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Rosario Antoci – Andata / Ritorno
Il paesaggio artificiale, costruito, fondamentalmente metropolitano, ha preso il posto della natura e della sua contemplazione
Comunicato stampa
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L’artista si è ormai totalmente emancipato dalla secolare visione della natura come opera divina, da seguire come esempio supremo e insuperabile di bellezza. Il paesaggio artificiale, costruito, fondamentalmente metropolitano, ha preso il posto della natura e della sua contemplazione. Nelle opere di Antoci, quindi, niente fotografie di luoghi immutabili, dati una volta per tutti, ma immagini di spazi che si definiscono frequentandoli, attraversandoli; nessuna intenzione di fare il del paesaggio, ma piuttosto la volontà di rivelare le possibili geografie, di con lo sguardo i luoghi della propria quotidianità, senza concessioni estetizzanti e in cerca di una nuova dimensione plastica e tattile della fotografia.
dal testo in catalogo di viviana gravano
...< Uno dei temi centrali dell’arte della seconda metà del ventesimo secolo è la relazione con il paesaggio. Dal secondo dopoguerra in poi, la visione conciliante, contemplativa e passiva del paesaggio ha lasciato il posto ad un forte attivismo, che si è manifestato in tutte le arti, sia attraverso un’azione pratica, fattiva, sia attraverso la modificazione radicale dello sguardo, del punto di vista, della relazione visiva dialettica con esso. >
......
....< La laicizzazione dell’arte, che ha chiuso definitivamente il suo cerchio dopo gli anni quaranta, ha riscattato questa relazione di dipendenza subordinata dell’uomo rispetto alla natura, e ha condotto a un interesse sostanziale dell’arte, e non solo – perché anche delle scienze sociali e antropologiche – per il paesaggio inteso anche come paesaggio costruito, artificiale, e quindi fondamentalmente metropolitano. Questa svolta concettuale ha prodotto situazioni e approcci radicalmente diversi ma ha di fatto sempre affermato una ferma volontà di non considerare più solo il paesaggio naturale come degno di questo nome.>...
With the secularisation of art coming full circle after the 40’s, this subordination of man to nature was overcome, and a new interest arose – in art as well as in anthropology and the social sciences – for built-up, artificial, basically metropolitan, landscapes. This conceptual twist expresses itself through drastically diverging positions and approaches, but their common feature is the steady willingness to value well more than the natural landscape.
A proposito dell'opera di Rosario Antoci:...< La scelta della divisione in riquadri che scompongono, senza mai frazionare l’immagine, diventa un ulteriore slittamento visivo, una ricerca di disturbo che non appaga, che ancora mette nel giusto stato di disequilibrio lo spettatore. Quei tagli profondi che costringono lo spettatore a vedere l’immagine leggermente ripiegata su se stessa, rimboccata ai lati, spezzando un altro sacrale tabù, la visione bidimensionale assoluta della fotografia. Le opere sono montate su banner vinilici e imbottite, in modo da creare una sorta di multiscreen fatto però di immagini fisse, morbide al tatto e leggermente a rilievo. Ecco l’elemento quanto più perturbante: l’immagine si fa tattile, acquista una sua volontà esplicita di essere toccata. Su ognuna di queste foto sembra impressa la mitica frase scritta da Duchamp sulla copertina del libro surrealista Le Surrealisme en 1947 che riportava un seno di gomma piuma con accanto Prière de toucher (Si prega di toccare).>
The images’ partition into squared panels breaks down (but doesn’t fragment) them, thus amounting to a further visual slippage, an unpleasant quest of trouble that places the public in the appropriate unbalanced position. Deep cuts compel the observer to look at lightly folding, turned up, images, i.e., images clearly countering another sacred taboo: the exclusively two-dimensional vision of photography. The works are mounted on wadded, vinyl, banners, that form a sort of multi-screen, though a multi-screen of static images, soft and lightly relieved. This is their most upsetting property, indeed: images become tactile, they acquire an explicit willingness to be fingered. All these photos seem to bear the mythical sentence written by Duchamps on the cover of Le Surrealisme en 1947: a rubber breast alongside Prière de Toucher (Touch, please).
BRIEF
L’associazione culturale ARTECONTEMPORANEA che opera senza fini di lucro per lo sviluppo e la diffusione dell'arte contemporanea, è ubicata a Catania a confine tra il centro storico e la parte della città moderna. Si propone come motore di sviluppo per l'arte più innovativa attraverso ricerche e progetti specifici di giovani artisti e curatori d'interesse internazionale. Rivolge work shop, seminari di studio e consulenza a giovani artisti, studenti, operatori culturali, ma anche a un pubblico più ampio, cercando di evitare una "ghettizzazione" delle istanze artistiche più innovative, di solito destinate a un pubblico élitario. Spesso il lavoro assume un carattere sperimentale e interdisciplinare, volto all'ampliamento dei confini settoriali e geografici e alla creazione di un rapporto dialettico con i contesti culturali e sociali a cui di volta in volta le sue ricerche si indirizzano e in cui l'arte contemporanea diventa vettore di sviluppo e di comune arricchimento.
Viviana Gravano, storica dell'Arte,docente di Storia dell'Arte Contemporanea e di Storia dei Nuovi Media presso l'Accademia di Belle Arti di Catania, e l'Istituto Europeo di Design di Roma. Direttrice della collana editoriale di estetica Iperbook per le Edizioni Interculturali di Roma. Ha pubblicato numerosi saggi e cataloghi tra cui: L’Immagine fotografica Per una nuova estetica della fotografia, Mimesis, Milano 1997;Crossing Progetti fotografici di confine, Costa&Nolan, Milano 1998; Gea Casolaro, Meby in Sarajevo, Meltemi Editore, Roma 2001;Marisa Albanese-Orphani, Cronopio, Napoli (saggio introduttivo); Christian Piana Il tempo del silenzio, Edizioni Interculturali, Roma 2004. Sensibile verso le istanze e la promozione dei giovani artisti emergenti è curatrice anche di eventi contemporanei performativi d'avanguardia in cui si incrociano i differenti linguaggi della produzione creativa: musica,danza,cinema,poesia,fotografia.
Rosario Antoci (Ragusa 1966), docente di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Diploma di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Città in cui muove le prime esperienze artistiche ( 1986-1992 ) al contatto con i masterpieces dei grandi maestri della storia dell’arte e dei linguaggi dell’arte moderna e contemporanea: Moore,Brancusi,Giacometti; le installazioni dell’Arte Povera,della Land Art. Le sue prime installazioni di “scultura organica”, di grande formato, realizzate assemblando cemento, malte,resine e fibre di vetro, costituiscono la serie degli impercorribili ”silent gardens”. In anni più recentisi sposta definitivamente il pensiero creativo verso nature ambientali opposte e coesistenti. Le indaga con l’obiettivo fotografico, scoprendone la veste di natura/architettura. Sottraendo sempre più materia a vantaggio del pensiero carico di contenuti. Sembra così superata definitivamente dall'artista, la fascinazione per i lnguaggi materici e la poetica dei contemporanei:Tony Cragg e Giuseppe Penone, a vantaggio di distanze critiche che rendono unica la sua opera.
selezione mostre personali solo exibition
2004 Sogei. Dove le persone lasciano segni”, Sogei (Società Generale d’Informatica), Roma. A cura di Cesare Biasini Selvaggi
2002 Slang, Galleria Artecontemporanea, Catania, a cura di r. a. Musumeci. Minima Natura, Galleria degli Archi, Comiso; Castello di Donnafugata, Ragusa. Catalogo a cura di Maurizio Sciaccaluga, Salarchi Immagini, Comiso
selezione partecipazioni collettive group exibition
2005 ArtVerona 05. Fiera di Verona. Galleria Tondineli. Verona; Sguardi fra bianco e rosso. Chiodalive. Catania. A cura di Vitaldo Conte.20x20. 20x20 Galleria Beukers. Rotterdam. A cura di Maurizio Sciaccaluga. 20x20. Galleria Repetto e Masucco. Aqui Terme. Alessandria. A cura di Maurizio Sciaccaluga.
2004 20x20. Galleria Nuova Figurazione. Ragusa. A cura di Maurizio Sciaccaluga. Insulae. Creative turbolence. Fondazione per l’arte Bartoli – Felter. Castello di S. Michele, Cagliari. A cura di Alessandra Menesini e Rosa Anna Musumeci. Oltre, Galleria Tondinelli. Roma. Galleria d’Arte Contemporanea. Palazzo Ducale. Pavullo nel Frignano, Modena. Catalogo a cura di Cesare Biasini Selvaggi. Barbieri Editore. Il gruppo di Scicli. Galleria d’Arte moderna Le Ciminiere. Catania. Catalogo a cura di Paolo Nifosì. Silvana editoriale. Milano.Visionaria, Galleria degli Archi. Comiso, Ragusa. A cura di Salvatore Schembari
2003 XIV Quadriennale. Anteprima. Palazzo Reale.Napoli a cura di Vitaldo Conte. Riparte 2003, nona edizione. Galleria Tondinelli. Ripa Hotel, Roma.Index. Contemporanea Galleria d’Arte. Palazzolo Acreide, Siracusa, cura di Francesco Gallo. Vergine d’oliva. Parlamento Europeo.Strasburgo, a cura di Vito Caiati.Vergine d’oliva. Pinacoteca provinciale. Bari. A cura di Vito Caiati. Mappe dell’arte nell’isola. Sud-est. Castello dei Principi di Biscari, Acate, Ragusa. Catalogo a cura di Paolo Nifosì. Futura. Siciliani tradizione e nuovo immaginario. Casa del pittore. Mosca. A cura di Francesco Gallo e Debora Di Gesaro. Catalogo edizioni Arte Raffaello
2002 Riparte 2002, ottava edizione. Galleria Santo Ficara. Ripa Hotel, Roma Sculturama, Galleria Annovi, Sassuolo. Catalogo a cura di Maurizio Sciaccaluga; Macchine dello sguardo, Smart Center, Catania. Catalogo a cura di Giuseppe Frazzetto
dal testo in catalogo di viviana gravano
...< Uno dei temi centrali dell’arte della seconda metà del ventesimo secolo è la relazione con il paesaggio. Dal secondo dopoguerra in poi, la visione conciliante, contemplativa e passiva del paesaggio ha lasciato il posto ad un forte attivismo, che si è manifestato in tutte le arti, sia attraverso un’azione pratica, fattiva, sia attraverso la modificazione radicale dello sguardo, del punto di vista, della relazione visiva dialettica con esso. >
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....< La laicizzazione dell’arte, che ha chiuso definitivamente il suo cerchio dopo gli anni quaranta, ha riscattato questa relazione di dipendenza subordinata dell’uomo rispetto alla natura, e ha condotto a un interesse sostanziale dell’arte, e non solo – perché anche delle scienze sociali e antropologiche – per il paesaggio inteso anche come paesaggio costruito, artificiale, e quindi fondamentalmente metropolitano. Questa svolta concettuale ha prodotto situazioni e approcci radicalmente diversi ma ha di fatto sempre affermato una ferma volontà di non considerare più solo il paesaggio naturale come degno di questo nome.>...
With the secularisation of art coming full circle after the 40’s, this subordination of man to nature was overcome, and a new interest arose – in art as well as in anthropology and the social sciences – for built-up, artificial, basically metropolitan, landscapes. This conceptual twist expresses itself through drastically diverging positions and approaches, but their common feature is the steady willingness to value well more than the natural landscape.
A proposito dell'opera di Rosario Antoci:...< La scelta della divisione in riquadri che scompongono, senza mai frazionare l’immagine, diventa un ulteriore slittamento visivo, una ricerca di disturbo che non appaga, che ancora mette nel giusto stato di disequilibrio lo spettatore. Quei tagli profondi che costringono lo spettatore a vedere l’immagine leggermente ripiegata su se stessa, rimboccata ai lati, spezzando un altro sacrale tabù, la visione bidimensionale assoluta della fotografia. Le opere sono montate su banner vinilici e imbottite, in modo da creare una sorta di multiscreen fatto però di immagini fisse, morbide al tatto e leggermente a rilievo. Ecco l’elemento quanto più perturbante: l’immagine si fa tattile, acquista una sua volontà esplicita di essere toccata. Su ognuna di queste foto sembra impressa la mitica frase scritta da Duchamp sulla copertina del libro surrealista Le Surrealisme en 1947 che riportava un seno di gomma piuma con accanto Prière de toucher (Si prega di toccare).>
The images’ partition into squared panels breaks down (but doesn’t fragment) them, thus amounting to a further visual slippage, an unpleasant quest of trouble that places the public in the appropriate unbalanced position. Deep cuts compel the observer to look at lightly folding, turned up, images, i.e., images clearly countering another sacred taboo: the exclusively two-dimensional vision of photography. The works are mounted on wadded, vinyl, banners, that form a sort of multi-screen, though a multi-screen of static images, soft and lightly relieved. This is their most upsetting property, indeed: images become tactile, they acquire an explicit willingness to be fingered. All these photos seem to bear the mythical sentence written by Duchamps on the cover of Le Surrealisme en 1947: a rubber breast alongside Prière de Toucher (Touch, please).
BRIEF
L’associazione culturale ARTECONTEMPORANEA che opera senza fini di lucro per lo sviluppo e la diffusione dell'arte contemporanea, è ubicata a Catania a confine tra il centro storico e la parte della città moderna. Si propone come motore di sviluppo per l'arte più innovativa attraverso ricerche e progetti specifici di giovani artisti e curatori d'interesse internazionale. Rivolge work shop, seminari di studio e consulenza a giovani artisti, studenti, operatori culturali, ma anche a un pubblico più ampio, cercando di evitare una "ghettizzazione" delle istanze artistiche più innovative, di solito destinate a un pubblico élitario. Spesso il lavoro assume un carattere sperimentale e interdisciplinare, volto all'ampliamento dei confini settoriali e geografici e alla creazione di un rapporto dialettico con i contesti culturali e sociali a cui di volta in volta le sue ricerche si indirizzano e in cui l'arte contemporanea diventa vettore di sviluppo e di comune arricchimento.
Viviana Gravano, storica dell'Arte,docente di Storia dell'Arte Contemporanea e di Storia dei Nuovi Media presso l'Accademia di Belle Arti di Catania, e l'Istituto Europeo di Design di Roma. Direttrice della collana editoriale di estetica Iperbook per le Edizioni Interculturali di Roma. Ha pubblicato numerosi saggi e cataloghi tra cui: L’Immagine fotografica Per una nuova estetica della fotografia, Mimesis, Milano 1997;Crossing Progetti fotografici di confine, Costa&Nolan, Milano 1998; Gea Casolaro, Meby in Sarajevo, Meltemi Editore, Roma 2001;Marisa Albanese-Orphani, Cronopio, Napoli (saggio introduttivo); Christian Piana Il tempo del silenzio, Edizioni Interculturali, Roma 2004. Sensibile verso le istanze e la promozione dei giovani artisti emergenti è curatrice anche di eventi contemporanei performativi d'avanguardia in cui si incrociano i differenti linguaggi della produzione creativa: musica,danza,cinema,poesia,fotografia.
Rosario Antoci (Ragusa 1966), docente di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Diploma di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Città in cui muove le prime esperienze artistiche ( 1986-1992 ) al contatto con i masterpieces dei grandi maestri della storia dell’arte e dei linguaggi dell’arte moderna e contemporanea: Moore,Brancusi,Giacometti; le installazioni dell’Arte Povera,della Land Art. Le sue prime installazioni di “scultura organica”, di grande formato, realizzate assemblando cemento, malte,resine e fibre di vetro, costituiscono la serie degli impercorribili ”silent gardens”. In anni più recentisi sposta definitivamente il pensiero creativo verso nature ambientali opposte e coesistenti. Le indaga con l’obiettivo fotografico, scoprendone la veste di natura/architettura. Sottraendo sempre più materia a vantaggio del pensiero carico di contenuti. Sembra così superata definitivamente dall'artista, la fascinazione per i lnguaggi materici e la poetica dei contemporanei:Tony Cragg e Giuseppe Penone, a vantaggio di distanze critiche che rendono unica la sua opera.
selezione mostre personali solo exibition
2004 Sogei. Dove le persone lasciano segni”, Sogei (Società Generale d’Informatica), Roma. A cura di Cesare Biasini Selvaggi
2002 Slang, Galleria Artecontemporanea, Catania, a cura di r. a. Musumeci. Minima Natura, Galleria degli Archi, Comiso; Castello di Donnafugata, Ragusa. Catalogo a cura di Maurizio Sciaccaluga, Salarchi Immagini, Comiso
selezione partecipazioni collettive group exibition
2005 ArtVerona 05. Fiera di Verona. Galleria Tondineli. Verona; Sguardi fra bianco e rosso. Chiodalive. Catania. A cura di Vitaldo Conte.20x20. 20x20 Galleria Beukers. Rotterdam. A cura di Maurizio Sciaccaluga. 20x20. Galleria Repetto e Masucco. Aqui Terme. Alessandria. A cura di Maurizio Sciaccaluga.
2004 20x20. Galleria Nuova Figurazione. Ragusa. A cura di Maurizio Sciaccaluga. Insulae. Creative turbolence. Fondazione per l’arte Bartoli – Felter. Castello di S. Michele, Cagliari. A cura di Alessandra Menesini e Rosa Anna Musumeci. Oltre, Galleria Tondinelli. Roma. Galleria d’Arte Contemporanea. Palazzo Ducale. Pavullo nel Frignano, Modena. Catalogo a cura di Cesare Biasini Selvaggi. Barbieri Editore. Il gruppo di Scicli. Galleria d’Arte moderna Le Ciminiere. Catania. Catalogo a cura di Paolo Nifosì. Silvana editoriale. Milano.Visionaria, Galleria degli Archi. Comiso, Ragusa. A cura di Salvatore Schembari
2003 XIV Quadriennale. Anteprima. Palazzo Reale.Napoli a cura di Vitaldo Conte. Riparte 2003, nona edizione. Galleria Tondinelli. Ripa Hotel, Roma.Index. Contemporanea Galleria d’Arte. Palazzolo Acreide, Siracusa, cura di Francesco Gallo. Vergine d’oliva. Parlamento Europeo.Strasburgo, a cura di Vito Caiati.Vergine d’oliva. Pinacoteca provinciale. Bari. A cura di Vito Caiati. Mappe dell’arte nell’isola. Sud-est. Castello dei Principi di Biscari, Acate, Ragusa. Catalogo a cura di Paolo Nifosì. Futura. Siciliani tradizione e nuovo immaginario. Casa del pittore. Mosca. A cura di Francesco Gallo e Debora Di Gesaro. Catalogo edizioni Arte Raffaello
2002 Riparte 2002, ottava edizione. Galleria Santo Ficara. Ripa Hotel, Roma Sculturama, Galleria Annovi, Sassuolo. Catalogo a cura di Maurizio Sciaccaluga; Macchine dello sguardo, Smart Center, Catania. Catalogo a cura di Giuseppe Frazzetto
26
novembre 2005
Rosario Antoci – Andata / Ritorno
Dal 26 novembre 2005 al 30 gennaio 2006
fotografia
Location
GALLERIA ARTECONTEMPORANEA
Catania, Via Firenze, 184, (Catania)
Catania, Via Firenze, 184, (Catania)
Orario di apertura
mart_sab 17,30-20,30 e per appuntamento
Autore
Curatore