Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Arnold Mario Dall’O – Republic of Welcome
La Galleria Sergio Tossi Arte Contemporanea inaugura la nuova stagione annuale di mostre ed eventi con la personale di Arnold Mario Dall’O, artista altoatesino in costante crescita nel panorama artistico italiano e nord-europeo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Sergio Tossi Arte Contemporanea inaugura la nuova stagione annuale di mostre ed eventi con la personale di Arnold Mario Dall’O, artista altoatesino in costante crescita nel panorama artistico italiano e nord-europeo. Dopo il successo ottenuto alla Quadriennale di Roma, Dall’O presenterà una serie di nuove opere che animeranno lo spazio della galleria con un allestimento di forte impatto visivo: piccole torte di cere e tavole con patterns e disegni che contraddistinguono lo “stile” Dall’O, nonché un’intera parete decorata con una particolare carta da parati da lui ideata. Qui di seguito vi trascriviamo la parte iniziale del testo di Valerio Dehò inserito in nel libro pubblicato da Damiani Editore, che verrà presentato in occasione della mostra.
“Il lavoro di Arnold dall’O ha un principio assoluto e una forma variabile. Cerca di non disperdere la tradizione occidentale alle immagini, agli archivi, alla catalogazione, mentre nello stesso tempo introduce il disordine dell’arte, quella libertà associativa che crea oggetti nuovi da altri meglio conosciuti o anche quotidiani. Genere prossimo e differenza specifica: la conoscenza del nostro mondo è ancora aristotelicamente a questi capisaldi. Se proviamo a mescolare queste posizioni abbiamo l’effetto dello straniamento, dell’alienazione. Abbiamo in pratica la condizione dell’artisticità, di una categoria di oggetti che prima non esistevano E sono anche oggetti che hanno la proprietà di farci cambiare opinione sul mondo. E’ come se la loro esistenza modificasse tutto il resto, anche le cose che conoscevamo da sempre e cui ormai eravamo abituati. Dopo, le vediamo in un modo diverso, nuovo, anche se non esattamente positivo.
Le accurate e sofisticate composizioni di Dall’O sono accumuli di meraviglie, alla maniera delle wunderkammer, ogni suo lavoro è una piccola Ambras. Le parole che vi compaiono sono come delle etichette, delle didascalie, che illuminano l’abisso di una mancata corrispondenza tra le cose i loro nomi. La regola del non sense è l’unica che posa condurci ad affrontare una realtà nuova, non vi è alcun als ob che ci dia conforto. Dobbiamo sperimentare un nuovo linguaggio e non abbiamo un dizionario per tradurre quello che vediamo in quello che sappiamo. Parole e immagini sono messe sullo stesso piano in quanto sono tutti e due forme del visibile. I significati originari non sono indispensabili, anzi sono appena sopportabili. Perché costituiscono la base di un nuovo senso che parte da associazioni e ripetizioni sempre diverse.
Dall’O è un autentico ricercatore, ma quest’attività scaturisce dalla constatazione che tutto esiste: bisogna solo metterlo assieme e rileggerlo infinite volte. L’archivista alla fine raccoglie, ma una volta riunite vecchie stampe e nuove fotografie, segni e simboli, tutto si trasforma in documento. La ricerca diventa la possibile combinazione tra elementi distanti tra loro per origine e per scopo. Naturalmente in questo gioco di accostamenti, l’artista fa rivelare la capacità delle combinazioni di rivelare l’inatteso. Le composizioni così assumono aspetti di rottura e regolarità in cui tutti gli elementi, disposti secondo regole compositive sempre ineccepibili, sembrano assumere ruoli diversi”. Valerio Dehò
“Il lavoro di Arnold dall’O ha un principio assoluto e una forma variabile. Cerca di non disperdere la tradizione occidentale alle immagini, agli archivi, alla catalogazione, mentre nello stesso tempo introduce il disordine dell’arte, quella libertà associativa che crea oggetti nuovi da altri meglio conosciuti o anche quotidiani. Genere prossimo e differenza specifica: la conoscenza del nostro mondo è ancora aristotelicamente a questi capisaldi. Se proviamo a mescolare queste posizioni abbiamo l’effetto dello straniamento, dell’alienazione. Abbiamo in pratica la condizione dell’artisticità, di una categoria di oggetti che prima non esistevano E sono anche oggetti che hanno la proprietà di farci cambiare opinione sul mondo. E’ come se la loro esistenza modificasse tutto il resto, anche le cose che conoscevamo da sempre e cui ormai eravamo abituati. Dopo, le vediamo in un modo diverso, nuovo, anche se non esattamente positivo.
Le accurate e sofisticate composizioni di Dall’O sono accumuli di meraviglie, alla maniera delle wunderkammer, ogni suo lavoro è una piccola Ambras. Le parole che vi compaiono sono come delle etichette, delle didascalie, che illuminano l’abisso di una mancata corrispondenza tra le cose i loro nomi. La regola del non sense è l’unica che posa condurci ad affrontare una realtà nuova, non vi è alcun als ob che ci dia conforto. Dobbiamo sperimentare un nuovo linguaggio e non abbiamo un dizionario per tradurre quello che vediamo in quello che sappiamo. Parole e immagini sono messe sullo stesso piano in quanto sono tutti e due forme del visibile. I significati originari non sono indispensabili, anzi sono appena sopportabili. Perché costituiscono la base di un nuovo senso che parte da associazioni e ripetizioni sempre diverse.
Dall’O è un autentico ricercatore, ma quest’attività scaturisce dalla constatazione che tutto esiste: bisogna solo metterlo assieme e rileggerlo infinite volte. L’archivista alla fine raccoglie, ma una volta riunite vecchie stampe e nuove fotografie, segni e simboli, tutto si trasforma in documento. La ricerca diventa la possibile combinazione tra elementi distanti tra loro per origine e per scopo. Naturalmente in questo gioco di accostamenti, l’artista fa rivelare la capacità delle combinazioni di rivelare l’inatteso. Le composizioni così assumono aspetti di rottura e regolarità in cui tutti gli elementi, disposti secondo regole compositive sempre ineccepibili, sembrano assumere ruoli diversi”. Valerio Dehò
08
gennaio 2006
Arnold Mario Dall’O – Republic of Welcome
Dall'otto gennaio al 28 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
SERGIO TOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Ippolito Pindemonte, 63, (Firenze)
Firenze, Via Ippolito Pindemonte, 63, (Firenze)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19
Vernissage
8 Gennaio 2006, ore 11,30
Editore
DAMIANI
Autore
Curatore