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Il Museo ritrovato
L’Arma dei Carabinieri in Toscana al servizio dell’Arte
Comunicato stampa
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Dal 21 Novembre la sala del Teatro Rondò di Bacco di Palazzo Pitti ospiterà la mostra dal titolo “Il museo ritrovato”. L’Arma dei Carabinieri in Toscana al servizio dell’Arte (orario della mostra 10.00 – 17.00 , chiusura primo ed ultimo lunedì del mese, 25 dicembre e 1 gennaio, ingresso gratuito).
La mostra è stata promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale, dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Firenze Pistoia e Prato, dalla Soprintendenza Archeologica e di fatto da tutte le Soprintendenze di settore toscane in risposta alla richiesta dell’Arma dei Carabinieri di documentare attraverso un’iniziativa espositiva un decennio di attività dell’Arma in Toscana a servizio dell’Arte.
Il lavoro dell’Arma dei Carabinieri in difesa del patrimonio Artistico è spesso alla ribalta delle cronache in quanto gli attacchi al nostro patrimonio sono purtroppo ancora tanti; la mostra è un’occasione per riflettere su questo e per capire quale e quanto sia l’impegno dei militari in questo settore. A questo scopo, in margine alla piccola selezione di opere esposte, sono stati preparati vari pannelli contenenti gli articoli apparsi sulla stampa in occasione delle numerose operazioni compiute, i cui risultati sono presentati nella stanza attigua.
Sul taglio della mostra: non si è trattato di ricostruire il profilo di un artista, né di evidenziare aspetti di un periodo della storia dell’arte o i gusti di un qualche mecenate questa è una mostra che si può definire “istituzionale”, perché illustra l’attività delle istituzioni preposte alla tutela del nostro patrimonio culturale. Attraverso una piccola mostra come questa il cittadino visitatore dovrebbe avere contezza di quali sono gli organi ai quali lo Stato affida la tutela del suo patrimonio, degli strumenti e delle persone che in questo sono impegnate.
Le opere esposte, dipinti , sculture, reperti, in numero di circa venticinque sono accomunati dal solo fatto di essere stati prima sottratti al nostro “museo Italia” e poi restituiti ad opera dei militari dell’Arma. Riuniti in un piccolo spazio come quello del Rondò di Bacco, suggeriscono l’idea del piccolo museo, simile ai tanti che, per volontà delle Soprintendenze, degli Enti Locali, delle Diocesi, sono sorti nel tempo in Toscana e nell’Itala centrale. Questa parte del nostro paese è infatti quella che meglio esemplifica il concetto di museo diffuso che è una specificità tutta italiana che nessuno dovrebbe più negare.
Accanto a piccoli capolavori come la Madonnina di Benozzo Gozzoli rubata a Calci e ora a Pisa in deposito presso il Museo di San Matteo, come il Compianto sul Cristo di Francesco Granacci dalla
chiesa di San Pietro a Quintole presso Fiesole, come la Natività di Cenni di Francesco di Ser Cenni da San Giovanni Battista a Monteloro ci sono opere di minore qualità, ma arredo di chiese del territorio toscano, opere purtroppo anche danneggiate dagli autori del furto per la loro più rapida e agevole introduzione sul mercato clandestino.
A dimostrazione del fatto che l’impegno per la salvaguardia del nostro patrimonio continua, sono state portati in mostra alcuni piccoli quadri dall’arredo della Villa di Cesare Brandi trafugati insieme ad altri nella notte dello scorso 30 settembre e recuperati in meno di un mese. Operazione brillante dal punto di vista investigativo ed importante perché la dimora di Cesare Brandi a Vignano è lo specchio degli interessi e degli studi e del gusto del critico che è stato il padre della moderna teoria del restauro.
La mostra è stata promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale, dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Firenze Pistoia e Prato, dalla Soprintendenza Archeologica e di fatto da tutte le Soprintendenze di settore toscane in risposta alla richiesta dell’Arma dei Carabinieri di documentare attraverso un’iniziativa espositiva un decennio di attività dell’Arma in Toscana a servizio dell’Arte.
Il lavoro dell’Arma dei Carabinieri in difesa del patrimonio Artistico è spesso alla ribalta delle cronache in quanto gli attacchi al nostro patrimonio sono purtroppo ancora tanti; la mostra è un’occasione per riflettere su questo e per capire quale e quanto sia l’impegno dei militari in questo settore. A questo scopo, in margine alla piccola selezione di opere esposte, sono stati preparati vari pannelli contenenti gli articoli apparsi sulla stampa in occasione delle numerose operazioni compiute, i cui risultati sono presentati nella stanza attigua.
Sul taglio della mostra: non si è trattato di ricostruire il profilo di un artista, né di evidenziare aspetti di un periodo della storia dell’arte o i gusti di un qualche mecenate questa è una mostra che si può definire “istituzionale”, perché illustra l’attività delle istituzioni preposte alla tutela del nostro patrimonio culturale. Attraverso una piccola mostra come questa il cittadino visitatore dovrebbe avere contezza di quali sono gli organi ai quali lo Stato affida la tutela del suo patrimonio, degli strumenti e delle persone che in questo sono impegnate.
Le opere esposte, dipinti , sculture, reperti, in numero di circa venticinque sono accomunati dal solo fatto di essere stati prima sottratti al nostro “museo Italia” e poi restituiti ad opera dei militari dell’Arma. Riuniti in un piccolo spazio come quello del Rondò di Bacco, suggeriscono l’idea del piccolo museo, simile ai tanti che, per volontà delle Soprintendenze, degli Enti Locali, delle Diocesi, sono sorti nel tempo in Toscana e nell’Itala centrale. Questa parte del nostro paese è infatti quella che meglio esemplifica il concetto di museo diffuso che è una specificità tutta italiana che nessuno dovrebbe più negare.
Accanto a piccoli capolavori come la Madonnina di Benozzo Gozzoli rubata a Calci e ora a Pisa in deposito presso il Museo di San Matteo, come il Compianto sul Cristo di Francesco Granacci dalla
chiesa di San Pietro a Quintole presso Fiesole, come la Natività di Cenni di Francesco di Ser Cenni da San Giovanni Battista a Monteloro ci sono opere di minore qualità, ma arredo di chiese del territorio toscano, opere purtroppo anche danneggiate dagli autori del furto per la loro più rapida e agevole introduzione sul mercato clandestino.
A dimostrazione del fatto che l’impegno per la salvaguardia del nostro patrimonio continua, sono state portati in mostra alcuni piccoli quadri dall’arredo della Villa di Cesare Brandi trafugati insieme ad altri nella notte dello scorso 30 settembre e recuperati in meno di un mese. Operazione brillante dal punto di vista investigativo ed importante perché la dimora di Cesare Brandi a Vignano è lo specchio degli interessi e degli studi e del gusto del critico che è stato il padre della moderna teoria del restauro.
22
novembre 2005
Il Museo ritrovato
Dal 22 novembre 2005 al 10 gennaio 2006
arte antica
Location
PALAZZO PITTI
Firenze, Piazza Dei Pitti, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, (Firenze)
Orario di apertura
10.00 – 17.00 , chiusura primo ed ultimo lunedì del mese, 25 dicembre e 1 gennaio