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Izima Kaoru
prima personale del fotografo giapponese
Comunicato stampa
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Tra orrore e fascino, paura e seduzione, glamour e morte. Le fotografie del giapponese Izima Kaoru sembrano replicare quelle immagini di violenza e di esibizione criminale che ci vengono offerte ogni giorno dai media e dalle fiction. Solo che i suoi cadaveri non ostentano nulla di morboso e di eccessivo (tipo Crash di Cronenberg): anzi non si sa neppure se sono veri cadaveri, in quanto i corpi sono invariabilmente quelli di modelle e di attrici che indossano toilette di famosi stilisti. Esse sono riverse sul ciglio di una strada, sul tatami di una tipica stanza giapponese, sul letto di un loft borghese: sinistramente belle, sfacciatamente perfette, come se non fosse successo nulla, come se niente avesse offeso la loro eleganza estrema. Con gli occhi ancora spalancati, seduttivi, anche se disposti in modo che non si aprano su niente e non guardino nessuno.
Il loro corpo è artificialmente “vestito” unicamente per produrre “appeal”: ma non dispiega una scena intorno a sé, in cui anche le cose dicono la sua storia. Esso è semplicemente messo in scena, e quindi reso inespressivo, perché ogni espressione è demandata agli abiti, agli accessori, alle pose, alle luci, secondo tonalità che la tecnica sapientemente distribuisce per creare desiderio. Così, di fronte a individualità che possono essere intercambiabili, come in una collezione di moda, Kaoru finisce per corredare ogni sua fotografia con un titolo che pare preso direttamente da Vogue: Igawa Haruka wears Dolce & Gabbana o Tanja de Jager wears Christian Dior.
Ma la vera dissoluzione del soggetto è ottenuta attraverso l’uso di diversi punti di vista, che mimano lo schema narrativo della ripresa cinematografica. Kaoru cioè presenta le sue immagini secondo una successione che alterna campi lunghi, in cui il corpo forma un tutt’uno con l’ambiente ad altri che mettono in primo piano gli occhi sbarrati delle vittime. Sono sequenze-non sequenze, che si inseguono, si interrompono, vengono sospese, schiudendo enigmatiche zone d’ombra. Così il progetto iniziato nel 1993 (Landscapes with a Corpse) ci porta sì dentro l’attimo dirompente, il rischio assoluto, il contatto estremo con l’alterità (la morte), ma lo fa celando molte tracce e, infine, consegnando vite non-morte a un’idea di eternità (almeno di eternità della foto).
Luigi Meneghelli, Verona, Gennaio 2006
Il loro corpo è artificialmente “vestito” unicamente per produrre “appeal”: ma non dispiega una scena intorno a sé, in cui anche le cose dicono la sua storia. Esso è semplicemente messo in scena, e quindi reso inespressivo, perché ogni espressione è demandata agli abiti, agli accessori, alle pose, alle luci, secondo tonalità che la tecnica sapientemente distribuisce per creare desiderio. Così, di fronte a individualità che possono essere intercambiabili, come in una collezione di moda, Kaoru finisce per corredare ogni sua fotografia con un titolo che pare preso direttamente da Vogue: Igawa Haruka wears Dolce & Gabbana o Tanja de Jager wears Christian Dior.
Ma la vera dissoluzione del soggetto è ottenuta attraverso l’uso di diversi punti di vista, che mimano lo schema narrativo della ripresa cinematografica. Kaoru cioè presenta le sue immagini secondo una successione che alterna campi lunghi, in cui il corpo forma un tutt’uno con l’ambiente ad altri che mettono in primo piano gli occhi sbarrati delle vittime. Sono sequenze-non sequenze, che si inseguono, si interrompono, vengono sospese, schiudendo enigmatiche zone d’ombra. Così il progetto iniziato nel 1993 (Landscapes with a Corpse) ci porta sì dentro l’attimo dirompente, il rischio assoluto, il contatto estremo con l’alterità (la morte), ma lo fa celando molte tracce e, infine, consegnando vite non-morte a un’idea di eternità (almeno di eternità della foto).
Luigi Meneghelli, Verona, Gennaio 2006
25
febbraio 2006
Izima Kaoru
Dal 25 febbraio al primo aprile 2006
fotografia
Location
STUDIO LA CITTA’
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Orario di apertura
dal martedi al sabato 9-13 e 15,30-19,30
Autore
Curatore