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Brigitte Groth – Sólo
L’uomo e la sua condizione esistenziale sono al centro della pittura di Brigitte Groth
Comunicato stampa
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“Ogni quadro è solamente un tentativo abbandonato ad un certo punto” (Herbert Brandl )
L’uomo e la sua condizione esistenziale sono al centro della pittura di Brigitte Groth. I suoi quadri e i suoi disegni rappresentano la ricerca di una condizione umana universale. Partendo perlopiù da modelli fotografici che trova per caso in riviste, album di famiglia e cataloghi d’arte, Brigitte Groth mette in atto un processo di astrazione. E proprio a causa dell’astrazione il tema centrale del quadro non è più la riproduzione ritrattistica dell’io-individuale di una persona. Vengono piuttosto tematizzati il tentativo e lo sforzo di sondare l’esperienza intergenerazionale e le limitazioni dell’esistenza umana.
Brigitte Groth considera la solitudine un fattore essenziale dell’esistenza umana. L’individuo rimane rinchiuso nel suo mondo interiore, rivelando all’esterno solamente la propria corporeità. È a queste premesse che va ricondotta l’assenza di volti delle sue persone: Brigitte Groth si interessa della sostanza spirituale della persona che, confrontandosi col mondo esterno, espone il proprio corpo, il proprio involucro vulnerabile.
Accanto al motivo pittorico, il processo creativo è di estrema importanza per l’artista, che paragona le esperienze vissute nel processo dell’esecuzione pittorica alle strategie messe in atto per la sopravvivenza. La pittura è un processo delicato, per il quale vale come motivo programmatico il motto di Friedrich Schiller: “Durante l’azione, pensare allo stesso tempo al fallimento”. Questo presuppone un’apertura mentale nel trattare coi dubbi e con la disperazione, che contano come uniche certezze. Perciò Brigitte Groth non si affida a modelli precedentemente creati e stabiliti, ma piuttosto reagisce alle situazioni, al rapporto che si instaura tra se stessa, il motivo e i soggetti ritratti. Ella rifiuta e rielabora, rifiuta e rielabora continuamente. Definisce il proprio lavoro come un dialogo in cui ricerca la somma di diverse condizioni esistenziali, un punto finale in cui tutte le esperienze confluiscano emotivamente. Risultato di questo dialogo sono la semplicità e la riduttività dei corpi ritratti. La ricerca e il tentativo sono decisivi, non esiste una soluzione definitiva, la strada è la meta.
La pittura offre a Brigitte Groth la possibilità di confrontarsi con le condizioni esistenziali nel microcosmo del quadro e nello spazio concentrato dello studio. Non è lei, come pittrice, a dominare il quadro durante il processo di pittura, ma è il quadro stesso a dominarla: sono la tela e il materiale, il motivo e la sua presenza su quella precisa tela a dettare il ritmo di lavoro. In un istante fuggente il quadro parla e allora l’artista conclude il tentativo di pittura: il quadro si è guadagnato un’esistenza propria e ora afferma se stesso.
“Solo l’arte riesce a far incontrare il cielo sopra di me e la vita fuggente in me” – afferma ancora una volta Schiller.
Le opere di Brigitte Groth sono modellate dal ricordo: i motivi hanno per lei il valore di manifestazioni di condizioni, circostanze ed esperienze ricordate. Il ricordo include l’ambigua questione del valore attuale e della verità di ciò che si ricorda. È la protesta del presente contro un futuro che non si può ancora concepire e un passato che non si può più afferrare. Il dubbio viene tematizzato anche attraverso la pittura: la quantità di strati di pittura dei suoi quadri documenta il dubbio come un sismografo.
Pittura come ricerca di un’espressione che si manifesta e quindi supera il dubbio. Pittura come aggregazione del passato ricordato e delle visioni di un futuro nel presente.
Brigitte Groth (nata nel 1977) ha studiato pittura dal 2001 al 2005 col Professor Markus Lüpertz all’Accademia d’Arte di Düsseldorf. Nel 2005 è stata scelta per il master dal Professor Markus Lüpertz. Brigitte Groth vive e lavora a Düsseldorf e a Bamberg.
L’uomo e la sua condizione esistenziale sono al centro della pittura di Brigitte Groth. I suoi quadri e i suoi disegni rappresentano la ricerca di una condizione umana universale. Partendo perlopiù da modelli fotografici che trova per caso in riviste, album di famiglia e cataloghi d’arte, Brigitte Groth mette in atto un processo di astrazione. E proprio a causa dell’astrazione il tema centrale del quadro non è più la riproduzione ritrattistica dell’io-individuale di una persona. Vengono piuttosto tematizzati il tentativo e lo sforzo di sondare l’esperienza intergenerazionale e le limitazioni dell’esistenza umana.
Brigitte Groth considera la solitudine un fattore essenziale dell’esistenza umana. L’individuo rimane rinchiuso nel suo mondo interiore, rivelando all’esterno solamente la propria corporeità. È a queste premesse che va ricondotta l’assenza di volti delle sue persone: Brigitte Groth si interessa della sostanza spirituale della persona che, confrontandosi col mondo esterno, espone il proprio corpo, il proprio involucro vulnerabile.
Accanto al motivo pittorico, il processo creativo è di estrema importanza per l’artista, che paragona le esperienze vissute nel processo dell’esecuzione pittorica alle strategie messe in atto per la sopravvivenza. La pittura è un processo delicato, per il quale vale come motivo programmatico il motto di Friedrich Schiller: “Durante l’azione, pensare allo stesso tempo al fallimento”. Questo presuppone un’apertura mentale nel trattare coi dubbi e con la disperazione, che contano come uniche certezze. Perciò Brigitte Groth non si affida a modelli precedentemente creati e stabiliti, ma piuttosto reagisce alle situazioni, al rapporto che si instaura tra se stessa, il motivo e i soggetti ritratti. Ella rifiuta e rielabora, rifiuta e rielabora continuamente. Definisce il proprio lavoro come un dialogo in cui ricerca la somma di diverse condizioni esistenziali, un punto finale in cui tutte le esperienze confluiscano emotivamente. Risultato di questo dialogo sono la semplicità e la riduttività dei corpi ritratti. La ricerca e il tentativo sono decisivi, non esiste una soluzione definitiva, la strada è la meta.
La pittura offre a Brigitte Groth la possibilità di confrontarsi con le condizioni esistenziali nel microcosmo del quadro e nello spazio concentrato dello studio. Non è lei, come pittrice, a dominare il quadro durante il processo di pittura, ma è il quadro stesso a dominarla: sono la tela e il materiale, il motivo e la sua presenza su quella precisa tela a dettare il ritmo di lavoro. In un istante fuggente il quadro parla e allora l’artista conclude il tentativo di pittura: il quadro si è guadagnato un’esistenza propria e ora afferma se stesso.
“Solo l’arte riesce a far incontrare il cielo sopra di me e la vita fuggente in me” – afferma ancora una volta Schiller.
Le opere di Brigitte Groth sono modellate dal ricordo: i motivi hanno per lei il valore di manifestazioni di condizioni, circostanze ed esperienze ricordate. Il ricordo include l’ambigua questione del valore attuale e della verità di ciò che si ricorda. È la protesta del presente contro un futuro che non si può ancora concepire e un passato che non si può più afferrare. Il dubbio viene tematizzato anche attraverso la pittura: la quantità di strati di pittura dei suoi quadri documenta il dubbio come un sismografo.
Pittura come ricerca di un’espressione che si manifesta e quindi supera il dubbio. Pittura come aggregazione del passato ricordato e delle visioni di un futuro nel presente.
Brigitte Groth (nata nel 1977) ha studiato pittura dal 2001 al 2005 col Professor Markus Lüpertz all’Accademia d’Arte di Düsseldorf. Nel 2005 è stata scelta per il master dal Professor Markus Lüpertz. Brigitte Groth vive e lavora a Düsseldorf e a Bamberg.
14
gennaio 2006
Brigitte Groth – Sólo
Dal 14 gennaio all'undici febbraio 2006
giovane arte
Location
DUETART GALLERY
Varese, Via Albuzzi, 27, (Varese)
Varese, Via Albuzzi, 27, (Varese)
Vernissage
14 Gennaio 2006, ore 19
Autore