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Giovanni Libertore – Cavità di donna che crea il mondo
Giovanni Liberatore, Vincitore del concorso Vot’arte 2005, presenta 12 opere appartenenti alle serie “Fertilità” e “Cavità di Donna che crea il mondo”, lavori effettuati tra il 2004 e 2005 sulle spiagge del litorale romano
Comunicato stampa
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“Sulla sponda del mare l’uomo moderno viene alla scoperta di sé stesso, a verificare i suoi limiti, di fronte allo spazio vuoto dell’oceano, alla disponibilità degli arenili.…La sensazione della fuga del tempo, destata dalla visione della riva si accompagna all’intensa carica sessuale del luogo; il brivido del piede nudo sulla sabbia, l’insistente carezza del vento, la flagellazione violenta dell’acqua, l’inabissamento immaginato come una lenta penetrazione, dichiarano implicitamente il carattere erotico della spiaggia, marchiata dalle immagini d’una femminilità insieme minacciosa e salvatrice.”
(Alain Corbin – L’invenzione del Mare).
Giovanni Liberatore, Vincitore del concorso Vot’arte 2005, presenta 12 opere appartenenti alle serie “Fertilità” e “Cavità di Donna che crea il mondo”, lavori effettuati tra il 2004 e 2005 sulle spiagge del litorale romano.
E’ il carattere erotico della spiaggia, che colpisce delle immagini di Liberatore, e la citazione del testo di Corbin ne è una eloquente associazione.
Un carattere erotico che si manifesta nella sensualità delle immagini, nella scelta dell’elemento (l’acqua), nell’estetica della luce ed esaltato da quella sottile ambiguità, da quel carattere antropomorfo, che caratterizzano gli ultimi lavori di Liberatore.
Come già in precedenza (si veda ad esempio Antropomorphisme s/r mer e Vorteo) la ricerca dell’autore gioca su una ambiguità che spiazza ma che esalta il messaggio, ripulendo l’immagine da probabili elementi razionali e restituendola all’interpretazione istintiva, inconscia, sensoriale.
Ed è proprio l’elemento sensoriale a caratterizzare questo lavoro, differenziandolo dalla lettura data in Antropomorphisme s/r mer, ed avvicinandolo di più a quella caratteristica di “materico” presente in molta opera di Antonio Biasucci (accostamento già evidente nella seria Vorteo del 2004).
Una sensualità ottenuta rappresentando elementi che colpiscono la nostra memoria tattile (l’acqua del bagnasciuga) e che, contemporaneamente, diventano ricettori sensoriali: l’acqua e la sabbia che accarezzano, nella realtà, la nostra pelle diventano, nelle immagini, pelle ed elementi tattili, colpiti dalla medesima sensazione di umido e di bagnato. Superficie che accarezza e superficie che viene accarezzata si confondono, creando di fatto quella ambiguità precedentemente descritta.
L’elemento sensoriale diventa poi elemento erotico. L’erotismo si percepisce in tutte le immagini del ciclo ma non è mai esplicito, a differenza di parte della ricerca artistica e fotografica contemporanea. Il carattere sensoriale, di cui sopra, unito alla caratteristica antropomorfa, propria di Liberatore, celano un messaggio fortemente erotico. Le forme antropomorfe di alcune immagini completano il messaggio ambiguo (sabbia=pelle=sabbia), favorendo quel processo associativo caro ai Surrealisti mediante una sottile allusività.
L’erotismo è comunque rappresentato nella sua pienezza, unendo alla componente sensoriale anche la componente di fertilità, ed in questa sublimazione sta la pienezza del lavoro. Stavolta è l’evocatività simbolica che viene utilizzata per rafforzare il messaggio. L’acqua, il mare sono da sempre, nelle tradizioni e culture, simbolo di fertilità e di maternità. Il mare associato al liquido amniotico, l’acqua associata alla fertilità, sono simboli archetipici di creazione e di vita.
La superficie della spiaggia diventa pelle viva, la pelle della Terra, di Gea amata da Ponto o di Teti amata da Oceano, in una rappresentazione mitologica della fertilità e della sensualità, di quell’amplesso da cui nacquero tutti gli uomini e gli dei.
Questo aspetto più che in contrasto, si armonizza con la sensualità generale del lavoro per dare all’intero ciclo un carattere di rigenerazione e rinascita.
Aspetto di rigenerazione, che ancora di più unisce Liberatore e Corbin in questi due lavori apparentemente distanti (Il testo citato è un saggio sulla talassoterapia).
Roma, 15 gennaio 2006 Giovanni Liberatore
(Alain Corbin – L’invenzione del Mare).
Giovanni Liberatore, Vincitore del concorso Vot’arte 2005, presenta 12 opere appartenenti alle serie “Fertilità” e “Cavità di Donna che crea il mondo”, lavori effettuati tra il 2004 e 2005 sulle spiagge del litorale romano.
E’ il carattere erotico della spiaggia, che colpisce delle immagini di Liberatore, e la citazione del testo di Corbin ne è una eloquente associazione.
Un carattere erotico che si manifesta nella sensualità delle immagini, nella scelta dell’elemento (l’acqua), nell’estetica della luce ed esaltato da quella sottile ambiguità, da quel carattere antropomorfo, che caratterizzano gli ultimi lavori di Liberatore.
Come già in precedenza (si veda ad esempio Antropomorphisme s/r mer e Vorteo) la ricerca dell’autore gioca su una ambiguità che spiazza ma che esalta il messaggio, ripulendo l’immagine da probabili elementi razionali e restituendola all’interpretazione istintiva, inconscia, sensoriale.
Ed è proprio l’elemento sensoriale a caratterizzare questo lavoro, differenziandolo dalla lettura data in Antropomorphisme s/r mer, ed avvicinandolo di più a quella caratteristica di “materico” presente in molta opera di Antonio Biasucci (accostamento già evidente nella seria Vorteo del 2004).
Una sensualità ottenuta rappresentando elementi che colpiscono la nostra memoria tattile (l’acqua del bagnasciuga) e che, contemporaneamente, diventano ricettori sensoriali: l’acqua e la sabbia che accarezzano, nella realtà, la nostra pelle diventano, nelle immagini, pelle ed elementi tattili, colpiti dalla medesima sensazione di umido e di bagnato. Superficie che accarezza e superficie che viene accarezzata si confondono, creando di fatto quella ambiguità precedentemente descritta.
L’elemento sensoriale diventa poi elemento erotico. L’erotismo si percepisce in tutte le immagini del ciclo ma non è mai esplicito, a differenza di parte della ricerca artistica e fotografica contemporanea. Il carattere sensoriale, di cui sopra, unito alla caratteristica antropomorfa, propria di Liberatore, celano un messaggio fortemente erotico. Le forme antropomorfe di alcune immagini completano il messaggio ambiguo (sabbia=pelle=sabbia), favorendo quel processo associativo caro ai Surrealisti mediante una sottile allusività.
L’erotismo è comunque rappresentato nella sua pienezza, unendo alla componente sensoriale anche la componente di fertilità, ed in questa sublimazione sta la pienezza del lavoro. Stavolta è l’evocatività simbolica che viene utilizzata per rafforzare il messaggio. L’acqua, il mare sono da sempre, nelle tradizioni e culture, simbolo di fertilità e di maternità. Il mare associato al liquido amniotico, l’acqua associata alla fertilità, sono simboli archetipici di creazione e di vita.
La superficie della spiaggia diventa pelle viva, la pelle della Terra, di Gea amata da Ponto o di Teti amata da Oceano, in una rappresentazione mitologica della fertilità e della sensualità, di quell’amplesso da cui nacquero tutti gli uomini e gli dei.
Questo aspetto più che in contrasto, si armonizza con la sensualità generale del lavoro per dare all’intero ciclo un carattere di rigenerazione e rinascita.
Aspetto di rigenerazione, che ancora di più unisce Liberatore e Corbin in questi due lavori apparentemente distanti (Il testo citato è un saggio sulla talassoterapia).
Roma, 15 gennaio 2006 Giovanni Liberatore
06
marzo 2006
Giovanni Libertore – Cavità di donna che crea il mondo
Dal 06 al 19 marzo 2006
fotografia
Location
LIBRERIA BIBLI
Roma, Via Dei Fienaroli, 28, (Roma)
Roma, Via Dei Fienaroli, 28, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a domenica 11-24. Lunedì 17.30-24
Vernissage
6 Marzo 2006, ore 19
Sito web
www.giovanniliberatore.it
Autore