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Simone Lammardo – Eticantropia
L’opera di Simone Lammardo somiglia a un ologramma: come un laser attraversa gli oggetti, impressiona una superficie e ricrea dimensioni nell’aria, così la sua pittura cattura un sentimento, ne ripulisce l’essenza dalle polveri terrestri e lo traspone altrove, nell’assenza di un non-luogo e un non-tempo.
Comunicato stampa
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L’opera di Simone Lammardo somiglia a un ologramma: come un laser attraversa gli oggetti, impressiona una superficie e ricrea dimensioni nell’aria, così la sua pittura cattura un sentimento, ne ripulisce l’essenza dalle polveri terrestri e lo traspone altrove, nell’assenza di un non-luogo e un non-tempo.
L’assenza è privazione, artefatta prigione del nulla virtuale, gabbia magnetica di assi cartesiani che illudono lo spazio e intrappolano gli uomini come insetti al loro elettrico traguardo. La luce è d’alluminio, di ferro la spietata logica del sopravvivere.
L’essenza è umana passione, carne viva e vibrante, plastico titanismo di anima e corpo. La natura resiste ed esulta, riempie e trabocca, trionfa sugli argini del razionale con tutta la forza dell’incoerenza; a volte vince ed esplode oltre il guscio, altre sopporta stoicamente e si nutre di sé, altre ancora soffre e singhiozza: ma sempre combatte e feconda, celebrando se stessa e il suo canto di vita.
È un contrasto che fa male, che strappa qualcosa e lascia una fitta, come il gusto delicato e struggente di un manga giapponese: bellezza e impotenza, speranza e tristezza, dolcezza e violenza coesistono complementari in esaltazione reciproca e accendono coinvolgenti tensioni narrative.
Si vive per combattere la percezione stessa di un nemico impossibile, si combatte per vivere fino alle lacrime un amore segretamente sublime, si fuggono con terrore le oniriche anomalie di sistema, con dolore si nasce e si muore.
Questo impatto del contingente sullo schermo metafisico di una matrice disumana, questa impronta del fragile moto emotivo sull’irriducibile flusso del progresso è lettura disincantata delle contraddizioni del vivere contemporaneo.
Al di là dei giochi, tuttavia, il pensiero si riscalda intorno alla fede in un principio divino che purifica e addolcisce ogni antitetica collisione. È l’occhio pulito di un bimbo a far da sentinella, è il suo piccolo polpastrello incontaminante a cullare le sorti spirituali di un mondo che è geometrica entropia del movimento, codice binario di pieni e vuoti.
Il vuoto del nulla e il pieno dell’esistenza.
(Giulia Airoldi)
Simone Lammardo: nato a Genova, vive e opera in Liguria - www.lammardo.it - info@lammardo.it
L’assenza è privazione, artefatta prigione del nulla virtuale, gabbia magnetica di assi cartesiani che illudono lo spazio e intrappolano gli uomini come insetti al loro elettrico traguardo. La luce è d’alluminio, di ferro la spietata logica del sopravvivere.
L’essenza è umana passione, carne viva e vibrante, plastico titanismo di anima e corpo. La natura resiste ed esulta, riempie e trabocca, trionfa sugli argini del razionale con tutta la forza dell’incoerenza; a volte vince ed esplode oltre il guscio, altre sopporta stoicamente e si nutre di sé, altre ancora soffre e singhiozza: ma sempre combatte e feconda, celebrando se stessa e il suo canto di vita.
È un contrasto che fa male, che strappa qualcosa e lascia una fitta, come il gusto delicato e struggente di un manga giapponese: bellezza e impotenza, speranza e tristezza, dolcezza e violenza coesistono complementari in esaltazione reciproca e accendono coinvolgenti tensioni narrative.
Si vive per combattere la percezione stessa di un nemico impossibile, si combatte per vivere fino alle lacrime un amore segretamente sublime, si fuggono con terrore le oniriche anomalie di sistema, con dolore si nasce e si muore.
Questo impatto del contingente sullo schermo metafisico di una matrice disumana, questa impronta del fragile moto emotivo sull’irriducibile flusso del progresso è lettura disincantata delle contraddizioni del vivere contemporaneo.
Al di là dei giochi, tuttavia, il pensiero si riscalda intorno alla fede in un principio divino che purifica e addolcisce ogni antitetica collisione. È l’occhio pulito di un bimbo a far da sentinella, è il suo piccolo polpastrello incontaminante a cullare le sorti spirituali di un mondo che è geometrica entropia del movimento, codice binario di pieni e vuoti.
Il vuoto del nulla e il pieno dell’esistenza.
(Giulia Airoldi)
Simone Lammardo: nato a Genova, vive e opera in Liguria - www.lammardo.it - info@lammardo.it
09
gennaio 2006
Simone Lammardo – Eticantropia
Dal 09 gennaio al 09 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
CORTE LEGRENZI
Venezia, Calle Giovanni Legrenzi, 31, (Venezia)
Venezia, Calle Giovanni Legrenzi, 31, (Venezia)
Orario di apertura
18 / 02. Chiuso lunedì
Vernissage
9 Gennaio 2006, ore 19
Autore