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Catia Magni – Otto. Che cosanasconde nel particolare l’insignificante?
Vi saranno esposte una ventina di opere di grandi dimensioni realizzate a grafite e acrilico su carta o tavola, alcune appositamente per questa esposizione
Comunicato stampa
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L’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Parma dedica a Catia Magni una personale dal titolo “Otto – Che cosa nasconde nel particolare l’insignificante?” dal 3 al 31 dicembre 2005 a Parma presso la Galleria S. Ludovico (angolo Via Cavour – B.go del Parmigianino).
Vi saranno esposte una ventina di opere di grandi dimensioni realizzate a grafite e acrilico su carta o tavola, alcune appositamente per questa esposizione: il tema è quello caratteristico, ossessivo, di Catia Magni, vale a dire la conchiglia come simbolo, come immagine e come metafora, fisica e cerebrale ad un tempo, di elementi e pulsioni interiori vissuti ed esperiti dall’artista anche in altri ambiti, in particolare la poesia. Poesia che emerge trasversalmente nella produzione figurativa in qualità di medium scrittorio, anche in questo caso, attraverso simboli e metafore, sempre fisiche e carnali: mani che scrivono e disegnano, sezioni di corpi ritratti a matita.
Elementi tutti che fungono da corredo metartistico alla celebre conchiglia, vera dominante della produzione di Catia Magni con la sua multiforme multisignificanza, entità simbolica sospesa silenziosamente in spazi surreali dai colori volutamente carnali: è infatti il rosso a dominare le opere, molto più dei pur ubiqui bianco e grigio della grafite. E non a caso perché, come giustamente notato da Giorgio Soavi, che l’ha definita “carne dipinta”, la conchiglia di Catia Magni, con le sue volute, rotondità, aperture, cavità e profondità altri non è che una palese metafora femminile.
E il tema di significante – significato, particolarmente caro a chi ama esprimersi anche con l’immagine della parola, la poesia, è centrale nell’opera di quest’artista, che infatti ha scelto quale titolo per l’esposizione il rotondeggiante, anch’esso archetipicamente femminile (quasi quali certe veneri preistoriche), simbolo occlusivo – conclusivo dell’infinito, cioè l’otto rovesciato. Il quale è a sua volta, di per sé, un ossimoro, e per questo profondamente connaturato, secondo Nadia Bertolani, all’arte di Catia Magni.
L’esposizione, realizzata grazie al contributo di Banca Monte Parma, sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (il 24 e il 31 dicembre solo dalle 10 alle 13), esclusi i martedì e il 25 dicembre, in cui rimarrà chiusa. L’ingresso è libero.
Vi saranno esposte una ventina di opere di grandi dimensioni realizzate a grafite e acrilico su carta o tavola, alcune appositamente per questa esposizione: il tema è quello caratteristico, ossessivo, di Catia Magni, vale a dire la conchiglia come simbolo, come immagine e come metafora, fisica e cerebrale ad un tempo, di elementi e pulsioni interiori vissuti ed esperiti dall’artista anche in altri ambiti, in particolare la poesia. Poesia che emerge trasversalmente nella produzione figurativa in qualità di medium scrittorio, anche in questo caso, attraverso simboli e metafore, sempre fisiche e carnali: mani che scrivono e disegnano, sezioni di corpi ritratti a matita.
Elementi tutti che fungono da corredo metartistico alla celebre conchiglia, vera dominante della produzione di Catia Magni con la sua multiforme multisignificanza, entità simbolica sospesa silenziosamente in spazi surreali dai colori volutamente carnali: è infatti il rosso a dominare le opere, molto più dei pur ubiqui bianco e grigio della grafite. E non a caso perché, come giustamente notato da Giorgio Soavi, che l’ha definita “carne dipinta”, la conchiglia di Catia Magni, con le sue volute, rotondità, aperture, cavità e profondità altri non è che una palese metafora femminile.
E il tema di significante – significato, particolarmente caro a chi ama esprimersi anche con l’immagine della parola, la poesia, è centrale nell’opera di quest’artista, che infatti ha scelto quale titolo per l’esposizione il rotondeggiante, anch’esso archetipicamente femminile (quasi quali certe veneri preistoriche), simbolo occlusivo – conclusivo dell’infinito, cioè l’otto rovesciato. Il quale è a sua volta, di per sé, un ossimoro, e per questo profondamente connaturato, secondo Nadia Bertolani, all’arte di Catia Magni.
L’esposizione, realizzata grazie al contributo di Banca Monte Parma, sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (il 24 e il 31 dicembre solo dalle 10 alle 13), esclusi i martedì e il 25 dicembre, in cui rimarrà chiusa. L’ingresso è libero.
03
dicembre 2005
Catia Magni – Otto. Che cosanasconde nel particolare l’insignificante?
Dal 03 al 31 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN LUDOVICO
Parma, Borgo Del Parmigianino, 2/b, (Parma)
Parma, Borgo Del Parmigianino, 2/b, (Parma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (il 24 e il 31 dicembre solo dalle 10 alle 13), esclusi i martedì e il 25 dicembre
Vernissage
3 Dicembre 2005, ore 17
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