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Trento Longaretti – In cammino
Quaranta dipinti ripercorrono la carriera dell’artista bergamasco. Una sezione del percorso è dedicata alle opere di tema religioso
Comunicato stampa
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Il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo di Roma accoglie dal 7 marzo al 17 aprile la mostra In cammino che presenta un’accurata selezione di opere di Trento Longaretti.
L’iniziativa è promossa dalla Sovrintendenza speciale per il Polo Museale di Roma e dall’Università La Sapienza di Roma, con la collaborazione dell’Associazione Contemporaneamente di Milano.
L’esposizione, curata da Sergio Rossi, presenta quaranta dipinti di questo protagonista dell’arte italiana del secondo Novecento che indagano la ricerca pittorica dell’artista bergamasco, sensibile interprete della condizione umana.
Il percorso espositivo si concentra sui cicli che hanno sempre contraddistinto l’arte di Longaretti, dai paesaggi alle nature morte, dalle madri al mondo degli ‘ultimi’, degli emarginati e dei poveri, in modo da offrire al visitatore uno sguardo su tutto il suo iter creativo.
Questo excursus antologico avrà, per l’appuntamento romano, una significativa peculiarità. Nella sala di Castel Sant’Angelo da cui si vede la Cupola di San Pietro sarà allestita una sezione dedicata ai dipinti di tema religioso, un ideale collegamento con il simbolo per eccellenza della spiritualità cristiana.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Publi Paolini con la presentazione di Claudio Strinati e testi di Sergio Rossi e Trento Longaretti.
Trento Longaretti. Cenni biografici
Trento Longaretti (Treviglio, Bergamo, 1916) si è diplomato al Liceo Artistico di Brera a Milano dopodiché si è iscritto alla Facoltà di Architettura del Politecnico e all’Accademia di Brera scegliendo poi quest’ultima. A Brera è stato allievo di Aldo Carpi. Nel suo corso vi sono anche Cassinari, Bergolli, Morlotti, Dobrzansky, Valenti e Kodra. Nel 1936 inizia la carriera espositiva partecipando ai “Littoriali dell’Arte” e a numerose collettive a Milano, Genova, Bergamo. Nel 1939 (anno del diploma a Brera) si aggiudica il Premio Mylius e il Premio Stanga. Sono di quegli anni le frequentazioni dell'àmbito di “Corrente” (dove entra in contatto con Guttuso, Morlotti, Birolli, Sassu, Vedova), ma sono anche gli anni della guerra passata tra Slovenia, Sicilia e Albania (le immagini belliche e il profondo rifiuto della violenza sono temi che l'artista non abbandonerà più). Nel 1942 è invitato alla Biennale di Venezia (vi ritornerà nel 1948, nel 1950, nel 1956) e partecipa alla “Mostra degli artisti in armi” al Palazzo delle Esposizioni di Roma. La prima personale è dell'anno seguente alla Galleria La Rotonda di Bergamo, con presentazione di Raffaello Giolli. Nel 1945 si dedica all'insegnamento e alla realizzazione di opere sacre. Nel 1952 è invitato alla Quadriennale Nazionale di Roma. L'anno seguente vince il concorso nazionale per la direzione dell'Accademia Carrara di Bergamo nonché la Cattedra di Pittura divenendo così il successore di Achille Funi. Per venticinque anni dirige l’Accademia e nel 1978 lascia spontaneamente l’incarico. Le sue opere sono conservate, tra l’altro, in Vaticano, nel Duomo di Milano, nella Basilica di S. Ambrogio e nella Galleria d'Arte Sacra Contemporanea, nel Duomo di Novara, nella Pinacoteca Carrara di Bergamo, nel Museo d’Arte Moderna di Basilea e nella Galleria d'Arte Moderna di Hamilton. Intensissima l'attività espositiva in Italia e all'estero. Nel 1999 la Casa del Mantegna di Mantova gli ha dedicato un’antologica. Lo stesso anno ha esposto a Ginevra nel Palazzo delle Nazioni Unite. Nel 2002, antologiche alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino e alla Villa Reale di Monza. Nel 2003 si segnalano mostre al Museo Civico di Treviglio e ai Magazzini del Sale a Venezia in contemporanea alla Biennale.
L’iniziativa è promossa dalla Sovrintendenza speciale per il Polo Museale di Roma e dall’Università La Sapienza di Roma, con la collaborazione dell’Associazione Contemporaneamente di Milano.
L’esposizione, curata da Sergio Rossi, presenta quaranta dipinti di questo protagonista dell’arte italiana del secondo Novecento che indagano la ricerca pittorica dell’artista bergamasco, sensibile interprete della condizione umana.
Il percorso espositivo si concentra sui cicli che hanno sempre contraddistinto l’arte di Longaretti, dai paesaggi alle nature morte, dalle madri al mondo degli ‘ultimi’, degli emarginati e dei poveri, in modo da offrire al visitatore uno sguardo su tutto il suo iter creativo.
Questo excursus antologico avrà, per l’appuntamento romano, una significativa peculiarità. Nella sala di Castel Sant’Angelo da cui si vede la Cupola di San Pietro sarà allestita una sezione dedicata ai dipinti di tema religioso, un ideale collegamento con il simbolo per eccellenza della spiritualità cristiana.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Publi Paolini con la presentazione di Claudio Strinati e testi di Sergio Rossi e Trento Longaretti.
Trento Longaretti. Cenni biografici
Trento Longaretti (Treviglio, Bergamo, 1916) si è diplomato al Liceo Artistico di Brera a Milano dopodiché si è iscritto alla Facoltà di Architettura del Politecnico e all’Accademia di Brera scegliendo poi quest’ultima. A Brera è stato allievo di Aldo Carpi. Nel suo corso vi sono anche Cassinari, Bergolli, Morlotti, Dobrzansky, Valenti e Kodra. Nel 1936 inizia la carriera espositiva partecipando ai “Littoriali dell’Arte” e a numerose collettive a Milano, Genova, Bergamo. Nel 1939 (anno del diploma a Brera) si aggiudica il Premio Mylius e il Premio Stanga. Sono di quegli anni le frequentazioni dell'àmbito di “Corrente” (dove entra in contatto con Guttuso, Morlotti, Birolli, Sassu, Vedova), ma sono anche gli anni della guerra passata tra Slovenia, Sicilia e Albania (le immagini belliche e il profondo rifiuto della violenza sono temi che l'artista non abbandonerà più). Nel 1942 è invitato alla Biennale di Venezia (vi ritornerà nel 1948, nel 1950, nel 1956) e partecipa alla “Mostra degli artisti in armi” al Palazzo delle Esposizioni di Roma. La prima personale è dell'anno seguente alla Galleria La Rotonda di Bergamo, con presentazione di Raffaello Giolli. Nel 1945 si dedica all'insegnamento e alla realizzazione di opere sacre. Nel 1952 è invitato alla Quadriennale Nazionale di Roma. L'anno seguente vince il concorso nazionale per la direzione dell'Accademia Carrara di Bergamo nonché la Cattedra di Pittura divenendo così il successore di Achille Funi. Per venticinque anni dirige l’Accademia e nel 1978 lascia spontaneamente l’incarico. Le sue opere sono conservate, tra l’altro, in Vaticano, nel Duomo di Milano, nella Basilica di S. Ambrogio e nella Galleria d'Arte Sacra Contemporanea, nel Duomo di Novara, nella Pinacoteca Carrara di Bergamo, nel Museo d’Arte Moderna di Basilea e nella Galleria d'Arte Moderna di Hamilton. Intensissima l'attività espositiva in Italia e all'estero. Nel 1999 la Casa del Mantegna di Mantova gli ha dedicato un’antologica. Lo stesso anno ha esposto a Ginevra nel Palazzo delle Nazioni Unite. Nel 2002, antologiche alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino e alla Villa Reale di Monza. Nel 2003 si segnalano mostre al Museo Civico di Treviglio e ai Magazzini del Sale a Venezia in contemporanea alla Biennale.
06
marzo 2006
Trento Longaretti – In cammino
Dal 06 marzo al 17 aprile 2006
arte contemporanea
Location
CASTEL SANT’ANGELO
Roma, Lungotevere Castello, 50, (Roma)
Roma, Lungotevere Castello, 50, (Roma)
Biglietti
Intero € 5.16; ridotto per giovani tra i 18 ed i 25 anni € 2.58
Orario di apertura
tutti i giorni, 9.00 - 19.00. Lunedì chiuso
Vernissage
6 Marzo 2006, ore 12.30
Editore
PUBLI PAOLINI
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore