra.”
dal testo in catalogo di Vincenzo Velati
“Pino Pavone visitando per lavoro e studio le città italiane, guarda al paesaggio e ai monumenti con l'occhio dell'ingegnere, legge i segni del cantiere, nota il distacco tra la prosaicità dei materiali inerti e lo splendore virtuale del progetto che decora le recinzioni, promettendo ai passanti nitide volumetrie, solidi archi e rinnovate murature. Tra il disordine presente e la compiutezza futura le tracce geometriche, le guide per le opere, le assi di contenimento, le squadrature costituiscono una griglia progettuale che inquadra il divenire dello spazio e cattura le tentazioni compositive del fotografo.
Ma questo indulgere sui luoghi in costruzione è solo la concessione a una esperienza di mestiere? O è anche la ricerca di una coerenza di contenuti che giustifichi una mostra e motivi un titolo? O forse l'insistenza sui limiti dei cantieri, le reti di contenimento, i fili e le catene che delimitano gli accessi e gli sguardi alludono ad altro?
Le nostre città, le loro anime, sono veramente percepibili? O sono nascoste e impedite?
Solo uno squarcio in una rete scura, una luce notturna, un riflesso abbagliante ci permettono di percepire una bellezza lontana. Può essere il cantiere una metafora del nostro sguardo presente?
Ci sono indizi di ciò in queste foto, dove anche un'ombra può segnare un limite da non valicare.
Da molti anni la fotografia d'autore afferma l'impossibilità di sguardi che ripercorrano e ripropongano le città così come sono definite nella storicità consolidata delle loro immagini abituali.
Pavone si dimostra qui interessato a una chiave unitaria di penetrazione nel corpo delle città, che sfugga al già visto e al luogo comune della cartolina. Lo interessa il contesto della visione, che è segno distintivo dello sguardo contemporaneo: un contesto non solo materiale (il cantiere, appunto) ma anche culturale (il già fotografato).
Riflettendo sulla mostra si intende che “lavori in corso” sono tanto quelli ripresi nelle foto quanto quelli che si leggono tra un'immagine e l'altra; un po’ come in un testo poetico i significati reali non sono evidenziati solo dai referenti ma stratificati tra le righe, nella struttura compositiva e metaforica del discorso.
Le immagini dialogano formalmente tra loro e nella nostra mente; così composte le seguiamo e le vediamo disporsi una dietro l'altra, risuonando di suggestioni citazionistiche o culturali e assumendo una continuità che è fatta appunto di colori e situazioni, punti di vista, spazi e luci, composizioni di linee e di ombre.
Le foto qualche volta indulgono visibilmente al confronto con altri autori ma trovano, nella costruzione delle immagini plurime, una cifra originale che mi sembra l'acquisizione più convincente e promettente degli ultimi lavori di Pavone, capace di dare unitarietà culturale e simbolica all'intera mostra.”
dal testo in catalogo di Vincenzo Velati
04
marzo 2006
Giuseppe Pavone – Lavori in corso
Dal 04 al 28 marzo 2006
fotografia
Location
GALLERIA SPAZIOIKONOS
Bari, Via Ettore Carafa, 49, (Bari)
Bari, Via Ettore Carafa, 49, (Bari)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 17-20. Sabato e festivi per appuntamento
Vernissage
4 Marzo 2006, ore 19
Autore
Curatore