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Opera Austria
In occasione della presidenza austriaca dell’Unione Europea nel primo semestre del 2006, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e il Forum Austriaco di Cultura a Roma organizzano un’ampia mostra interamente dedicata all’Austria
Comunicato stampa
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La mostra si propone di ricostruire la multiforme identit� dell'arte contemporanea in Austria, attraverso l�accostamento di opere prodotte da personalit� artistiche appartenenti a diverse generazioni. Il percorso si sviluppa intorno a cinque figure centrali, a ciascuna delle quali � dedicata una sala personale, e comprende inoltre alcuni importanti riferimenti storici all�architettura, al cinema, al design, alla pittura e alla scienza, spingendosi fino all�ultima generazione di artisti emersi in Austria, con opere pittoriche, sculture, fotografie, video, installazioni.
La grande collettiva �Opera Austria� si presenta come occasione unica per conoscere la pluralit� delle esperienze artistiche maturate in Austria dagli anni Sessanta a oggi e impone uno sguardo su questa articolata realt� che emerge attraverso la messa in scena di opere �chiave� per la comprensione della temperie culturale austriaca.
Attraverso le scelte operate dai tre curatori, la mostra riflette sull'attualit� delle ricerche artistiche sviluppate nel cuore dell'Europa e sottolinea l'individualit� di ciascun artista, tracciandone le differenti prospettive, intese come visioni frammentate del tessuto culturale austriaco.
Introducono alla mostra alcune significative opere fotografiche di G�nter Brus e Rudolf Schwarzkogler, tra i maggiori esponenti dell'ultimo movimento artistico austriaco affermatosi nel panorama europeo e inserito nella storia dell'arte contemporanea: il Wiener Aktionismus. In entrambi i casi si tratta di azioni fotografate in bianco e nero: Brus si esibisce come "quadro vivente" a passeggio per le strade di Vienna, vestito e dipinto di bianco, solcato da una linea nera verticale, mentre assapora il martirio o, come ammetter� lui stesso pi� tardi, il suicidio; Schwarzkogler simula sequenze di mummificazione, castrazione, purificazione, in cui il corpo umano si scompone tramite soggetti d'inaudit� crudelt� e perversione che contrastano con l'attenzione compositiva e l'estrema qualit� estetica delle riprese effettuate in interni evanescenti.
Fa da contrappunto a tali pratiche e inclinazioni il lavoro di FLATZ, che presenta una piccola figura di Cristo crocifisso, opera di un anonimo artigiano, e una serie di cinque scatti fotografici, raffiguranti parti del corpo dell'artista corrispondenti ai punti della passione cristiana (la testa, il costato, le mani e i piedi martoriati dalle stimmate), disposti in modo da comporre una croce imponente col titolo emblematico di Superstar (2001), a ricordarci la condizione eroica della sofferenza fisica e dell'inquietudine interiore umana.
Accanto a questa installazione trova posto una delle opere pi� discusse di FLATZ, Zwei �sterreicher oder Geschichte bedingt Interpretation (1976-1980), composta da una serie di ritratti di Adolf Hitler accostati ad altrettanti autoritratti dell'artista che ne imita la fisionomia. Questa messa in scena formale rimanda, come recita il titolo stesso dell'opera (Due austriaci ovvero la storia ha come conseguenza l'interpretazione), alla coscienza di un'appartenenza storica che non pu� essere rimossa ed anzi esige di essere spiegata.
Lois & Franziska Weinberger sviluppano insieme da alcuni anni il tema del giardinaggio come metafora dell'indole a pensare, progettare e controllare l'ambiente esterno, nel tentativo di riconciliare la frattura fra natura e cultura come conseguenza della perdita di un'armonia originaria rappresentata dal "Paradiso terrestre". I loro interventi espositivi e ambientali, si dispongono ad occupare l'intero spazio simulando sia le dinamiche di espansione, proliferazione, colonizzazione del mondo vegetale, sia i processi di esplorazione mentale, visiva e creativa dei due artisti.
Inizialmente collegata alle ricerche dell'Azionismo viennese, Valie Export, figura di riferimento obbligato nel panorama dell'arte performativa, utilizza il corpo umano come strumento per effettuare una radicale critica femminista della societ� austriaca. In mostra sar� esposto il famoso lavoro �Valie Export � Smart Export� (1969-1970), in cui l'artista si ritrae con un pacchetto di famose sigarette, Smart Export appunto, per sottolineare, affermare, imporre il suo femminile fuori dagli schemi precostituiti del tempo. Export nel singolare ritratto vuol competere, assumendo quella posa provocatoria con la sigaretta in bocca, con icone �virili� imposte dallo star system - Humphrey Bogart, James Dean -, e cos� facendo si promuove come prodotto Made in Austria, "Semper et ubique, immer und �berall" (Sempre e ovunque), come recita il testo sul pacchetto di sigarette contraffatto, esibito dall'artista in primo piano.
Erwin Wurm, eredita da Marcel Duchamp la pratica di trasformazione dell'oggetto di uso comune in opera d'arte. Da oltre vent'anni conduce un'originale riflessione sulla scultura che estende agli oggetti di uso quotidiano. I modelli antropomorfi di automobili e le case obese introducono una riflessione che mira a scardinare le aspettative del pubblico, introducendo una dimensione ironico-grottesca, evidente, nell'opera esposta in mostra Philosophy � Digestion. Qui, una donna, completamente abbandonata a se stessa, � sospesa con le spalle al muro su un bastone.
Il carattere ridicolo, patetico di tali soggetti provoca per lo pi� reazioni d'ilarit�, in modo analogo a certe trasmissioni televisive in cui lo spettacolo � basato su esibizioni al limite dell'umiliazione personale. L'insensatezza delle azioni e delle relazioni fra attori e oggetti conduce tuttavia a speculare sul loro significato.
Dal 1989 Gerwald Rockenschaub spinge la sua ricerca in direzione marcatamente ambientale. Nella sala a lui dedicata, l'artista propone una nuova versione della costruzione di cubi in plexiglas trasparenti presentati alla Galerie Vera Munro di Amburgo (2002) e successivamente al MuMOK di Vienna (2004-2005). A Prato la parete trasparente delimita il passaggio laterale dei visitatori dalla sala espositiva vera e propria. Cos� facendo lascia intravvedere e sottolinea, impedendone l'accesso, le caratteristiche strutturali dello spazio espositivo, separa il luogo reale di chi osserva da quello fittizio in cui si dovrebbe vedere l'opera, che � appunto sostituita o, meglio, costituita proprio da tale filtro trasparente. Come ha sottolineato Harald Fricke: "Le opere occupano di fatto una posizione di mezzo, fungono da cerniera nel luogo in cui l'arte e la vita si dividono e si incontrano".
Il percorso prosegue con un�ampia selezione di opere prodotte da una generazione di artisti emergenti, tutti nati fra gli anni Sessanta e i Settanta in Austria o l� residenti. Possiamo considerarle come nuove chiavi di lettura del presente in cui viviamo, interpretato da giovani artisti che si affacciano con forza nell'attuale panorama dell'arte europea e internazionale.
Si va dagli intensi rapporti fra oggetti e materiali sottolineati attraverso tensioni, sovrapposizioni o avvolgimenti realizzati da Michael Kienzer, alla "perdita d'ordine" (dal titolo di una recente mostra) provocato da affondamenti, sdoppiamenti e in generale da effetti ottici prodotti sugli oggetti da Markus Wilfling; dal semplice motivo figurativo strutturale delle scale a pioli ripetute e interrotte nel murale disegnato su carta da Christian Schwarzwald, all'analisi riduttiva e all'approccio logico delle forme geometriche dipinte ad acrilico su tela da Esther Stocker; dalle anonime e ordinate rappresentazioni di esterni e interni d'architettura residenziale dipinte a olio su tela da Ingmar Alge, alle figurazioni visionarie e pertubate di forme dall'aspetto umano e oggetti apparentemente comuni dipinti a olio su tela da Katrin Plavcak; dall'immagine del mondo esterno come "un grande complesso industriale" (cos� lo definisce l'artista) rappresentato razionalmente in disegni tecnici elaborati al computer da G�nther Steiner, alla riflessione di un complicato intrico emotivamente organizzato in installazioni multimediali da Heidrun Sandbichler; dalle sculture di "bambole" atroci eppure delicate realizzate in silicone e animate da Fatima Bornemissza, alle immagini iconiche, fumettistiche e all'apparenza decorative dipinte su tessuti o modellate in cartapesta da Yoonsook; dalla rielaborazione dell'ambiente naturale passando per radicali interventi sullo spazio espositivo effettuati da Dieter Buchhart; alla reinterpretazione ironica di oggetti semplici trasformati in macchine complesse e semoventi da David Moises; alle installazioni tematiche e video d'impronta politica e sociale di Rainer Ganhal.
La grande collettiva �Opera Austria� si presenta come occasione unica per conoscere la pluralit� delle esperienze artistiche maturate in Austria dagli anni Sessanta a oggi e impone uno sguardo su questa articolata realt� che emerge attraverso la messa in scena di opere �chiave� per la comprensione della temperie culturale austriaca.
Attraverso le scelte operate dai tre curatori, la mostra riflette sull'attualit� delle ricerche artistiche sviluppate nel cuore dell'Europa e sottolinea l'individualit� di ciascun artista, tracciandone le differenti prospettive, intese come visioni frammentate del tessuto culturale austriaco.
Introducono alla mostra alcune significative opere fotografiche di G�nter Brus e Rudolf Schwarzkogler, tra i maggiori esponenti dell'ultimo movimento artistico austriaco affermatosi nel panorama europeo e inserito nella storia dell'arte contemporanea: il Wiener Aktionismus. In entrambi i casi si tratta di azioni fotografate in bianco e nero: Brus si esibisce come "quadro vivente" a passeggio per le strade di Vienna, vestito e dipinto di bianco, solcato da una linea nera verticale, mentre assapora il martirio o, come ammetter� lui stesso pi� tardi, il suicidio; Schwarzkogler simula sequenze di mummificazione, castrazione, purificazione, in cui il corpo umano si scompone tramite soggetti d'inaudit� crudelt� e perversione che contrastano con l'attenzione compositiva e l'estrema qualit� estetica delle riprese effettuate in interni evanescenti.
Fa da contrappunto a tali pratiche e inclinazioni il lavoro di FLATZ, che presenta una piccola figura di Cristo crocifisso, opera di un anonimo artigiano, e una serie di cinque scatti fotografici, raffiguranti parti del corpo dell'artista corrispondenti ai punti della passione cristiana (la testa, il costato, le mani e i piedi martoriati dalle stimmate), disposti in modo da comporre una croce imponente col titolo emblematico di Superstar (2001), a ricordarci la condizione eroica della sofferenza fisica e dell'inquietudine interiore umana.
Accanto a questa installazione trova posto una delle opere pi� discusse di FLATZ, Zwei �sterreicher oder Geschichte bedingt Interpretation (1976-1980), composta da una serie di ritratti di Adolf Hitler accostati ad altrettanti autoritratti dell'artista che ne imita la fisionomia. Questa messa in scena formale rimanda, come recita il titolo stesso dell'opera (Due austriaci ovvero la storia ha come conseguenza l'interpretazione), alla coscienza di un'appartenenza storica che non pu� essere rimossa ed anzi esige di essere spiegata.
Lois & Franziska Weinberger sviluppano insieme da alcuni anni il tema del giardinaggio come metafora dell'indole a pensare, progettare e controllare l'ambiente esterno, nel tentativo di riconciliare la frattura fra natura e cultura come conseguenza della perdita di un'armonia originaria rappresentata dal "Paradiso terrestre". I loro interventi espositivi e ambientali, si dispongono ad occupare l'intero spazio simulando sia le dinamiche di espansione, proliferazione, colonizzazione del mondo vegetale, sia i processi di esplorazione mentale, visiva e creativa dei due artisti.
Inizialmente collegata alle ricerche dell'Azionismo viennese, Valie Export, figura di riferimento obbligato nel panorama dell'arte performativa, utilizza il corpo umano come strumento per effettuare una radicale critica femminista della societ� austriaca. In mostra sar� esposto il famoso lavoro �Valie Export � Smart Export� (1969-1970), in cui l'artista si ritrae con un pacchetto di famose sigarette, Smart Export appunto, per sottolineare, affermare, imporre il suo femminile fuori dagli schemi precostituiti del tempo. Export nel singolare ritratto vuol competere, assumendo quella posa provocatoria con la sigaretta in bocca, con icone �virili� imposte dallo star system - Humphrey Bogart, James Dean -, e cos� facendo si promuove come prodotto Made in Austria, "Semper et ubique, immer und �berall" (Sempre e ovunque), come recita il testo sul pacchetto di sigarette contraffatto, esibito dall'artista in primo piano.
Erwin Wurm, eredita da Marcel Duchamp la pratica di trasformazione dell'oggetto di uso comune in opera d'arte. Da oltre vent'anni conduce un'originale riflessione sulla scultura che estende agli oggetti di uso quotidiano. I modelli antropomorfi di automobili e le case obese introducono una riflessione che mira a scardinare le aspettative del pubblico, introducendo una dimensione ironico-grottesca, evidente, nell'opera esposta in mostra Philosophy � Digestion. Qui, una donna, completamente abbandonata a se stessa, � sospesa con le spalle al muro su un bastone.
Il carattere ridicolo, patetico di tali soggetti provoca per lo pi� reazioni d'ilarit�, in modo analogo a certe trasmissioni televisive in cui lo spettacolo � basato su esibizioni al limite dell'umiliazione personale. L'insensatezza delle azioni e delle relazioni fra attori e oggetti conduce tuttavia a speculare sul loro significato.
Dal 1989 Gerwald Rockenschaub spinge la sua ricerca in direzione marcatamente ambientale. Nella sala a lui dedicata, l'artista propone una nuova versione della costruzione di cubi in plexiglas trasparenti presentati alla Galerie Vera Munro di Amburgo (2002) e successivamente al MuMOK di Vienna (2004-2005). A Prato la parete trasparente delimita il passaggio laterale dei visitatori dalla sala espositiva vera e propria. Cos� facendo lascia intravvedere e sottolinea, impedendone l'accesso, le caratteristiche strutturali dello spazio espositivo, separa il luogo reale di chi osserva da quello fittizio in cui si dovrebbe vedere l'opera, che � appunto sostituita o, meglio, costituita proprio da tale filtro trasparente. Come ha sottolineato Harald Fricke: "Le opere occupano di fatto una posizione di mezzo, fungono da cerniera nel luogo in cui l'arte e la vita si dividono e si incontrano".
Il percorso prosegue con un�ampia selezione di opere prodotte da una generazione di artisti emergenti, tutti nati fra gli anni Sessanta e i Settanta in Austria o l� residenti. Possiamo considerarle come nuove chiavi di lettura del presente in cui viviamo, interpretato da giovani artisti che si affacciano con forza nell'attuale panorama dell'arte europea e internazionale.
Si va dagli intensi rapporti fra oggetti e materiali sottolineati attraverso tensioni, sovrapposizioni o avvolgimenti realizzati da Michael Kienzer, alla "perdita d'ordine" (dal titolo di una recente mostra) provocato da affondamenti, sdoppiamenti e in generale da effetti ottici prodotti sugli oggetti da Markus Wilfling; dal semplice motivo figurativo strutturale delle scale a pioli ripetute e interrotte nel murale disegnato su carta da Christian Schwarzwald, all'analisi riduttiva e all'approccio logico delle forme geometriche dipinte ad acrilico su tela da Esther Stocker; dalle anonime e ordinate rappresentazioni di esterni e interni d'architettura residenziale dipinte a olio su tela da Ingmar Alge, alle figurazioni visionarie e pertubate di forme dall'aspetto umano e oggetti apparentemente comuni dipinti a olio su tela da Katrin Plavcak; dall'immagine del mondo esterno come "un grande complesso industriale" (cos� lo definisce l'artista) rappresentato razionalmente in disegni tecnici elaborati al computer da G�nther Steiner, alla riflessione di un complicato intrico emotivamente organizzato in installazioni multimediali da Heidrun Sandbichler; dalle sculture di "bambole" atroci eppure delicate realizzate in silicone e animate da Fatima Bornemissza, alle immagini iconiche, fumettistiche e all'apparenza decorative dipinte su tessuti o modellate in cartapesta da Yoonsook; dalla rielaborazione dell'ambiente naturale passando per radicali interventi sullo spazio espositivo effettuati da Dieter Buchhart; alla reinterpretazione ironica di oggetti semplici trasformati in macchine complesse e semoventi da David Moises; alle installazioni tematiche e video d'impronta politica e sociale di Rainer Ganhal.
25
febbraio 2006
Opera Austria
Dal 25 febbraio al 28 maggio 2006
arte contemporanea
Location
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Orario di apertura
ore 10-19, chiuso martedì
Vernissage
25 Febbraio 2006, ore 18 su invito
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore