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Omaggio a Carlo Cainelli (1896-1925). Figure e scorci di inizio secolo
una selezionata rassegna di opere dell’autore, provenienti dalle raccolte del Mart e dalla collezione di Carlo Cainelli, il nipote dell’artista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Palazzo delle Albere, la sede trentina del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, ospiterà la mostra “Omaggio a Carlo Cainelli (1896-1925). Figure e scorci di inizio secolo”, a cura di Alessandra Tiddia.
Fino al 30 aprile 2006 sarà esposta una selezionata rassegna di opere dell’autore, provenienti dalle raccolte del Mart e dalla collezione di Carlo Cainelli, il nipote dell’artista, che ne porta il nome. La mostra accompagna un’iniziativa editoriale: la pubblicazione del volume “Carlo Cainelli. Disegni inediti 1913-1925”, curato da Nicoletta Boschiero con la collaborazione del nipote dell’artista. Il volume verrà presentato a Palazzo delle Albere durante l’inaugurazione della mostra, venerdì 10 marzo alle ore 18.
La pubblicazione, edita dal Mart, raccoglie circa duecento disegni in gran parte inediti che mostrano in tutta la loro ampiezza la laboriosità dell’artista, scomparso nel 1925 a soli ventotto anni. Sono presentati, in ordine cronologico e tematico, schizzi, bozzetti, fogli di taccuini, autentici strumenti di studio per l’artista e oggi preziose testimonianze del suo fare arte.
Raffaele De Grada, che da bambino conobbe l'artista, ne rievoca la figura attraverso una vivace testimonianza; il nipote di Cainelli analizza le influenze reciproche con gli artisti dello stesso periodo, mentre Nicoletta Boschiero ne ripercorre la vicenda biografica attraverso lettere e carte del ricco archivio di famiglia
Negli ultimi anni sono state molte le iniziative dedicate a Carlo Cainelli. L’originalità della sua opera si deve innanzitutto ad una formazione avvenuta tra il Trentino, allora terra di confine, e l’Italia centrale. Ambienti che hanno contribuito a creare in Cainelli uno stile che fonde la cultura italiana con quella mitteleuropea degli anni Venti.
La mostra, ospitata nelle sale del secondo piano di Palazzo delle Albere, attraverso una selezione delle sue opere, disegni, incisioni e dipinti, intende rievocare le suggestioni dell’arte di Cainelli, attivo tra Firenze e Roma nel secondo decennio del Novecento, amico di Raffaele De Grada, Benvenuto Disertori, Umberto Moggioli e del triestino Giannino Marchig. Nella sua pittura, così come nell’opera grafica, le suggestioni mitteleuropee, anticipatrici di un certo modo di intendere l’espressionismo, che gli derivano dalla frequentazione di questi artisti, si innestano su una sua personale declinazione del postimpressionismo, che nei dipinti si rivela attraverso una tavolozza rischiarata dalla calda luce mediterranea.
BIOGRAFIA
Carlo Cainelli
(Rovereto 1896 – Firenze 1925)
Carlo Cainelli nacque a Rovereto il 23 maggio 1896 da Giovanni e da Paola Rufinasca, quartogenito di sei fratelli. Rimasto orfano del padre in tenera età, frequentò dal 1908 la Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, avendo come insegnanti Luigi Comel e Luigi Ratini. Durante gli anni passati in quell'Istituto, furono fra i suoi compagni, fra gli altri, Fortunato Depero, Diego Costa, Ernesto G. Armani, Giorgio Wenter Marini, Umberto Maganzini, Luciano Baldessari e Fausto Melotti.
Terminati i corsi nel 1915 e trasferitosi a Firenze, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove seguì il corso di Arturo Calosci e quello di bianco-nero tenuto da Emilio Mazzoni Zarini. Nel 1918, dopo aver conseguito il diploma presso l'Accademia, a ottobre esordì all'Esposizione di Brera a Milano, dove presentò due incisioni, Case nel ghetto di Siena e Una via di San Gimignano. A Torino partecipò all’Esposizione delle Tre Venezie al Circolo degli Artisti e nello stesso anno si aggiudicò il terzo premio all'Esposizione "Francesco Francia" di Bologna con l'acquaforte Via di Galluzza - Siena. Al fine di migliorare e approfondire il suo bagaglio culturale frequentò assiduamente le più importanti biblioteche e pinacoteche di Firenze, annotando su taccuini ciò che più lo colpiva.
Gli schizzi, i bozzetti, i taccuini di appunti di studio dell'artista, ci aiutano a capire come Cainelli abbia concepito le sue acqueforti, cui hanno fatto da base essenziale i disegni che rivelano cultura ed esperienza profonde.
Dal 1917 compì numerosi viaggi di studio e lavoro a San Gimignano, dove conobbe il pittore Raffaele De Grada, quindi a Siena, Orvieto, Lucca e Roma, dove avvenne l’incontro con l’incisore Benvenuto Disertori. Strinse anche rapporti di amicizia con l'artista triestino Giannino Marchig, conosciuto a Firenze in Accademia. Nel 1919 partecipò all'Esposizione di Belle Arti degli Amatori e Cultori a Roma. Nel 1920 fu chiamato ad esporre, a soli 24 anni, alla XII Biennale d'Arte di Venezia, presentandovi tre acqueforti: L'Altare della Patria, Piazza Montanara - Roma e Chiesa settecentesca. Sarà presente poi alle Biennali di Roma del 1921, 1923, 1925 e ad importanti esposizioni a Milano, Venezia, Torino, Firenze, Bolzano, Monza e Livorno. La tecnica utilizzata da Carlo Cainelli nell'incisione e, in particolare, nell'acquaforte e nel bulino, raggiunge un'alta definizione ove traspare un lavoro di ricerca rigoroso . Nei rari dipinti della sua produzione si rintraccia l'esercizio di una pittura nella quale i colori della tradizione veneta si sposano con il segno duro e inquietante di un anticipato espressionismo mitteleuropeo.
Nel 1925 alla fine di gennaio ha appena terminato l'incisione La Loggia dei Lanzi, costatagli tre mesi di lavoro, quando è colpito da una improvvisa broncopolmonite; muore a Firenze il 7 febbraio, non ancora ventinovenne.
Fino al 30 aprile 2006 sarà esposta una selezionata rassegna di opere dell’autore, provenienti dalle raccolte del Mart e dalla collezione di Carlo Cainelli, il nipote dell’artista, che ne porta il nome. La mostra accompagna un’iniziativa editoriale: la pubblicazione del volume “Carlo Cainelli. Disegni inediti 1913-1925”, curato da Nicoletta Boschiero con la collaborazione del nipote dell’artista. Il volume verrà presentato a Palazzo delle Albere durante l’inaugurazione della mostra, venerdì 10 marzo alle ore 18.
La pubblicazione, edita dal Mart, raccoglie circa duecento disegni in gran parte inediti che mostrano in tutta la loro ampiezza la laboriosità dell’artista, scomparso nel 1925 a soli ventotto anni. Sono presentati, in ordine cronologico e tematico, schizzi, bozzetti, fogli di taccuini, autentici strumenti di studio per l’artista e oggi preziose testimonianze del suo fare arte.
Raffaele De Grada, che da bambino conobbe l'artista, ne rievoca la figura attraverso una vivace testimonianza; il nipote di Cainelli analizza le influenze reciproche con gli artisti dello stesso periodo, mentre Nicoletta Boschiero ne ripercorre la vicenda biografica attraverso lettere e carte del ricco archivio di famiglia
Negli ultimi anni sono state molte le iniziative dedicate a Carlo Cainelli. L’originalità della sua opera si deve innanzitutto ad una formazione avvenuta tra il Trentino, allora terra di confine, e l’Italia centrale. Ambienti che hanno contribuito a creare in Cainelli uno stile che fonde la cultura italiana con quella mitteleuropea degli anni Venti.
La mostra, ospitata nelle sale del secondo piano di Palazzo delle Albere, attraverso una selezione delle sue opere, disegni, incisioni e dipinti, intende rievocare le suggestioni dell’arte di Cainelli, attivo tra Firenze e Roma nel secondo decennio del Novecento, amico di Raffaele De Grada, Benvenuto Disertori, Umberto Moggioli e del triestino Giannino Marchig. Nella sua pittura, così come nell’opera grafica, le suggestioni mitteleuropee, anticipatrici di un certo modo di intendere l’espressionismo, che gli derivano dalla frequentazione di questi artisti, si innestano su una sua personale declinazione del postimpressionismo, che nei dipinti si rivela attraverso una tavolozza rischiarata dalla calda luce mediterranea.
BIOGRAFIA
Carlo Cainelli
(Rovereto 1896 – Firenze 1925)
Carlo Cainelli nacque a Rovereto il 23 maggio 1896 da Giovanni e da Paola Rufinasca, quartogenito di sei fratelli. Rimasto orfano del padre in tenera età, frequentò dal 1908 la Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, avendo come insegnanti Luigi Comel e Luigi Ratini. Durante gli anni passati in quell'Istituto, furono fra i suoi compagni, fra gli altri, Fortunato Depero, Diego Costa, Ernesto G. Armani, Giorgio Wenter Marini, Umberto Maganzini, Luciano Baldessari e Fausto Melotti.
Terminati i corsi nel 1915 e trasferitosi a Firenze, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove seguì il corso di Arturo Calosci e quello di bianco-nero tenuto da Emilio Mazzoni Zarini. Nel 1918, dopo aver conseguito il diploma presso l'Accademia, a ottobre esordì all'Esposizione di Brera a Milano, dove presentò due incisioni, Case nel ghetto di Siena e Una via di San Gimignano. A Torino partecipò all’Esposizione delle Tre Venezie al Circolo degli Artisti e nello stesso anno si aggiudicò il terzo premio all'Esposizione "Francesco Francia" di Bologna con l'acquaforte Via di Galluzza - Siena. Al fine di migliorare e approfondire il suo bagaglio culturale frequentò assiduamente le più importanti biblioteche e pinacoteche di Firenze, annotando su taccuini ciò che più lo colpiva.
Gli schizzi, i bozzetti, i taccuini di appunti di studio dell'artista, ci aiutano a capire come Cainelli abbia concepito le sue acqueforti, cui hanno fatto da base essenziale i disegni che rivelano cultura ed esperienza profonde.
Dal 1917 compì numerosi viaggi di studio e lavoro a San Gimignano, dove conobbe il pittore Raffaele De Grada, quindi a Siena, Orvieto, Lucca e Roma, dove avvenne l’incontro con l’incisore Benvenuto Disertori. Strinse anche rapporti di amicizia con l'artista triestino Giannino Marchig, conosciuto a Firenze in Accademia. Nel 1919 partecipò all'Esposizione di Belle Arti degli Amatori e Cultori a Roma. Nel 1920 fu chiamato ad esporre, a soli 24 anni, alla XII Biennale d'Arte di Venezia, presentandovi tre acqueforti: L'Altare della Patria, Piazza Montanara - Roma e Chiesa settecentesca. Sarà presente poi alle Biennali di Roma del 1921, 1923, 1925 e ad importanti esposizioni a Milano, Venezia, Torino, Firenze, Bolzano, Monza e Livorno. La tecnica utilizzata da Carlo Cainelli nell'incisione e, in particolare, nell'acquaforte e nel bulino, raggiunge un'alta definizione ove traspare un lavoro di ricerca rigoroso . Nei rari dipinti della sua produzione si rintraccia l'esercizio di una pittura nella quale i colori della tradizione veneta si sposano con il segno duro e inquietante di un anticipato espressionismo mitteleuropeo.
Nel 1925 alla fine di gennaio ha appena terminato l'incisione La Loggia dei Lanzi, costatagli tre mesi di lavoro, quando è colpito da una improvvisa broncopolmonite; muore a Firenze il 7 febbraio, non ancora ventinovenne.
10
marzo 2006
Omaggio a Carlo Cainelli (1896-1925). Figure e scorci di inizio secolo
Dal 10 marzo al 30 aprile 2006
arte moderna
Location
PALAZZO DELLE ALBERE
Trento, Via Roberto Da Sanseverino, 45, (Trento)
Trento, Via Roberto Da Sanseverino, 45, (Trento)
Biglietti
Intero: 8 € Ridotto: 5 €
Ridotto scolaresche: 1€ a studente
Biglietto famiglia: 20€
Orario di apertura
martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10:00 - 18:00
venerdì 10:00 – 21:00
Vernissage
10 Marzo 2006, ore 18
Autore
Curatore